Fake-news cristiane. Un virus molto pericoloso

A proposito di una “storia” diventata virale

Roma (AEI), 27 marzo 2020 – Segnaliamo volentieri un articolo pubblicato da Evangelical Focus, con il contributo dell’AEI, con cui viene sollevato un problema serio, che si sta manifestando in modo allarmante anche tra gli evangelici italiani. Si tratta delle “fake news”, le false notizie, che girano in rete e si moltiplicano in poche ore, riempiendo le nostre memorie virtuali, ma soprattutto spostando la nostra attenzione dalla verità alla menzogna, creando confusione, disorientamento e spreco di energie. Eravamo già consapevoli del problema in tempi normali, ma ora sembra che stia proliferando, forte del panico generato dal Covid-19. Le ore di navigazione in rete sono aumentate vertiginosamente e con esse anche l’esposizione, spesso senza i dispositivi di protezione mentale e spirituale adeguati, a qualsiasi tipo di informazione.

Il direttore Joel Forster, prende spunto dal racconto, circolato in rete qualche giorno fa, di un presunto medico colpito dalla testimonianza di fede di un presunto pastore (che in alcuni messaggi diventava un presunto sacerdote cattolico), che lo aveva portato a riflettere su valori profondi della propria vita e della propria vocazione di medico. Fin qui nulla di particolarmente rilevante, considerando che la professione di una fede autentica nel Signore Gesù è sempre portatrice di riflessione e sconvolgimenti nella vita delle persone.

Ciò che viene denunciato è la creazione di una notizia falsa e le successive modifiche per adattarla ai vari canali in cui è stata diffusa. È sorprendente come, pur essendo facilmente riconoscibile come falsa informazione, la stessa stia circolando da giorni ed attraversando confini geografici e linguistici. Almeno cinque elementi fanno sorgere dubbi immediati sulla sua autenticità: 1. la foto, scaricata arbitrariamente da internet e non associabile al nome del dottore; 2. l’attendibilità della sua fonte, un nome facilmente rintracciabile in rete, ma con cui è impossibile entrare in comunicazione; 3. il nome del medico, un rumeno che però in altri siti è associato a tanta gente comune, che svolge tutt’altra attività; 4. le modifiche apportate al racconto sui vari siti dove è stato pubblicato; 5. il riscontro di vari leader evangelici italiani che, interpellati sull’argomento hanno unanimemente negato di conoscere sia le persone citate nella storia, sia la storia stessa.

Pensando alla responsabilità cristiana di vivere nella verità e quindi di promuoverla in ogni forma e manifestazione, sono molto utili alcuni consigli per alzare il livello di attenzione, riconoscendo l’autenticità di una notizia e, aggiungiamo noi, la sua reale importanza. Si possono quindi indossare i guanti e la mascherina della verità, ponendosi queste semplici domande:

    • La persona che ci sta trasmettendo queste informazioni, conosce l’origine del messaggio?
    • L’informazione ha un collegamento con un sito che dia maggiori informazioni? In tal caso, questa fonte merita la nostra fiducia?
    • La storia arriva con il nome dell’autore?
    • C'è qualche possibilità di confermare l’identità di questa persona? È veramente chi afferma di essere?
    • C’è una data in cui la storia è stata scritta?
    • Nella narrazione ci sono dati dettagliati e verificabili? Quanto incidono gli elementi sensazionalistici?
    • Ci sono altri media che hanno pubblicato questa storia? Ci sono ragioni per pensare che l'autore di questa storia stesse cercando di provocare una certa reazione nei lettori? (SDB)