Querida Amazonia: un rinforzo della missiologia globalista di papa Francesco

Delusi i progressisti, perplessi i tradizionalisti

Roma (AEI), 14 febbraio 2020 – Non ha accontentato nessuno l’esortazione apostolica Querida Amazonia di papa Francesco resa nota il 12 febbraio. I progressisti si aspettavano l’apertura alla consacrazione al sacerdozio dei “viri probati” e al diaconato femminile, misure che il Documento finale del Sinodo sull’Amazzonia aveva ventilato. Il Papa ha taciuto su questi punti, forse consapevole dell’inasprimento della crisi che avrebbe provocato un ulteriore strappo con settori della chiesa cattolica contrari al cambiamento di queste disposizioni centenarie della tradizione latina.

Delusi sono stati anche i conservatori cattolici che hanno trovato nel documento un rinforzo potente della missiologia “in uscita” che ha in testa il papa, sulla scia di Evangelii Gaudium e di Laudato si’: insistente sui temi globalisti e nativisti, incentrata sulla pratica dell’incontro solidale, sostanzialmente aperta a operare sincretismi con le culture indigene. Nessun cenno a temi quali il peccato personale, la salvezza in Cristo soltanto, la circolazione della Bibbia come viatico di evangelizzazione e consolidamento della fede: tutte cose essenziali, non solo per le regioni amazzoniche, ma per tutto il mondo.  In fondo, papa Francesco ha ottenuto il risultato di consolidare il “suo” magistero e la sua missiologia.  (LDC)