Quale unità cristiana? L’ ecumenismo in discussione

Scheda libro

coverLeonardo De Chirico, Quale unità cristiana? L’ ecumenismo in discussione, Caltanissetta, Alfa & Omega 2016, 153 pp.

Il termine ecumenismo è uno di quei termini che non lascia mai indifferenti. Il Novecento ha visto il cristianesimo, in ogni sua forma e sensibilità, muoversi in più direzioni alla ricerca di un’unità spesso non meglio definita. Nel mondo evangelicale, che troppe volte ignora la propria storia, questo termine può suscitare perplessità e sdegno essendo considerato sinonimo di compromesso, ma con questo libro viene chiamato a ricordare che i primi a sentire l’esigenza di un ritorno ad un’unità che fosse al di sopra delle rispettive chiese o organizzazioni confessionali, furono proprio gli evangelicali che utilizzarono il termine ecumenismo in occasione della nascita dell’Alleanza Evangelica a Londra nel 1846.

Da quel momento lo scenario si è complicato ed animato di soggetti molto diversi tra loro che hanno dato vita a progetti ecumenici differenti e sempre più preponderanti nelle loro agende.
Il libro di De Chirico è quindi un valido strumento per orientarsi in questo scenario complesso ed aiuta il lettore a ripercorrere storicamente le tappe di questo movimento, ad individuare i principali soggetti e ad assumere prospettive bibliche sul senso dell’unità pur sottolineando le criticità, le precarietà e le questioni aperte dell’ecumenismo anche evangelicale.

I tre macro scenari progettuali descritti sono: quello legato al Consiglio Ecumenico delle Chiese (CEC) che vede partecipare numerose chiese protestanti storiche insieme a quelle ortodosse d’Oriente, quello legato alla Chiesa di Roma e quello portato avanti dal mondo evangelicale.  Nella frenesia di rendere il progetto sempre più inclusivo senza intaccare la sensibilità di alcuno, il progetto promosso dal CEC si riferisce ad un unità data dal battesimo e quindi da un ordinamento amministrato non necessariamente a credenti nati di nuovo in un contesto ecclesiologico non definito e non definibile a causa delle anime così diverse da tenere insieme. Il relativismo teologico di base e l’idea di un universalismo religioso che sembra spingersi sempre più oltre i confini del solo cristianesimo, rendono il progetto lacunoso ed inconcludente.

Sull’altro fronte viene descritto il progetto ecumenico della Chiesa Cattolica che nel Novecento, dopo il Vaticano II, si è sforzata di rendere l’ecumenismo uno dei principali impegni da portare avanti. La categorica necessità di essere parte della Chiesa di Roma per poter godere della vera e sola unità cristiana si è pian piano trasformata in un’idea conciliante che rende l’unità cristiana, benché imperfetta, possibile anche fuori attraverso il battesimo, ma senza perdere mai di vista la propria identità teologica che fa convergere qualsiasi iniziativa sotto l’egida del papato.

Il mondo evangelicale che dal 1951 porta avanti il progetto dell’Alleanza Evangelica Mondiale (sull’eredità dell’Alleanza nata a Londra nel 1846), pur tentando di non scadere nel liberalismo teologico né nell’accettazione di un cristianesimo solo nominale, si è approcciato alla questione ecumenica contemporanea con molte difficoltà nell’attuazione e con tante resistenze interne cariche di provincialismo e settarismo. Le appendici che concludono il testo sottolineano l’importanza di ricordare che l’unità non è obiettivo da raggiungere, un risultato da conseguire o una remota possibilità. L’unità è il dono fatto da Dio ai suoi figli, ai credenti nati di nuovo che possono solo impegnarsi per preservarla e promuoverla a testimonianza dell’opera di Dio.