Roma (AEI), 24 dicembre 2019 – In questi giorni hanno destato grande sconcerto alcune provocazioni offensive verso Gesù Cristo che hanno riguardato il cinema, la cultura e il mondo dei media. Un film commercializzato su Netflix su scala mondiale rappresenta Gesù come una persona omosessuale.
A Roma presso un museo d’arte contemporanea è comparso un manifesto che accosta la figura di Gesù alla pedofilia. In risposta a queste irritanti iniziative sono sorte raccolte di firme, petizioni ed azioni di boicottaggio da parte del mondo cristiano che in alcuni casi hanno raggiunto un’adesione ampia.
Talvolta, però, la reazione è stata scomposta e, piegandosi a strumentalizzazioni di ordine politico, ha evocato persino concetti estranei al Vangelo come il linguaggio rancoroso e la difesa del crocifisso nelle scuole come simbolo “identitario” della nostra cultura (da ricordare che il crocifisso è simbolo del cattolicesimo romano, non del cristianesimo). Per questa ragione il Consiglio Esecutivo Federale (CEF) dell’Alleanza Evangelica Italiana ha voluto esprimersi pubblicamente sulla vicenda per stimolare una riflessione equilibrata al riparo da isterismi, reticenze e silenzi.
Con riferimento alle recenti ingiurie nei confronti della persona di Gesù Cristo, il CEF dell’Alleanza Evangelica Italiana:
Richiama il proprio impegno per un reale pluralismo sociale e culturale nella vita pubblica del Paese, senza che tale sforzo, però, comprometta il diritto di esprimere valutazioni su fatti che ad esempio incidono sulla dignità delle persone e sui diritti umani. Nella prospettiva dell’Alleanza Evangelica, l’impegno per un pluralismo culturale e sociale non precipita mai nel relativismo morale o in un prospettivismo per cui “tutto va bene”. Al contrario esso ci arricchisce della consapevolezza dei limiti, dei presupposti, delle parzialità, del provincialismo che caratterizza una visione del mondo non biblica, incoraggiandoci ad essere prudenti, saggi e tolleranti.
Ritiene che la libertà di espressione (tra cui quella artistica) sia un dono prezioso che appartiene al nostro essere uomini e donne creati ad immagine di Dio (Impegno di Città del Capo [2010], II.A.5). Come il resto della vita umana decaduta nel peccato, anche questa libertà può essere usata in modo illegittimo, ledendo la sensibilità altrui nelle credenze, negli affetti, nei valori più cari (come è successo nei casi evocati sopra). Quando il linguaggio dell’odio e dell’incitamento alla violenza, infatti, assume le forme palesi dell’indecenza, dell’oscenità e dell’offesa nei confronti di una o più convinzioni religiose, la società civile non può far finta di niente ed una ferma reazione è dovuta.
Ricorda che la ricerca di un “limite”, costituito dalla compresenza di molteplici interessi e di varie sensibilità, non può andare a discapito della libertà di pensiero e di parola. In una società laica e plurale, deve essere riconosciuto a tutti il diritto di pensare e di esprimere le proprie convinzioni nel quadro dei principi fondamentali della Costituzione e nel rispetto delle persone. Il profilo giuridico di tali comportamenti è una materia molto complessa segnata, infatti, da un’evoluzione non sempre lineare e congruente; si consideri ad esempio il faticoso passaggio dal reato di vilipendio contro la religione di Stato (ripristinato in epoca fascista e nel 2000 dichiarato illegittimo dalla Corte Costituzionale) alla più generica ridefinizione dei reati di opinione contro le confessioni religiose (2006).
Per questi motivi, l’Alleanza Evangelica invita ad una riflessione ponderata che richiami tutti gli interlocutori alla responsabilità e ad un vero confronto – anche critico, senza però essere mai offensivo o ingiurioso - nello spazio pubblico.
Rifiuta l’idea che alle provocazioni offensive si possa rispondere attraverso l’ostentazione di simboli religiosi branditi come arma “identitaria” e all’insegna di un cristianesimo “culturale”. Spesso i simboli religiosi imposti in locali pubblici (crocefissi, i presepi, ecc.) sono parte del problema e non una soluzione perché attribuiscono ad un artefatto religioso un valore “civico” che non ha. Oltretutto questi simboli, propri del contesto cattolico romano, sono estranei al mondo evangelico.
Incoraggia i cristiani evangelici a considerare il mondo dell’espressione artistica (film, teatro, danza, televisione, arte figurativa, ecc.) come un campo vocazionale da vivere in modo integro e missionale. Come dice il Movimento di Losanna, l’arte deve essere redenta, non demonizzata e nemmeno idolatrata (Lausanne Occasional Paper N. 46, 2004). Mentre va denunciato il calpestamento gratuito della sensibilità altrui spacciato come “opera d’arte”, il mondo delle arti non va lasciato ai soli “provocatori”, ma abitato anche da artisti animati dal desiderio di onorare Dio e servire il prossimo. (CEF)
Roma (AEI), 19 dicembre 2019 – Tenere accesi i riflettori sulla libertà religiosa in Italia. Questo è stato l’obbiettivo della tavola rotonda sulla libertà religiosa tenuta presso il Senato della Repubblica il 19 dicembre. Si trattava del terzo appuntamento di questa iniziativa promossa dal Cesnur di Torino (Massimo Introvigne) sulla scia di eventi simili che si stanno diffondendo in tutto il mondo. Presenti una settantina di rappresentanti di movimenti e gruppi religiosi, tra cui i rappresentanti dell’Alleanza Evangelica Italiana, Damaris Marletta e Leonardo De Chirico. Dopo il saluto del sen. Lucio Malan e l'introduzione di Introvigne, è stato dato spazio a vari interventi di 3 minuti ciascuno.
Nel loro intervento i rappresentati dell’AEI hanno detto: "Un mese l’AEI fa era in piazza a S. Giuliano Milanese per difendere la libertà religiosa di una chiesa evangelica di incontrarsi in un locale e una settimana fa era in piazza davanti all'ambasciata d'Algeria per perorare la causa della LR in quel Paese. Questo per dire che la LR è al centro dei nostri interessi storici e attuali. Sulla LR abbiamo ascoltato alcuni discorsi che ci impongono di fare una distinzione: oggi di LR si parla in termini di "cittadinanza" (pluralismo, laicità, regole uguali per tutti) e in termini di "fratellanza" (tutte le religioni uniscono perchè sono forme diverse di esprimere lo stesso anelito, vedi Papa Francesco che parla di LR in questo modo). Noi siamo interessati alla LR in quanto diritto di cittadinanza: siamo interessati alle regole eque per tutti, siamo contrari a spacciare la LR come avente come presupposto una teologia inclusiva e che vuole "unire" le religioni. Le religioni sono teologicamente irriducibili tra loro e noi rivendichiamo l'interesse per la LR e, allo stesso, la nostra convinzione che la nostra fede debba essere onorata in modo integro. Crediamo nella pacifica convivenza e nella collaborazione, respingiamo la visione secondo la quale dobbiamo mettere da parte le nostre irriducibili differenze. Quindi, siamo convinti che in Italia il problema della LR abbia diversi livelli: costituzionale, legislativo, culturale, informativo, ... Siamo pronti a collaborare a tutte quelle iniziative volte a garantire la LR per tutti".
Al termine dell'incontro Introvigne ha proposto di istituire 4 commissioni che producano un documento ciascuno in vista del prossimo incontro su questi temi: 1. Informazione religiosa; 2. Museo delle religioni; 3. Proposte di riforma legislativa; 4. Rifugiati per motivi religiosi. A gennaio saranno date indicazioni specifiche per come partecipare a queste commissioni. (LDC – DM)
Roma (Protestante Digital, AEI), 19 dicembre 2019 – Papa Francesco ha abolito il secreto pontificio sulle indagini su scandali e abusi sessuali di preti e religiosi cattolici. Che effetti avrà? Un articolo pubblicato su Protestante Digital , il web magazine dell’Alleanza Evangelica Spagnola, e ripreso da Evangelical Focus, ha cercato di fare il punto includendo nella serie di commenti anche un’intervista a Leonardo De Chirico, vice-presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana nel corso della quale ha affermato:
“Si tratta di una decisione da lungo attesa dopo anni, decenni e secoli di abusi sepolti in nome dell’interesse superiore della chiesa rispetto alla scoperta della verità; ora gli ecclesiastici sapranno di non avere più uno scudo legale del Vaticano e nemmeno un muro di omertà dietro cui nascondersi. La decisione arriva dopo molti preparativi e conferenze appositamente dedicate al tema. Probabilmente, il Papa ha ritenuto che gli impegni retorici alla trasparenza non avrebbero avuto efficacia senza un cambiamento della legge vaticana”.
Quanto alle prospettive future, De Chirico ha osservato: “la cultura gerarchica è incistita nella comprensione del sacerdozio della chiesa romana. Mentre tutte le misure per accendere i riflettori sugli scandali sono benvenute, ci sono secoli di atteggiamenti auto-difensivi così radicati e una comprensione ‘spessa’ del sacerdozio che ha necessità di essere riformata biblicamente”. (CL)
Roma (GBU-AEI), 19 dicembre 2019 – Dal 27 dicembre al 1 gennaio alcune migliaia di giovani si ritroveranno in Germania, nella città di Karlsruhe, per prendere parte ad un importante evento promosso da IFES Europe (International Fellowship of Evangelical Students – Il GBU internazionale). Revive Europe (questo è il nome dell’evento) non è un evento esclusivo per gli studenti legati ad IFES, ma è il risultato di una bella collaborazione tra tante organizzazioni missionarie, tra le quali Operazione Mobilitazione, Unione per la lettura della Bibbia, Agape Europe, Ravi Zacharias International Ministry, Gioventù in Missione, il Movimento di Losanna, Alleanza Evangelica Europea ed altre.
Oltre alle sessioni plenarie, che vedranno alternarsi sul palco diversi relatori noti (tra questi Lindsay Brown, Becky Pippert e Anne Zaki), verrà dato ampio spazio alla lode, alla preghiera, alle testimonianze e a un vasto numero di seminari interattivi sulle tematiche più svariate per equipaggiare gli studenti che sono in prima linea nell’opera evangelistica nelle università.
L’Italia sarà ben rappresentata a Revive Europe da circa 80 giovani provenienti da quasi ogni regione e da diversi contesti evangelici. Da segnalare anche una presenza “italiana” nel comitato organizzatore dell’evento, infatti la direttrice generale dell’intera conferenza è Sarah Breuel, missionaria brasiliana che, oltre ad essere coordinatrice per la formazione all’evangelizzazione per IFES Europa, è impegnata nella chiesa Hopera di Roma insieme a suo marito René. Uno degli slogan di Revive è anche una preghiera: Risveglia i nostri cuori. Risveglia le nostre università. Risveglia l’Europa. Che Dio possa rispondere a questa preghiera risvegliando la fede di tanti nel vecchio continente. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito ufficiale dell’evento (www.reviveeurope.org) oppure, in italiano, sul sito del GBU Italia (www.gbu.it). (GD)
A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.
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