Riflettendo sul presente, guardando al futuro della testimonianza evangelica

Intervista al presidente Ciccone in preparazione all’Assemblea federale

Roma (AEI), 12 maggio 2018 – In vista dell’assemblea federale del 26 maggio, abbiamo incontrato il presidente AEI Giacomo Ciccone che ci ha rilasciato questa intervista.

L'ultimo anno ha visto chiudersi il centenario della Riforma protestante (1517-2017). Come ha partecipato l'AEI agli eventi e che bilancio fai?

In una certa misura tutte le attività hanno avuto un collegamento alla Riforma con particolare riferimento a tre fuochi tematici: l’annuncio dell’Evangelo, l’unità della Chiesa e la concreta trasformazione dello Spirito Santo.

L’Assemblea federale di luglio 2017 (con la partecipazione di Ravi Zacharias e la marcia di testimonianza) ha voluto indicare i grandi temi teologici della Riforma protestante come attuali e centrali per poter proclamare l’Evangelo con fedeltà e rilevanza alla nostra generazione: allontanarsi dall’autorità della Scrittura, dalla centralità di Cristo, dall’esclusività dell’opera di redenzione compiuta sulla croce, dalla giustificazione per solo fede, significherebbe predicare “un altro evangelo”.
L’azione svolta a livello internazionale, prima con l’adesione al manifesto E’ la Riforma conclusa?, poi attraverso la lettera aperta alla World Evangelical Allliance e gli incontri internazionali susseguenti, ha voluto ribadire una prospettiva biblica ed evangelica di unità cristiana che trova fondamento nei capisaldi della Riforma. L’unità riscoperta dall’Alleanza Evangelica da più di 170 anni, è sempre stata l’unità nella verità e mai l’unità contro verità dei venditori di fumo del tempo presente.
Attraverso gli appuntamenti istituzionali dell’Alleanza (SMP, Domenica Missione, Domenica del Rifugiato, IDOP, Domenica della Memoria) il Signore ci ha concretamente ricordato che, se per lo Spirito abbiamo accolto davvero l’Evangelo di Gesù Cristo, esso dovrà determinare una trasformazione radicale del credente, della chiesa e della società, così come avvenne cinque secoli fa. Una chiesa che dimentica, non prega, non evangelizza, non vive l’amore cristiano, non riforma le strutture sociali nelle quali è inserita, è chiaramente lontana da Dio.

Sul fronte della libertà religiosa, ci sono stati passi in avanti?

In Italia non ci sono stati significativi passi in avanti, ma forse il quadro è un po’ più chiaro di prima. La libertà religiosa è al palo in Italia per il fuoco incrociato determinato da una posizione di privilegio della confessione cattolica romana, e dall’intolleranza di un secolarismo violento. Alcune minoranze si sono adagiate ad una sorta di atteggiamento conciliante (con punte di remissività) più o meno consapevole, nei confronti di queste due fortezze. Ma in accordo con l’Evangelo noi dobbiamo essere rispettosi e franchi, dialoganti e fermi, e non possiamo mai accettare accordi sottobanco.
La passata legislatura ha battuto qualche colpo sulla libertà religiosa solo nell’ultimo anno, e quindi con un nulla di fatto. Sono grato ai pochi parlamentari che hanno voluto farsi carico della materia, ma di fatto negli ultimi cinque anni il diritto alla libertà religiosa ha visto una sorta di “sorpasso a destra” da parte di altri “diritti”, talvolta persino di nuovi privilegi camuffati. In una società come quella contemporanea, dove si prende un diritto per calpestarne altri o si evita ogni richiamo ai doveri, il popolo di Dio - in accordo col Vangelo - deve saper presentare e sostenere assieme tanto le responsabilità che i diritti di tutti.
Su temi specifici abbiamo visto una sorta di danza del gambero: timidi passi avanti sul riconoscimento dei ministri di culto, cristallizzazione ed ampliamento dei privilegi della religione cattolica nella scuola pubblica e nelle caserme, colpevole immobilismo del Governo sui pronunciamenti della Corte dei Conti in tema di 8XMille e della Corte di Giustizia UE su ICI ed immobili della Chiesa Cattolica con finalità economiche.
Mentre la nuova legislatura è ancora una incognita, L’Alleanza sta affilando le armi con la preparazione di un’adeguata Commissione sulla Libertà Religiosa, il recupero di un rapporto diretto con le chiese in vista di un’azione incisiva e lungimirante, il rafforzamento delle attività di preghiera e di contrasto alle persecuzioni perpetrate nel mondo.

Perché alla prossima assemblea un fuoco che sarà trattato riguarda l'evangelizzazione degli ebrei?

Perché c’è molta confusione anche su questo tema. Gli Ebrei che parleranno alla nostra Assemblea sono fratelli e sorelle che proclamano a gran voce Gesù Cristo come l’unico nome che sia stato dato agli uomini per essere salvati. Seguendo percorsi tortuosi su binari morti, alcuni credenti stanno abboccando ad idee nocive promosse cinicamente da persone impenitenti. Mi riferisco ad esempio alla pretesa di alcuni secondo cui potremmo o dovremmo avere unità spirituale col popolo ebraico a prescindere dal comune riconoscimento di Gesù Cristo di Nazareth come il Messia e il Redentore nostro. Chi ama veramente il popolo ebraico non si sottrae mai dal donare generosamente la perla di gran valore ricevuta: il prezioso Evangelo di Gesù Cristo.

Cosa ti ha incoraggiato di più nella vita dell'AEI dell'ultimo anno?

Quelle fasi nelle quali è visibile e concreto il lavoro di squadra. L’alleanza non è un organismo che mira all’esaltazione delle persone: il lavoro di squadra incarna un modo concreto di vivere la Signoria di Cristo nei nostri programmi. Ecco, ci sono fasi nell’attività dell’Alleanza dove questa dinamica è talmente tangibile che non si può fare a meno che dare gloria solo a Dio e gioire in Lui!

Qual è la tua preghiera per la testimonianza evangelica nel prossimo anno?

Che ritorni a fare ogni passo nelle orme del Vangelo di Cristo sapendo mettere ordine e giuste priorità nel servizio dal svolgere nel grande campo del Signore.
In prima Corinzi l’apostolo Paolo inizia la sua esortazione incitandoci a centrare i nostri ministeri cristiani su Cristo e la sua opera salvifica attraverso la croce. La conclude ricordandoci che la certezza della resurrezione offre la traiettoria entro cui spendere tutte le energie e le risorse che lui ci dona.
La nostra preghiera è che la testimonianza evangelica possa recuperare in Italia questa linearità che non fa altro che indicare al mondo l’unica speranza, la gloria del grande Dio e Salvatore nostro, Gesù Cristo.