Israele: una minaccia per la pace mondiale?

Il recente sondaggio svolto su un campione di cittadini europei ha rivelato come molte persone pensino allo stato d’Israele come ad uno tra i maggiori pericoli per la pace nel mondo. Ammesso e non concesso che il sondaggio rispecchi davvero l’opinione della maggioranza degli europei, questo dato deve fare riflettere. Innanzi tutto, si deve ribadire con convinzione la ferma condanna di qualsiasi sentimento antisemita e anche anti-israeliano che ancora serpeggia in Europa e altrove. Se il sondaggio è un termometro attendibile delle idee che circolano nel nostro continente, gli sforzi per debellare questa radice malefica devono essere ancor più intensificati.

Siccome l’antisemitismo non si elimina per decreto, è necessario impegnarsi affinché la nostra cultura europea combatta costantemente contro questo cancro. Molto è stato già fatto in questo senso, ma molto ancora rimane da fare. In secondo luogo, il sondaggio può essere interpretato come una critica all’ attuale politica del governo israeliano nel far fronte al terrorismo palestinese e nel gestire i rapporti con il popolo palestinese.

La maggior parte dei mass-media europei tendono ad essere di parte (in genere, pro-palestinese) nell’informare l’opinione pubblica e non sempre le ragioni degli uni e degli altri sono conosciute adeguatamente.

In ogni caso, se è legittimo criticare la politica israeliana, bisogna stare attenti a non accontentarsi di visioni parziali dei problemi dell’area mediorientale. Infine, con le parole della “Dichiarazione di Willowbank sui rapporti col popolo ebraico” del 1989 (in P. Bolognesi [a cura di], Dichiarazioni evangeliche, Bologna EDB 1997, pp. 345-354) , occorre ribadire “il nostro sostegno al desiderio degli ebrei di disporre di una patria con frontiere sicure e di godere di una giusta pace”. Isreale ha diritto a vivere in pace, così come anche i palestinesi hanno lo stesso diritto.

Per questa ragione, il terrorismo palestinese non potrà mai portare alla pace che molti anelano. Gli evangelici sono chiamati a pregare e a sostenere i desideri di giustizia e di pace per ogni persona, indipendentemente dalla sua nazionalità, e per ogni popolo, a patto che accetti l’esistenza dell’altro. Sia in Israele che nei territori palestinesi vi sono cristiani che testimoniano della loro fede nel Messia in condizioni difficili. A loro, in particolare, va la fraterna solidarietà di tutti i credenti.

Past. Roberto Mazzeschi
Presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana

7/11/2003