Ideaitalia - Nuova serie, Anno III · n. 16 · 17 maggio 2019
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SPECIALE DOMENICA DELLA MISSIONE
Domenica di Pentecoste, 9 giugno 2019
Domenica della missione (I): la gioia della missione
Una riflessione biblica
Roma (AEI), 14 maggio 2019 – Da alcuni anni ormai, l’Alleanza Evangelica Italiana promuove la Domenica della missione in occasione della ricorrenza della festività della Pentecoste che quest’anno sarà celebrata il 9 giugno p.v. In questo bollettino proponiamo una riflessione biblica, una preghiera su cui meditare e dei soggetti per l’intercessione per la missione.
“Desidero che voi sappiate, fratelli, che quanto mi è accaduto ha piuttosto contribuito al progresso del vangelo; al punto che a tutti quelli del pretorio e a tutti gli altri è divenuto noto che sono in catene per Cristo; 14 e la maggioranza dei fratelli nel Signore, incoraggiati dalle mie catene, hanno avuto più ardire nell’annunciare senza paura la parola di Dio”.
Filippesi 1,12-14
Qualcuno, dovendo parlare della lettera ai Filippesi dell’apostolo Paolo, ha scritto le seguenti parole: “summa epistolae; gaudeo, gaudete”. Ovvero: “il contenuto della lettera; io gioisco, gioite”. La gioia è un tema che ricorre spesso in questa lettera, essa è citata esplicitamente ben 16 volte in quattro capitoli.
Cosa recava gioia a Paolo? Sicuramente non le condizioni di vita, che lo vedevano imprigionato e con la seria possibilità di morire a causa della sua fede. Sicuramente non lo rendevano gioioso le sfide che doveva affrontare, i malintesi che doveva chiarire attraverso delle lettere, le accuse che gli venivano rivolte sia dai credenti che dai non-credenti, o le eresie che circolavano in alcune delle chiese che aveva fondato. Era evidentemente qualcos’altro. “Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunciato; di questo mi rallegro e mi rallegrerò ancora” (v.18)
Uno dei motivi che rendeva gioioso l’apostolo era sapere che il Vangelo stava crescendo (v.8). Paolo si rallegrava, sapendo che la missione di Dio continua a progredire. Una progressione divina e inarrestabile del Vangelo, capace di sfruttare anche circostanze che dal punto di vista umano sembrano negative o addirittura nocive sia per la reputazione di Dio che per la buona riuscita del Suo piano. Paolo aveva visto in prima persona che niente poteva arrestare questa progressione, nemmeno uno zelante persecutore della Chiesa come lo era stato lui. Perfino le attuali catene e sofferenze di Paolo erano state usate dal Signore per la progressione del piano salvifico di Dio, incoraggiando e spronando altri credenti ad annunciare il Vangelo. Dio, sempre nella lettera ai Filippesi, viene descritto come colui che inizia un’opera solo per portarla anche a compimento (v.6). In quella occasione Paolo stava facendo riferimento al percorso personale dei credenti di Filippi, ma credo che questo concetto si possa estendere con decisione anche al piano missionario di Dio.
Uno spirito missionario pieno di gioia come quello di Paolo ha per forza di cose Dio al centro. Il Movimento di Losanna, nell’Impegno di Città del Capo, parla in questo modo della centralità di Dio nella missione: “L’intera Bibbia rivela la missione di Dio per condurre tutte le cose nel cielo e sulla terra all’unità sotto Cristo, riconciliandole tramite il sangue della sua croce, alla lode della gloria e della grazia di Dio”.
Noi abbiamo il privilegio e il compito di partecipare a questa missione di Dio: “Dio chiama il suo popolo a condividere la sua missione. La Chiesa formata da tutte le nazioni sta in continuità, tramite il Messia Gesù, con il popolo di Dio… La nostra missione è interamente derivata dalla missione di Dio, si rivolge all’intera creazione di Dio, ed è fondata nel suo centro nella vittoria redentrice della croce. Questo è il popolo a cui noi apparteniamo, la cui fede confessiamo e la cui missione condividiamo”.
Termini come opera missionaria, stile di vita missionale, evangelizzazione, discepolato, intenzionalità circolano regolarmente nelle nostre chiese. Sono termini che non dovrebbero essere incentrati sui nostri sforzi, sui nostri modelli, sulle nostre strategie ma che dovrebbero fare capo a Dio, in quanto colui che crea e perfeziona fino al suo compimento la missione. Una missione che ci coinvolge tutti: l’infermiere, l’impiegato, il pastore, il disoccupato, il ricercato, il pensionato e lo studente. Se capiamo la portata e l’importanza di questa missione, non la lasceremo a pochi esperti, ma ognuno di noi si adopererà per fare la propria parte.
Dio Padre ci rende partecipi di questa missione, e ci manda nel mondo così come ha vi mandato il Figlio.
Credo che tutti sappiamo queste cose, ma a volte ci dimentichiamo della grande gioia che dovremmo avere nell’essere partecipi di questa missione. La grande gioia che il Vangelo, nonostante le avversità e le distrazioni della nostra vita, continuerà a progredire; che Gesù Cristo continuerà ad essere confessato come il Signore, alla gloria di Dio Padre a discapito di tutto il resto. Soli Deo Gloria!
Domenica della missione (II): La causa di Dio
Una preghiera puritana su cui meditare
Roma (AEI), 14 maggio 2019 – Volendo si può usare la seguente preghiera puritana (il puritanesimo è un movimento cristiano nato in Inghilterra nel XVI secolo) per parlare con Dio della sua missione, o puoi usarla come base per strutturare un incontro di preghiera sulla missione.
Dio sovrano,
la tua causa, non la mia, coinvolge il mio cuore e io mi appello a te
con la più grande libertà affinché tu stabilisca il tuo regno
in ogni luogo dove Satana regna.
Glorifica te stesso e io gioirò, perché il mio unico desiderio
è di portare onore al tuo nome.
Ti adoro perché tu sei Dio, e desidero che altri conoscano questo,
provino questo e gioiscano in questo.
Che tutti gli uomini possano amarti e lodarti,
che tu possa avere tutta la gloria del mondo!
Possano i peccatori essere portati a te a causa del tuo caro nome!
Agli occhi della ragione tutto ciò che ha a che fare
con la conversione di persone è oscuro
come la mezzanotte, ma tu puoi compiere grandi cose; la causa è tua,
ed è alla tua gloria che gli uomini sono salvati.
Signore, usami come desideri, fa di me ciò che vuoi,
ma, o Signore, promuovi la tua causa,
fai venire il tuo regno, fai avanzare in questo mondo
il tuo interessamento benedetto!
O Signore, porta tante persone a Gesù!
Fammi vedere quel glorioso giorno
e fammi avere un’idea delle moltitudini di anime;
rendimi disposto a morire per questo fine.
E mentre vivo fammi affaticare per te, con il massimo delle mie forze,
passando il tempo utilmente in questo lavoro, sia in salute che in malattia.
È la tua causa e il tuo regno che desidero ardentemente, non la mia causa.
Signore, rispondi tu alla mia richiesta!
Domenica della missione (III): soggetti di preghiera
Per un’intercessione puntuale
Roma (AEI), 14 maggio 2019 – Per orientare l’intercessione durante la Domenica della missione, ecco alcuni soggetti che possono essere tenuti presente:
Ringraziamo il Signore, perché è un Dio missionario e ci rende partecipi della sua missione. Lo ringraziamo per come vediamo questa missione manifestarsi in Cristo Gesù, Dio fattosi uomo per portare salvezza al genere umano attraverso il suo sacrificio. Ringraziamo il Signore per aver riportato il suo piano nella Bibbia che, come ci ricorda l’Impegno di Città del Capo, “rivela la missione di Dio per condurre tutte le cose nel cielo e sulla terra all’unità sotto Cristo, riconciliandole tramite il sangue della sua croce, alla lode della gloria e della grazia di Dio”.
Ringraziamo il Signore per la sua fedeltà, perché lui porterà a compimento l’opera che ha iniziato, non sulla base dei nostri meriti ma sulla base della sua perfetta immutabilità (Numeri 23,19).
Preghiamo per il progresso del Vangelo in Italia e nel mondo e che, come credenti, possiamo essere gioiosi in esso. Preghiamo per risultati copiosi e duraturi della campagna evangelistica My Hope del 2018 che ha visto centinaia di chiese evangeliche italiane coinvolte. Che il seme sparso porti frutto.
Preghiamo per Revive, una conferenza per giovani che avrà luogo in Germania a Capodanno. Che, come altre conferenze simili avvenute in passato, possa essere usata dal Signore per “dare di nuovo vita” (Salmo 85,6) ad una generazione che proclamerà Cristo nel nostro continente.
Preghiamo che la chiesa possa crescere e moltiplicarsi attraverso la fondazione di nuove chiese che fanno discepoli, in “ogni luogo dove Satana regna”, in tutte le regioni del nostro paese e fino all’estremità della terra. Preghiamo che le chiese locali diventino i veri soggetti della missione.
Preghiamo per i missionari al servizio di agenzie missionarie e chiese, che possano ricevere quello di cui hanno bisogno (compreso il sostegno economico) per continuare con il proprio lavoro. Preghiamo anche che tutti noi credenti possiamo realizzare di essere in missione in qualsiasi contesto ci troviamo. (a cura di Michel Di Feliciantonio)
Concluse le Passeggiate della Riforma
400 studenti romani hanno partecipato
Roma (AEI), 14 maggio 2019 – In questo anno scolastico circa 400 studenti delle scuole medie e superiori di Roma, accompagnati dai loro insegnanti, hanno partecipato alle Passeggiate della Riforma protestante organizzate dall’Istituto di Cultura Evangelica e Documentazione di Roma in collaborazione con il Comitato Insegnanti Evangelici Italiani e alcune chiese evangeliche della città. Il percorso offerto alle scuole ha visto gli studenti visitare la “scala santa” presso la basilica di San Giovanni dove il tema delle indulgenze è stato sottolineato con la lettura di parte delle 95 tesi di Lutero; poi piazza Martin Lutero (sul Colle Oppio, di fronte al Colosseo) dove gli studenti sono stati introdotti alle trasformazioni culturali della Riforma e al senso evangelico dei “5 sola” (solo Cristo, sola Scrittura, sola grazia, sola fede, al solo Dio la gloria); infine la terza tappa ha visto gli studenti visitare la sede dell’ICED dove si sono cimentati con la Riforma in Italia, la contro-riforma cattolica e con la realtà vivente di comunità evangeliche nell’Italia di oggi. Un tempo di domande e risposte ha concluso il programma di ciascuna passeggiata.
Le Passeggiate hanno dato l’opportunità a centinaia di studenti di apprezzare il fatto che la Riforma è stato un grande movimento storico che ha impattato il mondo intero, ma anche prendere coscienza che, pur avendo dovuto subire il contrasto della chiesa cattolica, essa è un movimento vitale anche in Italia dove esiste una comunità di fede variegata che tuttavia si riconosce nei principi biblici della Riforma del XVI secolo. (CL)
A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
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www.alleanzaevangelica.org
Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.
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