“Separatismi” francesi: gli evangelici sono preoccupati?

Un comunicato del CNEF

Roma (AEI), 9 ottobre 2020 – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato del CNEF (Consiglio nazionale degli evangelici in Francia) rilasciato a seguito della proposta legislativa annunciata dal Governo francese su laicità e separatismi religiosi:

In linea con la legge sulla separazione tra Chiese e Stato e con gli altri principi su cui si basa la laicità, le comunità evangeliche protestanti rispettano le regole della Repubblica. Le chiese evangeliche appartenenti al CNEF hanno un servizio legale comune e mantengono un rapporto sincero e trasparente con le autorità nazionali e locali.

Molto attaccati alle libertà fondamentali, in particolare di pensiero, coscienza, espressione e religione, i protestanti evangelici difendono la laicità che dà a tutti il diritto di credere o non credere, difendendo e rispettando le libertà e le convinzioni dei loro concittadini. Sono grati per queste libertà di cui la Repubblica è garante.

Le comunità protestanti evangeliche sono ben integrate nei territori in cui sono stabilite: aperte al pubblico, sono promotori di coesione e mix sociale. Più della metà di loro offre azioni sociali e di solidarietà locali per un pubblico credente e non credente. Lungi dall'essere persone "separate", sono orgogliose dei loro valori e invocano una "convivenza, con tutte le nostre differenze", per usare l'espressione dell'Alleanza Evangelica Europea. Il nuovo concetto di "separatismo" non provoca quindi alcuna reazione da parte dei protestanti evangelici di Francia, per quanto li riguarda.

D'altra parte, se le libertà di pensiero, coscienza e religione dovessero essere limitate, il CNEF non mancherebbe di reagire per diversi motivi:

  • Essendo convinti e animati da una gioia missionaria, i protestanti evangelici condividono prontamente la loro fede. Esprimere le nostre opinioni, anche quelle religiose, non ci porta in alcun modo fuori dalla legge. Se la nostra società è secolarizzata, e tende ad essere sanificata dal punto di vista religioso, resta comunque governata dalla legge, tutelando le libertà di tutti.

  • Come molti francesi che rifiutano di essere rinchiusi in una "opinione pubblica maggioritaria" da cui ne deriverebbe uno "standard repubblicano", pensano che l'espressione di opinioni diverse sia una condizione di ogni democrazia pluralista e di ogni intelligenza collettiva e intendono contribuire a tutto questo condividendo le convinzioni che scaturiscono dalla loro fede.

  • Il CNEF ha osservato, con rammarico, che i protestanti evangelici a volte servono alle autorità, più spesso ad alcuni media, come strumento di "par condicio", e non per un reale interesse, in vista di una preoccupazione di non discriminazione di una religione rispetto alle altre.

Il CNEF comprende l'approccio del governo nella sua lotta contro il separatismo come parte del mantenimento dell'ordine pubblico, ma afferma che le comunità evangeliche protestanti non sono preoccupate. Amare l'altro attraverso azioni caritatevoli o culturali, contribuire con benevolenza a una diversità di idee e opinioni nella società, non è forse l'opposto del separatismo? (CF)