Algeria, preoccupa la violazione della libertà religiosa

Chiusi luoghi di culto e poste ulteriori restrizioni

Roma (AEI), 24 settembre 2019 – La situazione in Algeria continua ad essere imprevedibile per i credenti evangelici. Nonostante l’esistenza di una norma contro la blasfemia, il governo algerino ha deciso di servirsi di un sistema più burocratico che negli ultimi anni ha portato alla chiusura di chiese, librerie, scuole bibliche e luoghi di culto cristiani. La situazione procede tra alti e basi dal 2006, quando l’allora presidente Bouteflika cercò di imbrigliare i culti non-musulmani, approvando una legge che prevede la possibilità di incontrarsi unicamente in luoghi di culto con una specifica destinazione d’ uso a scopo religioso. Tuttavia la commissione che può rilasciare questo genere di autorizzazioni, ad oggi non ha mai rilasciato nessun permesso per alcun luogo di culto.

La situazione va peggiorando da quando, alla fine del 2017, il governo ha cominciato ad inviare in ogni chiesa esistente nel paese, un controllo per l’agibilità e la sicurezza dei luoghi di culto, trovando ovviamente ogni edificio mancante della necessaria destinazione d’uso. Per ora il conto è di 8 edifici dichiarati illegali, 6 sigillati e le attività di varie chiese sospese. Il numero è destinato a crescere dal momento che la polizia sta continuando a visitare altre chiese. Il governo ha anche smesso di considerare la Chiesa Protestante d’Algeria (EPA) come ente riconosciuto, di fatto annullando la funzione protettiva che era riuscita ad esercitare finora. La situazione è molto caotica e poco chiara, alcune chiese sono state chiuse e riaperte più volte.

Ciononostante il Vangelo viene proclamato e nuovi credenti si aggiungono alla chiesa algerina. Preghiamo per questa situazione, per le chiese che sono state chiuse e per le guide della chiesa algerina, che possano avere forza e saggezza nel gestire questo momento difficile. (DB)