La pesante eredità del concordato

Una dichiarazione dell'Alleanza Evangelica Italiana

L'11 febbraio 2009 il concordato tra chiesa cattolica e lo Stato italiano compie 80 anni. Si tratta di un anniversario pesante, che segnala il consolidamento di un cristianesimo funzionale più che ufficiale, protetto da innumerevoli status ecclesiastici e da privilegi legali.

L'AEI ricorda (a 80 anni dalla firma) che l'asimmetria legale e in parte costituzionale a favore di una confessione religiosa ha favorito nel tempo la formazione di una identità religiosa che – pur se numericamente maggioritaria – si è rivelata spesso corrosiva delle libertà e dei diritti delle minoranze, oltre ad essere ostativa nei confronti di una manifestazione reale della pluralità religiosa, sociale e culturale.

L'AEI considera complessivamente ambigua la scelta di favorire una religione concordataria e avverte il rischio della confusione che si è realizzata tra nazione e cattolicesimo, tra un tipo di fede e la cultura popolare, fatto questo inibitore per molti versi degli sforzi cristiani e missionari più autentici. Inoltre il concordato (e il suo utilizzo) si è di fatto declinato come sistema di relazioni – patti e partnership, giochi di poteri e mosse opportunistiche – creando negli anni gravi e pericolose distorsioni nella prassi e nella governance democratica del Paese.

L'AEI valuta come ingiusto e non più sostenibile il tentativo concordatario di gestire le pluralità e la libertà religiosa come esercizio collusivo e di fatto monopolistico.

Per questi motivi, l'AEI:

Invita le forze politiche e le Istituzioni democratiche e civili ad impegnarsi per una profonda revisione della legislazione vigente nell'ambito delle libertà di culto.

Chiede che siano definitivamente abrogati i residui di legislazione fascista sui "culti ammessi" che discriminano le minoranze religiose. In uno stato democratico non ci possono essere "culti ammessi", ma a tutti deve venire riconosciuta la piena libertà religiosa.

Invita i credenti, i leader e tutte le comunità cristiane a pregare e agire per uscire dalla cattività del privilegio e dell'ingiustizia.

Incoraggia tutti ad una coraggiosa (e profetica) partecipazione civile e politica per il bene della nazione intera.

Sollecita la partecipazione massiccia al Raduno per la libertà religiosa[1] indetto per il 20 giugno 2009 a Roma, per difendere e promuovere la libertà religiosa

Roma, 11 febbraio 2009