Vicini in preghiera al Sudan, Pakistan, Kazakistan, Algeria e Siria

Il sit-in dell’AEI a Roma del 7 aprile

Roma (AEI), 7 aprile 2018 – Solidarietà evangelica per le chiese che soffrono per mancanza di libertà religiosa. Sabato 7 aprile, si è tenuto in piazza SS. Apostoli, nel cuore della capitale, il sit-in di preghiera in favore della libertà religiosa organizzato dall’Alleanza Evangelica Italiana in collaborazione con Porte Aperte, OM Italia, GiM, ACP e The Voice of the Martyrs. Molti sono stati gli evangelici che si sono radunati per intercedere e sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della libertà religiosa e della persecuzione dei cristiani sempre più aspra in molti paesi.

In particolare si è pregato per il Sudan dove la persecuzione avviene ad opera del governo e dei musulmani radicali e dove gli arresti e le demolizioni dei locali di culto sono all'ordine del giorno; per l'Algeria dove un decreto ha stabilito che i culti non musulmani possono essere organizzati unicamente in edifici certificati da una commissione governativa, ma ad oggi nessuna chiesa ha ottenuto questo permesso, diventano, di fatto, illegale agli occhi dello Stato; per il Kazakistan dove sono state introdotte nuove restrizioni per i culti non musulmani che limitano la possibilità di condividere il Vangelo in pubblico e per il Pakistan, dal quale proveniva anche una folta delegazione presente al sit-in che ha condiviso e raccontato di come la legge sulla blasfemia continui ad essere utilizzata per eliminare fisicamente i cristiani e quindi, di come la situazione per i non-musulmani nel paese è altamente pericolosa. Non sono mancati poi riferimenti e preghiere anche a favore della Siria e dell’America Latina, dove in alcuni casi la situazione per i cristiani resta incerta e talvolta pericolosa.

Significativa in senso negativo è stata la totale assenza delle istituzioni e dei politici, che, seppur invitati, non hanno ritenuto di dover sostenere con la loro presenza l’iniziativa. Come ha ricordato il presidente dell’AEI Giacomo Ciccone, questo risulta essere il sintomo di una più generale mancanza di interesse e di attenzione ai temi della libertà religiosa e della salvaguardia delle minoranze anche nel nostro paese (CL).