Ancora su Evangelo e Islam

Un’analisi dell’opera di Andreas Maurer da parte della Commissione teologica dell’AEI

Roma (AEI), 20 agosto 2017 – Le sfide per la testimonianza evangelica rappresentate dall’interazione con l’islam sono state al centro dell’attenzione dell’Alleanza Evangelica Italiana nel corso della sua più che quarantennale storia. Ricordiamo solo due tappe significative di questo itinerario. L’impegno del past. Franco Santonocito (1938-2012), vice-presidente dell’AEI nei primi decenni, pastore e missionario al Cairo (Egitto), è stato una costante sollecitazione per l’evangelismo italiano a tenere presente l’islam nel decifrare la situazione spirituale del mondo contemporaneo e dell’Italia. Tale consapevolezza missiologica è sfociata nell’importante convegno “Cristiani e musulmani in Europa” a Poggio Ubertini (FI), 17-18 settembre 1993 che ha visto la partecipazione di oratori internazionali e la pubblicazione degli atti.

In anni più recenti, di fronte al disorientamento di parte della missiologia cristiana contemporanea (anche evangelica, purtroppo) attratta dalle sirene del “Crislam” e del sincretismo religioso in chiave buonista e politicamente corretta, l’AEI insieme a Meta Onlus si è fatta promotrice della stesura del documento “Evangelo ed Islam: Affermazioni e negazioni evangeliche sulle esigenze della testimonianza cristiana” (2011), Ideaitalia XV (2011) N. 3, pp. 7-8. Il  documento rappresenta un punto alto del servizio dell’AEI al discernimento teologico del popolo evangelico per molti versi confuso quando si parla di islam. Da un lato si corre il rischio della criminalizzazione di ogni musulmano; dall’altro c’è il rischio dell’ingenuità teologica che porta a minimizzare le differenze. Occorre mantenere chiari i capisaldi dell’evangelo che ci presentano Dio come Uno e Trino, Gesù come Figlio di Dio e unica via di salvezza; tutto ciò non è sovrapponibile all’islam che ha una teologia radicalmente diversa. D’altro canto, la presenza di musulmani non deve suscitare paure o ansie: deve essere un’occasione per sviluppare rapporti di “prossimità” e Gesù ci dice di amare il prossimo. Facendo leva sulla migliore riflessione evangelica contemporanea (Patto di Losanna, 1974; Manifesto di Manila, 1989; Impegno di Città del Capo, 2010), “Evangelo e Islam” fissa alcuni punti fermi per mantenere la riflessione evangelica su binari biblicamente responsabili.

Alla luce di questa storia pregressa e nella consapevolezza dell’importanza strategica di questi temi, la Commissione teologica dell’AEI, su sollecitazione di alcuni associati all’Alleanza, ha accettato di prendere in esame l’opera di Andreas Maurer, missiologo evangelico svizzero. In particolare l’attenzione si è concentrata sul suo libro Chiedimi cos’è l’islam, Torino, La Casa della Bibbia 2014.

Il libro si presenta come un’articolata introduzione cristiana all’islam. Dell’islam viene presentata la dottrina in chiave storica e teologica, soprattutto facendo riferimento al Corano, alle tradizioni e alle leggi islamiche. Integra questa prima sezione un’utile presentazione dei diversi gruppi islamici presenti all’interno dell’islam stesso che aiutano il lettore ad avere di questo mondo una percezione rispettosa delle sue diversità e divisioni interne e del profondo grado di commistione dell’islam con usi e costumi culturali pre-islamici da cui risulta spesso un islam devozionale segnato da pratiche popolari intrise di spiritismo.

La seconda parte del libro è di carattere più marcatamente apologetico. In essa vengono sciorinate le principali obiezioni alla fede cristiana che un cristiano deve affrontare nel dialogo con i musulmani. Di solito, il musulmano sfiderà il discepolo di Cristo intorno alla persona di Gesù Cristo (rigettando la sua divinità e la sua figliolanza divina) e ad alcuni cardini della dottrina biblica (esempio: la Trinità, il peccato originale). Maurer espone in modo semplice le critiche islamiche alla fede cristiana offrendo anche circostanziate e convincenti piste bibliche per rispondere ad esse in modo puntuale. Il lettore troverà in questa sezione molti argomenti apologetici di sicura utilità per il dialogo e la testimonianza resa ai musulmani.

La terza parte del volume si concentra proprio sulle opportunità e le problematiche del dialogo coi musulmani. Alcuni dei consigli suggeriti riguardano l’atteggiamento con cui avvicinarsi a questa pratica (rispettoso, sereno, ma senza cedimenti remissivi); altri hanno a che fare con la ricerca di punti d’incontro che facilitano la conversazione e le modalità più efficaci per presentare l’evangelo nel contesto di una conversazione. Molto opportuno è il capitolo sul coinvolgimento auspicato della chiesa locale nella testimonianza, così come perspicace è la parte in cui vengono presentate le sfide che si devono affrontare quando un musulmano si converte a Cristo. Maurer espone il suo insegnamento con molta sapienza didattica e facendo leva sulla sua lunga esperienza di missionario e di missiologo. Chiude il volume una sezione sulle risorse disponibili e la bibliografia. Opportuno è lo sforzo di indicare le opere disponibili in lingua italiana, anche se, ad esempio, manca il riferimento al sopracitato documento AEI “Evangelo e Islam”.

La tesi di dottorato di Maurer, In Search of New Life: Conversion Motives of Christians and Muslims, Pretoria, UNISA 1999, è riassunta a pp. 220-226. In questa sezione, Maurer analizza sociologicamente i motivi che spingono le persone a “convertirsi” dall’islam al cristianesimo e vice versa. Basando la sua tesi su una ricerca empirica fatta di interviste a convertiti in carne ed ossa, l’Autore sostiene che vi possono essere motivi dottrinali, mistici, affettivi, sociale e materiali che inducono alla conversione. Si badi che il termine “conversione” viene qui impiegato in senso sociologico e cioè indicante un cambiamento nelle convinzioni e nella vita delle persone che transitano da un sistema di credenze ad un altro. In questo discorso Maurer si comporta come un sociologo delle religioni che cerca di capire in chiave empirica cosa spinge una persona a “convertirsi” da una religione ad un’altra religione. Questa riflessione sulla “conversione” è utile ai fini del tentativo di comprendere in senso generale cosa smuove gli itinerari religiosi degli uomini e delle donne. Naturalmente, l’analisi sociologica non esaurisce quanto biblicamente si può e si deve dire della conversione. Maurer stesso ne è consapevole quando dice opportunamente che convertirsi, in senso biblico, vuol dire accettare Gesù risorto e vivente come proprio personale Salvatore e Redentore, confessando i propri peccati e ubbidendogli come Signore con l’aiuto dello Spirito Santo (pp. 224-225).

Il libro è quello dice di essere: una guida cristiana all’interazione con la cultura musulmana e un’opera apologetica che fornisce utili ed affidabili argomenti per un dialogo evangelistico rispettoso ma senza sconti dottrinalmente buonisti o teologicamente sincretisti. Con molta chiarezza, Maurer sostiene che “il Corano nega tre realtà fondamentali di Gesù Cristo: la sua deità, la sua missione salvifica e la sua crocifissione. Questa è la differenza fondamentale rispetto al cristianesimo. Una 'armonizzazione’ delle due religioni, tanto auspicata da alcuni teologi liberali, è dunque impossibile senza rinnegare i fondamenti della fede cristiana” (p. 141). Questa tesi di fondo appare essere l’asse biblicamente affidabile su cui impostare la testimonianza nei confronti dei musulmani, con empatia umana e con chiarezza teologica.