La riscossa del clericalismo?

Un comunicato del Comitato Insegnanti Evangelici in Italia

Roma (CIEI), 30 dicembre 2019 – Il Comitato Insegnanti Evangelici in Italia manifesta pieno appoggio a Gregorio Oxilia (UAAR) che ha levato una protesta per una messa in orario scolastico nella città di Ferrara. Non è un caso che episodi analoghi si segnalino in tutto il territorio nazionale. Da Roma a Ferrara, la parola d'ordine è la stessa: presiedere la sfera pubblica, cominciando dalla scuola. Nello stesso giorno, il 20 dicembre, il Papa in visita a un liceo di Roma e a Ferrara la messa in orario scolastico riaffermano la volontà clericale non tanto di essere presente, ma di occupare il posto d'onore, soprattutto mediatico. Stupisce anche il richiamo all'autonomia scolastica invocata dall'Assessore all'Istruzione Kusiak, come se non fosse al corrente che l'autonomia si esercita nel rispetto delle norme costituzionali e della legalità. A questo punto, non è superfluo chiarire ancora una volta la normativa in vigore.

Al riguardo occorre fare riferimento prima di tutto al dettato costituzionale e alle sentenze che la Corte Costituzionale ha emesso sulla questione: n. 203/1989, n. 13/1991, n. 290/1992, i cui principi fondamentali si possono così sintetizzare: i principi supremi dell'ordinamento costituzionale hanno una valenza superiore rispetto alle altre norme o leggi; la laicità dello Stato è un principio supremo, che definisce la forma di Stato delineata nella nostra Carta Costituzionale; il principio di laicità implica garanzia dello Stato per la salvaguardia della libertà di religione e dalla religione; la religione cattolica non è più la religione dello Stato italiano; non è ammesso lo svolgimento di atti di culto in orario scolastico (sentenza definitiva del T.A.R. Emilia Romagna n. 250/93); gli atti di culto, le celebrazioni religiose, le visite pastorali, ecc. non sono né attività scolastiche, né extrascolastiche, esse non hanno nulla a che fare con l'insegnamento della religione cattolica; è grave e antigiuridico che le pratiche religiose e gli atti di culto abbiano luogo e svolgimento in orario scolastico; la facoltà di parteciparvi o meno non elimina il fatto obiettivo del turbamento dell'attività scolastica, consistente nella soppressione dell'ora di ordinario insegnamento e nella previsione, in luogo di essa, della effettuazione di una attività affatto estranea alle finalità della scuola statale; la Curia non ha alcun potere di intervento all'interno delle Istituzioni scolastiche statali, che devono affrontare le problematiche relative alla questione sulla base delle Leggi e sentenze emesse da organi dello Stato italiano.

Detto questo, vogliamo inoltre denunciare l'uso strumentale e distorto che certe classi dirigenti stanno facendo della religione e dei simboli religiosi, che si vorrebbero imporre sulle teste degli alunni ed esporre sui muri delle scuole statali, offendendo in questo modo la coscienza (libera) di quanti, come i sottoscritti, hanno una vera fede cristiana e di quanti, in base alla stessa libertà, hanno facoltà di non aderire ad alcuna confessione.