Il ritardo italiano sulla libertà religiosa

Un seminario del Centro studi LIREC

Roma (AEI), 15 febbraio 2019 – Presso la sala stampa della Camera dei Deputati, si è tenuta la Conferenza stampa organizzata dal Centro Studi LIREC per la presentazione della Strategia di Implementazione in Italia delle Linee Guida FoRB (Freedom of Religion or Belief) approvate dall’Unione Europea nel 2013 per sostenere il rispetto della libertà di religione e di credo.

Le Linee Guida approvate dall’Unione europea e pensate come richiamo per i paesi non aderenti all’Unione nei quali si verificano gravi discriminazioni della libertà religiosa, siglate da tutti i Paesi membri UE, quindi anche dall’Italia, sono ancora ad oggi disattese nel nostro paese, come chiaramente sottolineato dalla Direttrice del LIREC, Raffaella Di Marzio. In attesa di una legge quadro che garantisca un’effettiva tutela della libertà religiosa nel nostro Paese, è necessario quantomeno intraprendere le azioni necessarie ed efficaci per attuare le raccomandazioni ricevute in sede OSCE/ODIHR sul rispetto della libertà di religione, credo e coscienza.

Il LIREC ha delineato quattro settori di interventi indispensabili, ancorati sia al dettato costituzionale che alle normative europee di riferimento. In sintesi: 1) la cultura, promuovendo la tolleranza e il rispetto della diversità, nella vita pubblica e nella società, e facilitando la conoscenza; 2) la scuola (istruzione e formazione), riformando i programmi e i metodi per aiutare gli studenti nella comprensione delle radici dei fondamentalismi, inquadrando le conoscenze in un approccio interdisciplinare, inserendo una disciplina che affronti lo studio del pensiero religioso, il superamento dei pregiudizi, favorendo l’analisi critica delle informazioni, la promozione del dialogo tra le diverse identità, lo scambio culturale, l’educazione alla difesa dei diritti umani, l’inclusione sociale, la prevenzione della radicalizzazione; 3) la promozione dell’assistenza spirituale nelle strutture pubbliche (caserme, ospedali e luoghi di detenzione); 4) luoghi di culto e relativo diritto all’“edilizia di culto” per tutte le confessioni, diritto che non è ancora garantito in modo paritario anche per l’assenza di una legge nazionale specifica.

I vari interventi dei relatori: Lucio Malan, Dora Bognandi e la stessa di Marzio hanno richiamato l’attenzione su altri aspetti direttamente connessi alla libertà religiosa quali: i) Pericolo degli allarmismi infondati sul coinvolgimento di milioni di italiani nelle “sette” e della stigmatizzazione delle minoranze attraverso l’uso improprio di tale appellativo, che è anche a parere del Consiglio europeo espressione priva di una definizione legale e carica di connotazioni peggiorative; ii) Problemi di contemperamento/bilanciamento tra diritti fondamentali: libertà religiosa e ordine pubblico, sicurezza pubblica e violazione dei diritti costituzionali inerenti le libertà garantite; iii) Pericolo della reintroduzione del reato penale di plagio psicologico (abolito nel 1981 dalla Corte Costituzionale) sotto il nome di manipolazione mentale, fattispecie difficilmente accertabile con criteri e metodi scientifici, ma che, ove reintrodotta, esporrebbe facilmente il cittadino a rischi di abusi dell’autorità giudiziaria ed a forti limitazioni in materia di libertà religiosa; iiii) Collegamento inscindibile tra il diritto alla libertà religiosa, la parità di genere e la dignità del ruolo femminile, che anche se riconosciute nelle dichiarazioni ufficiali delle varie confessioni esistenti, spesso sono fattivamente disconosciute.

In conclusione l’invito a percorrere la strada maestra è, e sarà sempre quella del dialogo, del confronto e della disponibilità a promuovere strategie di collaborazione con le istituzioni e la società civile per il superamento di ogni forma di discriminazione e l’avvio di azioni efficaci in difesa dei diritti delle minoranze. L’Alleanza Evangelica Italiana, da sempre impegnata sul tema della libertà religiosa, è un soggetto la cui azione continuerà a stimolare l’avanzamento dell’assetto italiano lontano dai residui di stato confessionale e verso un vero pluralismo. (OP)