A proposito della "Dominus Iesus"

L'ecumenismo cattolico

La pubblicazione della dichiarazione “Dominus Iesus” della Congregazione per la dottrina della fede ha suscitato numerose reazioni negative.

In merito alle posizioni espresse nell’autorevole documento, negli àmbiti del Protestantesimo ecumenico si è parlato di “sorpresa”, “delusione”, “freno” allo sforzo ecumenico. Molti sembrano essere caduti dalle nuvole per il fatto che il documento ribadisce la posizione vaticana sull’ecumenismo, e cioè che la Chiesa cattolica riconosce per sé e in sé la pienezza della grazia di Dio, mentre concede che gli altri cristiani beneficino di gradi inferiori della stessa grazia.

In realtà, chi ha letto il documento e cerca di seguire lo sviluppo del Cattolicesimo dopo il Concilio Vaticano II non ha nulla da stupirsi. In fondo, la “Dominus Iesus” non fa altro che cucire insieme numerosissime citazioni del Concilio e del recente magistero papale, soprattutto l’enciclica “Redemptoris missio”. Quello che dice fa parte del magistero consolidato, detto e ridetto decine di volte. Non c’è niente di nuovo. La domanda è: perché, allora, prendersela con Ratzinger e gridare alla restaurazione, se la dichiarazione ripete cose già note?

In realtà, chi dovrebbe rivedere la propria posizione nei confronti del Cattolicesimo Romano è proprio il Protestantesimo ecumenico. Il coro di delusi proveniente da quel mondo (dall’anglicano Carey al luterano Koch), in fondo, dimostra che un certo Protestantesimo non “comprende” il Cattolicesimo. È inutile contrapporre l’ala ecumenica a quella romanocentrica: il Cattolicesimo è cattolico, perché è entrambe le cose. È inutile giocare sulla contrapposizione tra componenti diverse del Cattolicesimo, in quanto esso è in grado di trovare un punto di sintesi tra le due all’interno del quadro dell’istituzione ecclesiastica.

Molti protestanti hanno un’ermeneutica del Cattolicesimo del tutto inadeguata, e continuano a coprirsi gli occhi di fronte alla cattolicità del Cattolicesimo. Si illudono che il Cattolicesimo faccia ecumenismo nei loro termini, quando invece fa la sua partita, con le sue strategie e i suoi obiettivi.

Gli evangelici, per parte loro, dovrebbero valorizzare uno strumento come gli “Orientamenti evangelici per pensare il Cattolicesimo” (cfr. Ideaitalia III/5, 1999, p. 7-8), che offre una chiave interpretativa in grado di ricondurre i vari fenomeni del Cattolicesimo al loro nucleo originario, che tiene insieme l’intero universo cattolico.

L.D.C.