Ideaitalia - Nuova serie, Anno IV · n. 26 · 1 giugno 2020
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Opportunità e sfide per la missione (I): un incontro nazionale di preghiera
Un’altra iniziativa di preghiera promossa dall’AEI
Roma (AEI), 1 giugno 2020 – Dopo aver promosso tre incontri di preghiera nazionali durante la pandemia con un’ampia partecipazione di chiese evangeliche italiane, il coinvolgimento nella preghiera in vista dell’avanzamento della testimonianza evangelica in Italia e nel mondo è proseguito ulteriormente. Infatti, sabato 30 maggio si è svolto l’incontro online “Opportunità e sfide per la missione” organizzato dall’AEI in vista della “domenica della missione”, appuntamento istituzionale che ogni anno ricade nella domenica di Pentecoste.
All’incontro ha partecipato una piccola rappresentanza delle tante missioni e opere presenti in Italia, composta da: Compassion, Porte Aperte, Wec, Cristo è la Risposta, GBU, Youth for Christ, La fionda di Davide, Meta migranti onlus, Missione Tabita e ACP. Il programma è stato suddiviso in tre blocchi di preghiera: Chiesa e missione globale; Evangelizzazione e giovani; Lavoro sociale e immigrazione.
L’evento è stata un’occasione per parlare e pregare per le sfide e le occasioni scaturite dalla pandemia di covid19; con il lockdown ad impedire molte delle normali attività delle missioni, ma ad offrire la possibilità di reinventare molti dei ministeri attivi. In bollettini futuri, Ideaitalia darà voce a molte agenzie missionarie operanti in Italia e nel mondo che presenteranno le principali sfide che si trovano ad affrontare. Tutto per stimolare la preghiera e il senso di partecipazione di tutti gli evangelici italiani ad un’opera corale. A moderare l’incontro del 30 maggio per l’Alleanza Evangelica Italiana sono stati: Davide Bogliolo, Chiara Lamberti e Carine Francq con il supporto tecnico di Clay Kannard. (DB)
Opportunità e sfide per la missione (II): chiesa e missione globale
Dall’Italia al mondo
Roma (AEI), 1 giugno 2020 – Ad aprire l’incontro è stato Silvio Galvano, che ha sottolineato come molti degli assistiti di Compassion, che opera principalmente in paesi in via di sviluppo, si siano trovati nella drammatica condizione di dover scegliere tra il proteggersi dal covid19 o il rischiare il contagio e l’arresto ed uscire per procurarsi da vivere. Compassion raggiunge 2 milioni di bambini, proprio loro sono al centro delle preghiere dell’organizzazione, che non potendo più permettere gli assembramenti nei propri centri, ha dovuto rivoluzionare il proprio approccio, “portando il centro dai bambini” ma riuscendo così ad aiutare anche intere famiglie, circa 8.5 milioni di persone.
Anche Porte Aperte, tramite Cristian Nani, ha condiviso come nonostante il peggioramento della condizione dei cristiani in paesi già poveri, la pandemia abbia offerto l’incredibile opportunità per le chiese e i volontari di paesi chiusi al Vangelo, di poter offrire aiuto persino ai propri persecutori, dando una prova concreta dello straordinario amore di Dio.
Claudia Pignatelli, responsabile di WEC, ha riassunto bene con una frase un sentimento comune, affermando che “anche se abbiamo sospeso programmi e perso soldi, il lockdown non ci ha fermati, anzi!”, ci sono testimonianze in Cina e tra migranti in tutto il mondo di persone che aprono il proprio cuore a Cristo, anche tramite evangelizzazioni digitali. (DB)
Opportunità e sfide per la missione (III): evangelizzazione e giovani
Un’attenzione alle giovani generazioni
Roma (AEI), 1 giugno 2020 – Ad aprire il secondo blocco di preghiera sono stati Paul Schafer e Giovanni Cappello di Cristo è la Risposta, che hanno raccontato di come un ministero principalmente di strada, come quello della tenda, abbia dovuto cancellare 230 riunioni in 11 città. Ciononostante Cristo è la Risposta, in collaborazione con la comunità cinese in Italia e con 250 pastori in tutto il paese, ha potuto distribuire mezzo milione di mascherine unitamente a vangeli e trattati, condividendo il Vangelo in maniera “Chiara e completa” con migliaia di persone.
Johan Soderkvist dei Gruppi Biblici Universitari ha invece raccontato la crisi dal punto di vista dei “frequentatori di internet più capaci del paese: gli universitari”, che sono stati raggiunti da molte iniziative lanciate dagli universitari italiani (non solo gbu). Il segretario nazionale del GBU ha sottolineato proprio come i giovani siano stati quelli che hanno visto la propria vita più snaturata degli altri, rinunciando a 3-4 mesi di vita sociale e con tante conseguenze sul loro modo di vivere, generando: rabbia, paura, delusione o incapacità di leggere il futuro, aprendo così la porta per agli universitari cristiani per condividere il Vangelo.
Sono molte le sfide condivise anche da Ester Montefalcone, di Youth For Christ, lavorare con gli adolescenti esclusivamente online è molto più complicato di quanto si possa pensare, sia per le difficoltà legali di poter raggiungere minorenni, sia per l’incapacità di molti ragazzi di articolare il proprio disagio. La crisi ha però permesso di rafforzare i rapporti con quegli adolescenti con i quali già si era creato un contatto, lavorando sulla qualità.
Molto interessanti anche gli spunti offerti da Antonio Amico, de La Fionda di Davide, che nel suo lavoro con i bambini si è dovuto confrontare soprattutto con l’incapacità paradossale dei genitori, di ritrovarsi ad essere genitori 24 ore su 24, portandoli a riconoscere di dover imparare a prendersi cura dei propri figli. Amico, ha anche condiviso un appello a tutti i direttori di missione presenti, ricordando loro che “i bambini di oggi, saranno i direttori delle missioni di domani” è quindi fondamentale investire e dedicare attenzione al loro mondo. (DB)
Opportunità e sfide per la missione (IV): lavoro sociale e immigrazione
Mai dimenticando gli ultimi
Roma (AEI), 1 giugno 2020 – Nel terzo blocco di preghiera Emanuela Artico, direttrice di Meta Migranti, ha ricordato a tutti come l’azione sociale sia da sempre nel cuore di Dio, sin dal Vecchio Testamento e di come questa crisi ci abbia costretto a fermarci dai nostri mille impegni e valutare le nostre vite, lo stesso è avvenuto nella vita di molti stranieri di altre religioni, che fermi a casa hanno cominciato a farsi domande profonde sul senso della vita. Questa crisi sarà sicuramente un’occasione per riscoprire ancora di più il nostro paese, come primo campo di missione dei credenti italiani.
Marco Costantini di Missione Tabita onlus, ha condiviso il lavoro della propria associazione, raccontando di come “cambiamento, sia stata la parola chiave”, dal momento che dovendo fermare totalmente il lavoro tradizionale, si sono aperte improvvisamente, e con un’accelerazione incredibile, tantissime nuove opportunità con partner e istituzioni con i quali si cercava un contatto da anni, questo ha permesso di raggiungere tantissimi nuovi contatti, offrendo solo “una goccia d’acqua nel deserto, ma che per molti vale quanto un fiume, dal momento che non si sentono abbandonati.”
Infine Cris Gautchi di ACP ha condiviso il bisogno di avere saggezza da parte di Dio, per far fronte ad un aumento incredibile del bisogno di aiuto e risorse sempre limitate. Il direttore di ACP ha anche sottolineato come la crisi, sia un ottimo modo per focalizzare il nostro lavoro e impegno e trovare nuovi modi per essere più efficaci, usando meno risorse. (DB)
Nonostante il covid 19, successo per lo European Leadership Forum
Più di 4000 partecipanti da tutta Europa
Roma (AEI), 1 giugno 2020 - Dal 24 al 27 Maggio si è tenuta la ELF, che quest'anno a causa del Covid19, si è svolta in modalità online. il bilancio di questa edizione è decisamente positivo. Innanzitutto l'organizzazione è stata eccezionale: una app facile da usare ed estremamente efficace ha permesso ad un team di volontari di coordinare più di 800 sessioni tra gruppi di discussione, workshop, plenarie, agenda, contatti e di far si che i partecipanti fossero in continuo aggiornamento sugli eventi in corso.
Alcune sessioni pre- e post-Forum hanno ulteriormente arricchito il programma generale che ha preso il via con la sessione plenaria del 23 sera guidata da John Lennox e da Ramez Atallah sul tema: Vivere fedelmente in un mondo Covid19.
Peter Mead ha guidato le sessioni plenarie del primo pomeriggio portando lo studio sull'intera Lettera agli Ebrei definendola Il Sermone per antonomasia: cristocentrico, un invito a porre la nostra fiducia interamente su di Lui, Colui che intercede per noi, Colui che ci riprende e ci conduce verso una destinazione gloriosa alla presenza del Padre. Un sermone che non è indirizzato all'individuo, ma ad un corpo: abbiamo bisogno gli uni degli altri.
Le sessioni plenarie serali sono state affidate a Sarah Breuel (Abbandonare gli idoli del cuore), Rico Tice (Perché e come evangelizzare), Stefan Gustavsson (La rivoluzione biblica della sessualità), Dave Patty (Come essere discepoli fedeli nell'era digitale). I workshop hanno toccato argomenti che spaziavano dall'apologetica alla leadership, dal discepolato all'evangelizzazione, dalla teologia alla bioetica, dalla comunicazione alla cura d'anima. Tutte le sessioni hanno permesso di creare interazione con domande che spesso erano risposte in diretta o successivamente nelle rispettive classi.
Tantissimi i gruppi di discussione nella sessione Q&A (domande e risposte) dove era possibile per ogni partecipante aprire un dibattito su qualunque tema ed iniziare quindi una conversazione con condivisioni di esperienze. In particolare sono stata invitata ad un gruppo sull'evangelizzazione dei cattolici. E' stato entusiasmante e talmente partecipato (circa un centinaio di persone) che abbiamo avuto un contributo extra di Leonardo De Chirico con un incontro zoom per rispondere alle varie domande che venivano fuori dal dibattito. De Chirico, che ha guidato due workshop sul cattolicesimo (Vangeli differenti: evangelici e cattolici romani; Tra Tommaso e Tomismo: esplorare il significato di Tommaso d'Aquino nel pensiero evangelico) ha potuto rispondere in modo esaustivo e il gruppo ha intenzione di restare in contatto per successivi contributi.
In realtà, come ha detto Michael Reeves, ELF non è una conferenza ma un movimento che collega il corpo di Cristo da tutte le parti del mondo per la crescita e l'avanzamento del Regno di Dio. (CF)
Le chiese evangeliche italiane riaprono i locali
Una prospettiva femminile su questo momento storico
Roma (AEI), 1 giugno 2020 - Come era già stato annunciato nei precedenti bollettini, in seguito ai protocolli firmati con il Governo, anche le Chiese evangeliche dal 18 maggio hanno potuto riaprire i propri locali di culto seguendo le linee guida elencate nel documento Protocollo Con Le Chiese Protestanti, Evangeliche, Anglicane. La prima domenica di riapertura è stata il 24 maggio 2020, ma diverse chiese hanno voluto aspettare un'ulteriore settimana per organizzarsi al meglio affinché il tutto avvenisse in completa tranquillità.
Ascoltando varie testimonianze sono emersi sentimenti comuni: primo fra tutti la gratitudine a Dio per potersi ritrovare insieme; a seguire l'impaccio iniziale per gli inevitabili limiti ad avere contatti fisici (mascherina, strette di mano, abbracci...) e infine, il desiderio di ritornare alla “normalità” il prima possibile.
“Dopo circa 3 mesi di lockdown, finalmente ci possiamo riunire con tutti i fratelli e sorelle dai quali siamo stati fisicamente distanti, perché comunque grazie alle tecnologie a disposizione non è mancata l’opportunità di mantenere i contatti, ma sappiamo benissimo che non è la stessa cosa, ha dichiarato la sorella Anna Pellerito della Chiesa Pentecostale Elim Sorgente di Vita di Sesto San Giovanni (MI). Appena è cominciato il culto l’emozione è stata davvero tanta. Non abbiamo potuto trattenere le lacrime; finalmente potevamo lodare e benedire il Signore insieme. Certamente sono mancate le strette di mano, i sorrisi, nascosti dietro una 'opprimente' mascherina, ma soprattutto sono mancati gli abbracci. Oltre alle nostre parole, ecco che i nostri occhi sono diventati uno strumento per esprimere tutto l’affetto e l’amore che ci lega l’un l’altro. Anche noi, come diverse chiese in tutto il territorio nazionale, abbiamo adottato il metodo delle prenotazioni da effettuarsi direttamente sul sito con una speciale applicazione che aggiorna il numero dei posti disponibili man mano che vengono prenotati. Non posso dimenticare la forte emozione che abbiamo provato, quando, avendo aperto le iscrizioni, abbiamo visto scendere il contatore in maniera vertiginosa, tanto che nel giro di un’ora i posti erano quasi tutti occupati. Sembrava una corsa all’impazzata a chi arrivava prima. Questo ci ha riempito il cuore di gioia perché in quel preciso momento abbiamo compreso quanto lo stare insieme fosse mancato e quanto fosse grande il desiderio da parte dei fratelli di partecipare al culto. Riecheggiano nella mia mente le parole di Davide quando affermava nel Salmo 122:1: Mi sono rallegrato quando m'hanno detto: «Andiamo alla casa del SIGNORE»”.
Lidia Mesolella della Chiesa Apostolica di San Nicola La Strada (CE) ci ha condiviso: “Alle pulizie continue eravamo abituati (grazie alle sorelle zelanti che non mancano mai in ogni comunità). Ma rivederci dopo più di due mesi con i volti coperti e senza poterci neanche lasciare andare a un abbraccio, che prima era più che spontaneo, sicuramente è stato un duro colpo”, e continuando sul tema della lode “Cantare con la mascherina, fare turnazioni nel gruppo musicale rinunciando agli strumenti 'non portanti'... è tutto abbastanza artificioso; una situazione innaturale, in cui il popolo di Dio deve rinunciare a quegli elementi che lo rendono speciale e attraente, come il contatto fraterno o la lode libera. La prima riunione è stata come l'assetato che finalmente riesce a bere un sorso d'acqua: tutti presenti, anche chi non ti aspettavi, e tutti con la voglia di innalzare lodi e preghiere. Ma già dalla seconda, la sensazione è che lo scoraggiamento e il ripiegamento in sé stessi stia prendendo il sopravvento, e che non si sia tanto disposti ad adeguarsi a schemi così rigidi anche in quei momenti in cui ci si aspetta di essere finalmente liberi alla presenza del Signore. Anche perché, almeno nella nostra regione, il contagio è ormai quasi azzerato, e tutti si chiedono per quale motivo ci si debba sacrificare fino a questo punto.”
“Per noi il ritorno nel locale di culto è stato un misto di sentimenti tra gioia e dolore, prosegue Loredana Cappello della Chiesa Evangelica Pentecostale di Seriate (BG). “Gioia perché finalmente abbiamo potuto ritrovarci insieme e seppure solo guardarci negli occhi da vicino è stato davvero toccante. Gioia di vedere il nostro caro pastore Tino Di Domenico, in piedi sul pulpito, per la grazia di Dio a predicare la Parola dopo essere stato colpito direttamente dal virus che lo aveva debilitato notevolmente. Come non essere grati a Dio per il Suo intervento! Abbiamo compreso che il ritrovarci insieme non è qualcosa di scontato, ma estremamente prezioso e ne abbiamo fatto tesoro soprattutto perché la nostra comunità ha vissuto e vive tuttora un grande lutto a causa del Covid che ha portato via il nostro caro fratello e anziano Giò Romano. Le nostre giornate sono state scandite da sirene di ambulanze e file di carri funebri, per cui la paura ha cercato di sopraffarci. Ma siamo tornati in chiesa proprio per rafforzare da vicino la nostra fede nell'unità e, seguendo le procedure di sicurezza, siamo ripartiti con una nuova spinta volendo focalizzarci sulle cose davvero essenziali della nostra vita in Cristo: più misericordia l'uno per l'altro e per il nostro prossimo, fiducia in Colui che ci porta avanti e profonda gratitudine per essere parte di una grande famiglia”.
“Tornare a vederci in chiesa è stato unico, ha affermato Rita Macrì della Chiesa Apostolica di Grosseto. Ci sentivamo come dei pellegrini sparsi che tornano alla comunione. La commozione è riuscita a superare l’impaccio della procedure per entrare nel locale di culto. La mascherina imposta non è stato un freno per le preghiere che sono venute fuori una dopo l’altra mostrandoci come la Luce fosse stata con noi e avesse illuminato ogni singola casa. E improvvisamente ci siamo sentiti liberi come mai fino ad ora. La gratitudine è stato il sentimento dominante e abbiamo compreso ancora di più che non c'è chiesa senza comunione fraterna!”
Quando si parla di 'chiusura delle chiese' tante emozioni si presentano per la famiglia di Punto Luce a San Giuliano Milanese. Nina Fiore Schaafsma ha condiviso con noi le sfide che la chiesa ha dovuto affrontare l'anno scorso con una prima chiusura forzata (vedi vicenda Punto Luce) e la successiva riapertura, per poi ritrovarsi di nuovo a dover chiudere a partire dal 23 Febbraio per il Covid19.
“Stavamo iniziando una settimana di eventi speciali con un team di studenti e dover interrompere tutto ci lasciava increduli. Questa chiusura è stata molto diversa dalla prima! Questa volta eravamo d’accordo con l’ordinanza resasi necessaria per proteggere la popolazione. Diversi membri di Punto Luce si sono ammalati ed alcuni nostri vicini sono morti. (La nostra cittadina ha avuto 48 decessi e tutt’ora abbiamo ancora tanti ammalati). Mio marito e nostra figlia hanno lavorato all’Ospedale da campo a Cremona e questo creava un ulteriore peso ai nostri cuori. Come tanti altri in Italia, non ci siamo fermati e abbiamo goduto di fare 'Culto in case' grazie alla tecnologia. E poi… finalmente con gioia abbiamo potuto riaprire! Chi l’avrebbe detto! Per noi in Lombardia è stata una concessione davvero apprezzata. Siamo consapevoli dei rischi che ci sono ancora. Abbiamo pulito, sistemato le sedie, seguito le regole e preparato i documenti. Che gioia ieri sera ritrovarci insieme anche con ospiti da altre chiese. In un certo senso per noi è stato semplice sottostare alle norme - siamo abituati alle distanze, alle mascherine, al farci misurare la temperatura. Ma che bello cantare, pregare e vederci da vicino! Tutto questo ci porta ad esprimere grande gratitudine a Dio, a riconoscere ancora una volta che appartenere al corpo di Cristo è una grande benedizione. Sappiamo che il Signore cammina con noi ed è Sovrano. Abbiamo visto tanta morte, ma anche tante persone venire al Signore. In questi mesi parlavamo di essere 'Distanti ma uniti' , ma ieri eravamo meno distanti e più uniti che mai. Gloria a Dio!” (CF)
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