Rosari, umanesimo, indulgenze: che messaggio sta dando il cattolicesimo romano?

Una emergenza spirituale nell’emergenza sanitaria

Roma (AEI), 21 marzo 2020 – Sotto pressione, vengono fuori le vere convinzioni e i veri impegni del cuore. In queste settimane di emergenza sanitaria, il messaggio che il cattolicesimo romano sta dando è di un disarmante scollamento rispetto ai principi basilari della fede biblica. Non c’è da stupirsi, ma visti il favore con cui alcuni guardano al sedicente “rinnovamento” del cattolicesimo e all’azione di papa Francesco, merita di essere segnalata semmai la regressione spirituale a cui stiamo assistendo.

In queste settimane è stato tutto un fiorire di dedicazioni a Maria del Paese (Papa) e di Roma alla Madonna Salus Populi Romani (Papa), alla madonnina di Milano (Arc. Delpini), alla Madonna della Salute di Trieste (vesc. Crepaldi), a San Marcello (Papa), ecc. mostrando in cosa consistano i capisaldi del cattolicesimo quando tutto trema: la Madonna e i santi. Come se Gesù Cristo non sia vivo e lo Spirito Santo non sia attivo e il Padre non sia attento alle preghiere. Come se il Dio trino stia dormendo e abbia bisogno, come i baal al tempo di Elia, di essere svegliato da mediatori umani.

Poi il Papa ha dato due interviste ai principali quotidiani italiani. A Repubblica (18/3/2020), ha sciorinato un concentrato di umanesimo e universalismo che nulla hanno a che fare con l’evangelo. Senza mai parlare di Cristo, del peccato e della salvezza che si riceve pentendosi e credendo in Lui, ha dato voce ad una “notizia” dolciastra ed appiccicosa il cui tasso di evangelicità non è pervenuto.

Alla Stampa (20/3/2020) ha di nuovo ribadito che “siamo tutti figli di Dio” e che bisogna ripartire da “radici, memoria, fratellanza e speranza” che non significano nulla. Anche qui si tratta di un messaggio umanista privo di nerbo evangelico e fuorviante. Chi lo legge pensa di essere a posto così com’è davanti a Dio, non essendo per nulla sfidato al ravvedimento e alla fede in Cristo che libera dagli idoli.

Il rosario trasmesso in televisione e guidato dal Papa (18/3/2020) ha di nuovo rinforzato la miscela di marianesimo e umanesimo tipica del cattolicesimo romano. Ciliegina sulla torta è l’offerta di indulgenza a malati e medici dal tesoro dei santi amministrato dalla chiesa. Invece di parlare di Cristo e della sua salvezza, la chiesa di Roma tira fuori ancora le indulgenze medievali. Che futuro può avere l’Italia con un messaggio così?Per questo, le ragioni della testimonianza evangelica: biblica, forte, radicale, confessante, sono ancora intatte. Questo cattolicesimo quando si “rinnova” non cambia in senso evangelico, ma ingloba ancor più virus letali. Oltre all’emergenza sanitaria, viviamo tempi di emergenza spirituale.

Dispiace che il presidente Mattarella, nel giorno dell’anniversario dell’inizio del pontificato di Francesco, abbia mandato un messaggio di saluto in cui dice “L'Italia, oggi impegnata a fronteggiare circostanze eccezionali, sa di poter guardare sempre con fiducia e gratitudine alla sollecitudine particolare del Suo primate”. No Presidente, il papa è primate dell’Italia cattolica, non dell’Italia in quanto stato laico composto da cittadini la cui appartenenza ad esso è sganciata da qualunque confessione religiosa.

Il popolo evangelico ama l’Italia e la Giornata nazionale di preghiera del 22 marzo mostra che è impegnato a pregare per la guarigione, si adopera concretamente per portare aiuto e sostegno a medici ed ammalati, investe le proprie risorse per il bene di tutti, con limiti e difetti, si capisce. La fa perché ha creduto alla Parola di Dio che non smette di annunciare che la salvezza per fede soltanto è soltanto in Gesù Cristo, davanti al quale ogni ginocchio dovrà piegarsi per confessare la propria miseria e il proprio peccato. Senza di Lui, siamo contro di Lui e siamo perduti. Solo attraverso questa buona notizia si aprirà per l'Italia una stagione di rinascita sotto ogni aspetto. (LDC-LS)