Firmato il Protocollo ma rimangono perplessità

Il disagio evangelico esposto in una lettera al Governo

Roma (AEI), 15 maggio 2020 – Il “Comitato di scopo” evangelico ha firmato il Protocollo per la riapertura dei locali di culto con spirito di collaborazione che sin dall’inizio ha caratterizzato l’operato delle confessioni religiose rappresentate e comprendendo la necessità di far fronte alla situazione delicata. Tuttavia, non ha mancato di rilevare delle criticità nel testo del Protocollo che sono state esposte in interlocuzioni precedenti con il Ministero dell’interno e ribadite in una lettera che ha preceduto la firma dell’accordo.

In questa lettera, si sottolineano alcuni punti discutibili del testo, tra cui infelici espressioni, erronee in fatto e in diritto, lesive dalla libertà religiosa e lesive altresì della pari dignità tra i culti (considerato che non si rinvengono nel Protocollo sottoscritto con la Chiesa Cattolica), quali l’incipit “al fine di agevolare l’esercizio della manifestazione del culto” e “E’ consentita ogni celebrazione…”, espressioni che evocano una sorta di impropria autorizzazione statale all’esercizio del culto in contrasto con la Costituzione Repubblicana.

Si evidenziano altresì “le chiare lesioni della libertà di culto che derivano dal citato protocollo, le quali, non sono state preventivamente ed adeguatamente concordate con le rappresentanze religiose, ma unilateralmente stabilite dalle istituzioni, nonché la violazione del principio di separazione degli ordini, in quanto le misure individuate disciplinano gli atti di culto che rientrano nella sfera di competenza delle confessioni religiose”.

Infine, la lettera del “Comitato di scopo” evangelico esprime preoccupazione per “la mancata indicazione della durata di validità del protocollo in questione” e i termini per “l’eventuale apporto di modifiche”, oltre ad esprimere l’aspettativa di poter proficuamente proseguire l’interlocuzione con il Governo sui tanti temi all’ordine del giorno per la piena attuazione della libertà religiosa in Italia. (LDC)