Il Congresso delle famiglie a Verona: qual è la posizione dell’Alleanza Evangelica?

Intervista al presidente Giacomo Ciccone

Roma (AEI), 21 marzo 2019 – Mancano pochi giorni al Congresso mondiale delle famiglie che si terrà a Verona dal 29 al 31 marzo. Il tema dell’assise è la promozione della famiglia nella società contemporanea.

Non mancano le polemiche e le strumentalizzazioni politiche, innescate da chi vede nel congresso un balzo all’indietro verso una forma di oscurantismo culturale. Visto che il presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana, Giacomo Ciccone, è stato invitato tra i relatori delle sessioni plenarie, abbiamo chiesto a lui quale sia la posizione dell’Alleanza Evangelica Italiana.

L’Alleanza Evangelica Italiana è stata invitata al congresso di Verona e tu farai un intervento in quell’assise. Perché hai accettato?

Sono stato invitato al congresso dal presidente americano del World Congress of Families e non abbiamo ricevuto alcun condizionamento dagli organizzatori rispetto al contenuto del mio intervento. Riguardo il tema della famiglia, l'Alleanza Evangelica Italiana è saldamente ancorata alla Scrittura e al pensiero evangelico classico: essa va difesa  ma non può essere imposta. Credo che al congresso di Verona si confronteranno anche idee diverse, e l'Alleanza ha accettato di esserci per esprimere liberamente la nostra posizione su un tema sociale di fondamentale importanza, e senza alcun significato ecumenico.
 
In un articolo apparso sul settimanale Riforma (13/3/2019), la posizione dell'Alleanza evangelica italiana sulla famiglia viene definita "fondamentalista e iper-conservatrice". E' così?
 
La cosa è quasi simpatica: per rintracciare l'iper-conservatorismo nell'Alleanza, un protestante liberale come l'estensore di quel giudizio, sarebbe obbligato ad esprimersi nello stesso modo verso i Riformatori, verso i fondatori del Movimento metodista e battista, e verso le posizioni ufficiali delle chiese protestanti storiche in Italia fino ad alcuni decenni fa. Risulta una sorta di introspezione inconscia. Ma va detto che non molti hanno una chiara consapevolezza storica.

In cosa si differenzia, se si differenzia, la posizione evangelica da quella delle organizzazioni cattoliche organizzatrici del congresso?

Tre anni fa, abbiamo ritenuto importante esprimere in modo coerente la nostra posizione riguardo la famiglia attraverso il documento Quale famiglia per quale testimonianza?. In esso, al riparo da ogni forma di sacralizzazione, ribadiamo un concetto di famiglia, distinto e prioritario rispetto a qualsiasi altra aggregazione umana. Non si tratta di idealizzare la famiglia ma di prendere in parola quanto affermato dal Signore Gesù Cristo in modo incisivo ed essenziale  quando venne interrogato sullo stesso tema. Nel cattolicesimo il matrimonio è un sacramento; per noi il matrimonio è un'istituzione creazionale, in quanto stabilita sin dal principio. La prospettiva cattolica su sessualità e riproduzione è profondamente diversa dalla nostra. Sicuramente nel congresso di Verona verranno espresse anche idee che non condividiamo, ma resta il punto che si può discutere e dialogare ma anche avere alcuni obiettivi in comune.

Come può il popolo evangelico promuovere la famiglia e rispettare il pluralismo culturale nella società?

Per noi agire in favore della famiglia in ultima analisi significa difendere la libertà religiosa contro l'imposizione del "politicamente corretto" e contro l'invadenza dello stato nelle sfere della famiglia e della chiesa. In un’epoca in cui in molti si cimentano nella difesa di un diritto incuranti di calpestarne altri, va affermata la libertà religiosa come presupposto essenziale del pluralismo democratico, per fornire una risposta d'insieme per il bene di tutta la società.
In un paese particolarmente statalista come l'Italia, esprimere che la famiglia esiste prima dello stato non è banale. Dispiace che oggi molti che si definiscono laici e pluralisti, propugnino ridefinizioni stataliste di realtà, come la famiglia, che precedono lo stato. (LDC)