AEI: preoccupazione per l'aggravarsi della situazione dei cristiani in Marocco

L'Alleanza Evangelica Italiana esprime preoccupazione per il recente aggravarsi della situazione dei cristiani in Marocco e fa propri i contenuti del seguente comunicato stampa a cura di un gruppo di cristiani marocchini, invitando le chiese evangeliche a pregare e a mobilitarsi per sostenere il diritto alla libertà religiosa ovunque.

COMUNICATO STAMPA

Noi, membri dell'Unione Mondiale di Cristiani Marocchini (Worldwide Union of Moroccan Chistians) dichiariamo che:

Stiamo seguendo con grande trepidazione le ondate di convocazioni, interrogatori, misure di custodia cautelare, messe in atto in queste ultime settimane da parte delle forze di sicurezza marocchine nei confronti dei Cristiani marocchini, e prendiamo nota anche delle espulsioni di operai stranieri che operavano all'interno di organizzazioni umanitarie nel Marocco. Con questo comunicato stampa ci preme chiarire alcuni punti:

  • 1) In qualità di cristiani marocchini, siamo orgogliosi del nostro ricco retaggio cristiano. Alcuni di noi siamo cristiani della prima generazione, altri di seconda generazione, altri di terza, e tutti noi abbiamo ruoli e funzioni variegate all'interno della società e della nazione marocchina, sia in patria sia nella diaspora marocchina all'estero. Noi viviamo le nostre vite quotidiane in maniera pacifica, in armonia con la società, in maniera rispettosa, servendola secondo le nostre capacità e con zelo;
  • 2) Contrariamente alle asserzioni discutibili da parte di alcuni mass media che tentano di mettere in dubbio la validità della nostra fede facendo insinuazioni di vario genere, noi siamo saldi nell'affermare che la nostra fede in Cristo è una scelta personale, una scelta consapevole che non è risultato di pressioni esterne o di motivazioni social o materiali. Le nostre convinzioni sono religiose e non sono risultato di qualche tipo di influenza straniera;
  • 3) Gli abusi e la persecuzione che vengono attuate da parte delle autorità marocchine hanno effetti deleteri su noi cristiani e ci privano di diritti fondamentali garantiti dalla costituzione e da tutte le convenzioni internazionali. Questi comportamenti da parte delle autorità sono in netta contraddizione con le asserzioni governative marocchine, asserzioni da parte di un portavoce governativo il quale ha asserito che il Marocco garantisce libertà religiose ed ideologiche. È nostro dovere mettere in dubbio la legittimità di queste asserzioni governative in quanto c'è da domandarsi questo: Se fossero vere queste asserzioni inerenti alla libertà dei cristiani in Marocco, perché i Cristiani in Marocco vengono al momento perseguitati? Sulla base di quali leggi vengono interrogati ed arrestati?
  • 4) Noi affermiamo che le dichiarazioni dei conduttori di chiesa stranieri in Marocco non possono essere considerate alla stessa stregua di quelle di cristiani marocchini. Questo perché gli stranieri che dimorano in Marocco e si dichiarano cristiani beneficiano di privilegi che ai cristiani marocchini sono stati negati: privilegi inerenti a luoghi di culto, chiese e la possibilità di riunirsi e di praticare riti religiosi in ambiti sia pubblici sia privati. Non ci viene neppure permesso di difendere la nostra fede allorquando sarebbe opportuno. Inoltre, ci viene anche negato il diritto di possedere Bibbie in lingua araba e berbera all'interno dei confini nazionali, le nostre Bibbie vengono confiscate e considerate come strumenti di proselitismo;
  • 5) Noi denunciamo che le angherie che subiamo in qualità di cristiani autoctoni chiarendo sono una forma di persecuzione religiosa che non ha nulla a che fare con delle prese di posizione in campo politico. D'altro canto, noi come cristiani marocchini preghiamo per il nostro re, il nostro popolo e la nostra terra natale, da Tangeri a Luguira, affinché ci sia maggiore buona volontà, progresso e prosperità.

È su questa base che noi chiediamo al governo marocchino ciò che segue:

  • 1) Di astenersi da, e non portare più avanti, quegli interventi delle forze di sicurezza governative che minacciano, arrestano, impongono misure di custodia cautelare, ed ispezionano le case e i luoghi di culto dei cristiani con il solo obiettivo di umiliarli e di metterli sotto pressione affinché rinuncino alle loro convinzioni religiose;
  • 2) Che il governo apra dei canali formali di dialogo con i cristiani marocchini affinché ci si possa chiarire, affinché ci sia limpidezza, trasparenza e comprensione reciproca nei rapporti fra cristiani e governo, poiché a noi sta a cuore sia l'integrità del paese sia la sua sicurezza;
  • 3) Che ci sia il riconoscimento ufficiale dei cristiani marocchini e del loro diritto di svolgere funzioni religiose e riti connessi con la loro fede, e di farlo liberamente senza subire angherie e restrizioni;
  • 4) Che venga accordato ai Marocchini il permesso di convertirsi alla religione da loro scelta, anche al Cristianesimo, senza dover (per questa scelta) subire interrogatori e angherie da parte delle forze di sicurezza, tutto questo conformemente alla costituzione del Marocco.

L'Unione Mondiale dei Cristiani Marocchini
(Worldwide Union of Moroccan Christians)


lunedì 15 marzo 2010

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