Ideaitalia - Nuova serie, Anno V · n. 28 · 6 ottobre 2021

SPECIALE DOMENICA DELLA MEMORIA 2021

Domenica della memoria
31 ottobre 2021

Il 31 ottobre 1517 Lutero affisse le 95 tesi a Wittenberg. Questa data ha un forte valore simbolico in quanto viene ritenuta, se non proprio l’inizio della Riforma protestante, almeno un suo passaggio fondamentale. Sta di fatto che dopo l’affissione delle 95 tesi, la Riforma assunse un profilo pubblico e di popolo. La Domenica della memoria (in molti Paesi chiamata “domenica della Riforma”) è allora un’occasione per ricordare la riscoperta dell’evangelo imperniata sul riconoscimento dell’autorità della Scrittura, la centralità di Gesù Cristo, la gratuità della salvezza, l’esigenza che tutta la vita sia vissuta per la gloria di Dio. Oltre a sentirsi eredi spirituali della Riforma protestante, l’Alleanza Evangelica è consapevole del fatto che l’identità evangelica possa e debba collegarsi a tutte le epoche della storia del popolo di Dio che hanno contribuito alla testimonianza fedele all’evangelo, partendo dall’età dei padri della chiesa sino ai risvegli dell’età moderna e contemporanea.

Quest’anno la Domenica della memoria sarà incentrata su una ricorrenza e due centenari. La ricorrenza è il 175° anniversario della nascita dell’Alleanza Evangelica a Londra (1846) e i centenari sono il 100° anniversario della morte di Benjamin B. Warfield (1851-1921), strenuo interprete della fede evangelica classica di fronte alle lusinghe del liberalismo teologico, e il 100° anniversario della nascita di John Stott (1921-2011), uno dei principali architetti del movimento evangelico contemporaneo.

Warfield si misurò con le rivendicazioni della teologia liberale mostrando come la fede evangelica fosse biblicamente profonda ed intellettualmente solida. Il contributo di Stott è stato nel coniugare la missionarietà e la responsabilità sociale, la fedeltà biblica e l’attenzione alla cultura. I due centenari sono utili per apprezzare il lascito di questi due “giganti” della fede evangelica e rilanciarne l’eredità nel nostro tempo. Le schede sono tratte dal Dizionario di teologia evangelica, Marchirolo, EUN 2007 (rist. 2012).

Buon compleanno Alleanza Evangelica, a 175 anni dalla nascita!

Nel 1846, 175 anni fa, circa 800 leader evangelici di undici paesi in rappresentanza di cinquantadue denominazioni cristiane decisero di fondare l’Alleanza Evangelica. La descrissero come "una cosa nuova nella storia della Chiesa: un organismo per dare visibilità all'unità tra i credenti appartenenti a chiese diverse". Basandosi sullo slancio dei Grandi Risvegli e con il desiderio di rispondere ad alcune delle gravi questioni sociali nella società, quell’incontro riunì personalità da tutti i contesti dell'evangelicalismo in quel momento. Con la nascita del movimento missionario protestante, tra coloro che prendevano sul serio l’impegno di proclamare la buona notizia crebbe la consapevolezza che le convinzioni che li univano erano molto più profonde di quelle secondarie che li dividevano: su tutte la confessione comune dello statuto della Bibbia come autorità ultima in materia di fede e di condotta, una comprensione condivisa dell’esperienza di salvezza per sola grazia mediante la sola fede in Cristo soltanto.

Nel 1846 le chiese rappresentate alla nascita dell’Alleanza evangelica provenivano dall'intero spettro della fede protestante: dai tempi della Riforma, come anglicani, luterani, riformati e anabattisti; dai secoli successivi, come battisti, metodisti e poi l'Esercito della Salvezza. Oggi l’Alleanza evangelica comprende anche molte nuove chiese formate nel XX secolo, come i pentecostali, i carismatici e gli indipendenti.

Fin dall'inizio, l’Alleanza Evangelica è stata istituita per promuovere l'unità con uno scopo e una missione. Ha promosso l'annuale Settimana Internazionale di Preghiera che ancora oggi si celebra in diversi Paesi; ha incoraggiato la condivisione del Vangelo di Gesù Cristo; ha sostenuto la libertà religiosa per le persone di tutte le fedi e ha risposto a questioni sociali, come la schiavitù e il lavoro minorile.

L’Alleanza Evangelica è nata formalmente nel 1846, ma questo passaggio istituzionale è stato reso possibile da un’identità condivisa per secoli che può essere ricondotta alla chiesa del NT e anche alla comunità di Dio nell’AT. L’Alleanza Evangelica e altri organismi di cooperazione tra persone di convinzioni evangeliche precedono le iniziative cosiddette “ecumeniche” di almeno un secolo. In Italia i primi tentativi di costituzione dell’Alleanza Evangelica Italiana risalgono al 1864, ma l’Alleanza Evangelica Italiana è stata stabilmente costituita dal 1974.

L’Alleanza Evangelica Mondiale (WEA), che conta oggi circa 800 milioni di credenti evangelici nel mondo, ha stabilito un calendario di celebrazioni per fare memoria e valorizzare la missione dell’Alleanza Evangelica: testimoniare l’unità già esistente dei credenti in Gesù Cristo.

Per approfondire

P. Bolognesi, L. De Chirico, Il movimento evangelicale, Brescia, Queriniana 2002; G. Ciccone, Unità evangelica difficile ma possibile, S. Giovanni Teatino (CH), Evangelista Media 2014.

B.B. Warfield, il più grande teologo evangelico del XIX secolo

B.B. Warfield (1851-1921) è stato l’ultimo dei grandi teologi della scuola di Old Princeton. All’inizio del XX secolo fu uno dei difensori del cristianesimo riformato più conosciuti del mondo anglosassone. Oggi, continua ad esercitare una certa influenza attraverso la sua riflessione sulla teologia della rivelazione e sulla cristologia.

Ricevette privatamente l’educazione primaria. Nell’autunno del 1868, proseguì gli studi al College del New Jersey (ora Princeton University), dove si diplomò nel 1871. La sua permanenza al College coincise con la presidenza della facoltà di James McCosh, un esponente della filosofia del “senso comune” e promotore dell’idea che la fede cristiana tradizionale fosse compatibile con una forma di evoluzione intesa in senso non naturalistico. Il modello sviluppato da McCosh influenzò profondamente Warfield che, negli anni della maturità, interagì col pensiero moderno correlando la dottrina della provvidenza di Dio nella creazione, formulata da Calvino, con l’insegnamento sull’evoluzione di Charles Darwin. Nel settembre del 1873 Warfield iniziò il corso di laurea al Theological Seminary di Princeton, subendo l’influsso dell’insegnamento di Charles Hodge. Dopo un breve periodo di ministero pastorale decise quindi di proseguire gli studi a Lipsia. Rientrato negli Stati Uniti e stabilitosi a Baltimora, dopo un breve pasturato venne chiamato ad insegnare “lingua e letteratura del Nuovo Testamento” al Western Theological Seminary in Pennsylvania. Nel settembre 1878 iniziò dunque l’attività professorale. Nel 1886, alla morte di Archibald Alexander Hodge, fu invitato a succedergli nella cattedra di teologia “polemica e didattica” a Princeton, dove rimase per 33 anni, diventando uno dei principali esponenti di questa scuola teologica.

Durante la sua permanenza a Princeton prolungò quel clima di sobrietà unito ad una solida e rigorosa preparazione intellettuale che era stato instaurato dai suoi predecessori, mantenendo quella vivacità di pensiero che permetteva di affrontare senza compromessi le antiche e nuove idee circolanti nel campo del sapere. Lungo tutta la vita, Warfield mantenne una grande passione per lo studio, coltivando un vivo interesse per temi molto diversi tra loro come la poesia, il dramma, la narrativa e le scienze naturali. Questo interesse per la cultura in senso ampio trovò espressione anche nel sostegno e nei contributi che pubblicò su varie riviste. Tra esse la Presbyterian Review, 1889, e quindi la Presbyterian and Reformed Review, 1890-1903, e infine la Princeton Thelogical Review, 1903-21. Da Princeton Warfield svolse un ruolo di primo piano nel dibattito tra fondamentalisti e liberali che divampava in America, in seguito alle tesi del liberalismo provenienti dall’Europa, partecipando, in compagnia di teologi come J. Orr e G. Machen, alla stesura dei Fundamentals, un’opera in dodici volumi (1909 e il 1915), che costituiva una reazione dell’ortodossia evangelica nei confronti della teologia liberale.

Gli aspetti che maggiormente descrivono il suo pensiero sono visibili nella teologia della rivelazione scritturale, nella cristologia, nella valorizzazione della storia della teologia evangelica e nell’impegno apologetico. Allo scetticismo del liberalismo teologico verso la teologia della rivelazione e le sue verità fondamentali, Warfield oppose i capisaldi di una Scrittura ispirata e autorevole. In un famoso saggio scritto con A. Hodge, intitolato Inspiration, sostenne che la Scrittura era il risultato finale di un’insieme di processi, quali la raccolta del materiale narrativo, la formazione caratteriale degli scrittori, i tempi e i luoghi degli avvenimenti, preparati e condotti da Dio nell’arco del tempo. La sua conclusione fu che “quando la Bibbia parla, Dio parla”. La riflessione cristologica, esposta in numerosi articoli, difende le dottrine tradizionali sulla Persona e l’opera di Cristo, vero fondamento del cristianesimo, recuperando la cristologia biblica espressa nei concili di Nicea e Calcedonia e dando pure evidenza agli insegnamenti di Agostino e Calvino. Un altro filone della produzione warfieldiana è dedicato alla storia della teologia, intesa come percorso storico della riflessione dogmatica, che produsse importanti lavori su Tertulliano, Agostino, Calvino e l’assemblea di Westminster. Infine, merita alcune considerazioni l’impegno di Warfield in campo apologetico. Consapevole del fatto che la cultura occidentale non poteva evadere le questioni poste dal messaggio cristiano, Warfield si confrontò con le scuole di pensiero e i critici più noti d’Europa e Stati Uniti sottoponendoli ad una critica serrata e rigorosa, partendo dalla Scrittura e riaffermandone l’autenticità dell’annuncio.

La produzione warfieldiana è alquanto vasta, dettagliata e precisa anche se frammentaria, ma non gode di vasta notorietà nella comunità evangelica, nonostante la sua qualità.

Opere in italiano

Rivelazione e ispirazione, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001; La persona e l’opera di Cristo, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001; Il piano della salvezza, Caltanissetta, Alfa & Omega 2001. 

Studi

L. Dalla Pozza, “Warfield l’apologeta di Princeton”, Studia Patavina 49 (2002); AA.Vv., “Benjamin B. Warfield (1851-1921), Studi di teologia N. 65 (2021/1).

Nel 2021 una serie di otto articoli su Warfield sono stati pubblicati dalla rivista web Loci Communes https://www.locicommunes.it/search?q=warfield

John Stott, architetto del movimento evangelico contemporaneo

John Stott è considerato il più autorevole portavoce dell’evangelicalismo contemporaneo. Nasce a Londra nel 1921 da Sir Arnold e Lady Stott. Studia alla Rugby School e al Trinity College di Cambridge dove eccelle in francese e teologia. Si prepara poi al pastorato a Ridley Hall di Cambridge. Consegue un dottorato in teologia nel 1983 e numerosi dottorati honoris causa da scuole americane, britanniche e canadesi.

Dopo l’ordinazione al ministero anglicano nel 1945, diventa assistente curato e poi rettore nel 1950 di All Souls a Londra. Va in emeritazione nel 1975, ma vi continua a predicare regolarmente, fornendo un modello per il ministero internazionale nel centro di una metropoli come Londra. Centrale per questo modello sono cinque criteri: la priorità della preghiera, la predicazione espositiva, l’evangelizzazione regolare, la cura pastorale delle persone alla ricerca e dei neoconvertiti, e l’addestramento sistematico di assistenti e di leaders. Benché incoraggiato a farlo, rifiuta di salire di grado nella carriera ecclesiastica preferendo rimanere a lavorare nella comunità locale come aveva sempre fatto.

Quando John Stott inizia il suo ministero, gli evangelicali avevano poca influenza nella gerarchia ecclesiastica anglicana. Segue, però, ed organizza i credenti evangelicali che da pochi crescono a dismisura negli anni 1960. Da questo movimento sorgono molte iniziative, la più ragguardevole è il Congresso nazionale degli anglicani evangelici del 1967 e 1977, presieduto da lui stesso. Diventa pure presidente del Consiglio Evangelicale della Chiesa di Inghilterra dal 1967 al 1984, presidente dell’Unione per la Lettura della Bibbia dal 1965 al 1974 e dell’Alleanza Evangelica Britannica dal 1973 al 1974. Nel 1966, si oppone all’appello di Martyn Lloyd-Jones di uscire dalle chiese “miste” e di pensare ad una nuova fase dell’evangelicalismo britannico.

Stott lamenta l’anti-intellettualismo che prevale in alcuni circoli cristiani ed accentua la necessità di “mettere in rapporto la Parola antica con il mondo moderno” e fonda The London Institute for Contemporary Christianity nel 1982 che offre corsi nelle relazioni fra fede, vita e missione.

Nel 1970 la nomina di un nuovo vicario per la chiesa di All Souls permette a Stott di viaggiare ampiamente nel mondo invitato a tenere conferenze soprattutto in università americane. Tra il 1952 e il 1977 partecipa a più di 50 campagne evangelistiche nelle università della Gran Bretagna, Nord America, Australia, Nuova Zelanda, Africa ed Asia. È eletto vice-presidente della International Fellowship of Evangelical Students dal 1995 al 2003.

Uno dei maggiori contributi di Stott all’evangelizzazione nel mondo è stato con il Congresso Internazionale sull’Evangelizzazione nel Mondo, tenutosi a Losanna, in Svizzera, nel 1974, significativa pietra miliare del movimento evangelico. Il Congresso contribuisce fortemente alla crescita della comprensione in ambenti evangelicali della relazione tra evangelizzazione ed azione sociale. Partecipa attivamente, poi, nella redazione del Manifesto di Manila, documento prodotto dal secondo Congresso Internazionale del 1989.

Il desiderio di rafforzare i legami fra i teologi evangelicali in Europa lo conducono ad essere fra i fondatori della Fellowship of European Evangelical Theologians (FEET) nel 1977. Attraverso i contatti con pastori del Terzo Mondo, Stott si persuade sempre di più della necessità di fornire loro libri e borse di studio. Nel 1971 egli costituisce l’Evangelical Literature Trust, sovvenzionato ampiamente dalle entrate che riceve dalla vendita dei libri da lui scritti. Nel 1974 si stabilisce un fondo (il Langham Trust) per fornire borse di studio per studiosi evangelicali intellettualmente capaci del Terzo Mondo che permettano loro di conseguire dottorati e poi ritornare nei loro paesi per insegnare nei seminari teologici.

Il maggiore contributo internazionale di Stott, però, sono stati i libri da lui scritti, chiari, equilibrati, fondati biblicamente ed intellettualmente rigorosi. La sua carriera di scrittore inizia nel 1954 quando il vescovo di Londra gli chiede di scrivere la guida per la Quaresima di quell’anno. Cinquant’anni più tardi, Stott ha prodotto più di 40 titoli e centinaia di articoli e contributi alla letteratura cristiana. Il libro più conosciuto di John Stott, Basic Christianity (Le basi del cristianesimo) ha venduto più di 2 milioni di copie ed è stato tradotto in più di 60 lingue.

Opere in italiano

Le epistole di Giovanni (orig. 1964), Roma, GBU 1972; Missione cristiana nel mondo moderno (orig. 1975), Roma, GBU 1978; Le basi del cristianesimo (orig. 1958), Roma, GBU 21988; Creati per pensare (orig. 1973), Roma, GBU 1982; La croce di Cristo (orig. 1986), Roma-Chieti, GBU 2001; Il leader servo (orig. 2002), Roma-Chieti 2004; La chiesa vivente (orig. 2007), Chieti, GBU 2015.

Studi

Nel 2021 una serie di dodici articoli su Stott sono stati pubblicati sulla rivista web Loci Communes https://www.locicommunes.it/search?q=stott

Suggerimenti per il culto della Domenica della Memoria

Benvenuto (il senso della fedeltà di Dio nel tempo)
Canto
Lettura biblica
Preghiera
Rievocazione della nascita dell’Alleanza Evangelica (1846) e dell’opera di B.B. Warfield e di John Stott (anche con letture dalle loro opere)
Canto
Predicazione
Preghiera
Inno di consacrazione
Benedizione

A cura dell’Istituto di Formazione Evangelica e Documentazione di Padova – www.ifeditalia.org

Ideaitalia sarà lieta di ospitare brevi relazioni
relative ad eventi connessi alla Domenica della memoria.


A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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