Ideaitalia - Nuova serie, Anno III · n. 28 · 4 novembre 2019

 

SPECIALE
Giornata internazionale di preghiera per la chiesa perseguitata
(IDOP)

Tutti i credenti sperimentano continuamente nella loro vita il soccorso del Signore espresso dal salmista con queste parole: “Il mio aiuto viene dal Signore che ha fatto il cielo e la terra” (Salmi 121,2).Riguardo la persecuzione questa esperienza assume contorni significativi, almeno per due ragioni principali.

In tanti casi il soccorso dell’Eterno si realizza attraverso una liberazione dalla persecuzione, o dalla inaspettata diminuzione della sua intensità. Quest’anno, ad esempio, ricorrono trent’anni dal crollo del blocco sovietico (Caduta del muro di Berlino, 1989) che determinò la fine di atroci persecuzioni verso milioni di credenti perpetrate nel corso del XX secolo. Richard Wurmbrand, il fondatore di Voice of the Martyrs, nel 1990 poté rientrare libero in quella Romania dove, al pari di tanti altri credenti, aveva passato torture di carcere in carcere. Ciò deve incoraggiarci a pregare affinché le violazioni della libertà religiosa possano terminare, a destarci ed agire coerentemente con tale preghiera, e ad esprimere gratitudine e ringraziamento a Dio per la sua liberazione!

In altri casi il soccorso dell’Eterno si manifesta attraverso il sostegno nella prova, oltre ogni aspettativa, fino a determinare una crescita nella fede sia per chi è bersaglio di persecuzione, sia per gli altri fratelli in Cristo a lui vicini. Questo percorso di crescita è spiritualmente salutare per ciascuno di noi, e dovrebbe incoraggiarci a prendere coscienza delle situazioni di persecuzione e pregare Iddio affinché Egli dia forza allo stanco, e vigore a chi è spossato (Isaia 40,29).

Che il Signore ci aiuti a vivere questa edizione 2019 della Giornata Internazionale di Preghiera per la Chiesa Perseguitata in linea con questa duplice responsabilità.

Giacomo Ciccone, presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana

Presentazione

La Giornata internazionale di preghiera per la chiesa perseguitata (IDOP) è un appuntamento annuale promosso dalla Commissione per la libertà religiosa dell’Alleanza Evangelica Mondiale, insieme a diverse agenzie evangeliche che si occupano in modo specifico di sostenere la chiesa perseguitata. Oltre all’appello alla preghiera comunitaria, l’appuntamento è un’occasione per incoraggiare azioni di appoggio alla causa della libertà religiosa tramite l’invio di petizioni ed appelli alle autorità che la negano.
Ogni anno l’Alleanza Evangelica Italiana promuove l’appuntamento in diverse città, incoraggiando, attraverso i rispettivi comitati distrettuali, la collaborazione tra varie chiese locali. Sul sito www.alleanzaevangelica.org si potrà conoscere il luogo più vicino alla propria città dove partecipare all’evento.  È un’occasione particolare in cui, oltre a manifestare in diversi modi la propria solidarietà con chi soffre per la propria fede, ogni vero cristiano ha l’occasione di considerare e proclamare la vittoria che Gesù Cristo ha già ottenuto con la sua morte e resurrezione.

Focus Algeria

L’operazione di chiusura dei luoghi di culto protestanti, iniziata un anno fa dal governo algerino è diventata una questione internazionale in materia di violazione dei diritti umani. Un video circolato su internet a ottobre, documenta la violenza con cui la polizia ha fatto irruzione in una chiesa a Makouda durante un incontro. Si vedono i fedeli riuniti continuare il proprio canto, mentre gli agenti li spingono fuori dal locale con la forza. La stessa sorte è toccata ad altre chiese, chiuse con i sigilli dopo l’irruzione durante le attività di culto.
La minoranza cristiana algerina non sta rimanendo inerme davanti a questi soprusi, giustificati dalle autorità con una legge del 2006 sui luoghi di culto non musulmani, che obbliga i cristiani e le altre minoranze a richiedere una licenza speciale per poter svolgere attività di culto. I cristiani però lamentano l’ostruzione da parte delle autorità nell’ignorare le domande di registrazione.

È incoraggiante la reazione dei cristiani algerini, che dichiarano apertamente di non temere le pressioni del governo e che le stesse hanno “rinforzato l’unità tra le chiese come mai prima d’ora”. Una fonte algerina ha aggiunto che "la chiusura degli edifici significherà l'apertura di" nuovi gruppi nelle case ". Il sentimento dei cristiani algerini è unanime:"Possono chiudere i nostri locali ma non potranno mai chiudere i cuori che stanno ricevendo Cristo”
In un videomessaggio, Salah Chalah, pastore di una chiesa, presidente della Chiesa protestante algerina (EPA), un'unione di chiese legata all’Alleanza Evangelica Mondiale, ha rivolto un appello urgente alla preghiera per la gravissima situazione algerina

Preghiamo per:
    • che il governo riveda la legge sulla libertà di culto, applicando la visione pluralista di cui si vanta nella propria Costituzione;
    • che vengano fermate le incursioni della polizia e le chiusure dei locali di culto;
    • che i credenti algerini continuino a resistere nella fede;
    • che l’unità tra le varie chiese continui a crescere;
    • che la testimonianza del popolo di Dio sia sempre più visibile ed efficace per l’avanzamento del regno di Dio in Algeria.

Focus Turchia

La popolazione turca è di circa 80 milioni, inclusi 4 milioni di rifugiati. La stragrande maggioranza (98% -99%) è musulmana. Le chiese evangeliche in Turchia godono formalmente di un considerevole grado di libertà, ma persistono le pressioni culturali, da parte della famiglia e della società più in generale, soprattutto contro coloro che si convertono dall’Islam.

La Costituzione definisce la Turchia come uno stato laico che non offre uno status privilegiato all’Islam o alla legge islamica. La separazione tra stato e religione è fondante del moderno stato turco. La Costituzione afferma anche il principio di non discriminazione religioso e garantisce il libero esercizio di culto e riti religiosi. La conversione religiosa è legalmente consentita ed esistono accordi ufficiali, di carattere amministrativo, con le principali comunità religiose (Chiesa Apostolica Armena, Chiese Greco-ortodosse, Comunità ebraiche). Gli altri gruppi religiosi, per ottenere uno status legale, devono registrarsi come fondazioni o associazioni.

A dispetto delle libertà costituzionali, persistono in Turchia situazioni reali molto critiche. Il caso recente di Andrew Brunson, un pastore americano, detenuto per due anni con l’accusa di terrorismo, ha fatto emergere una realtà molto diversa da quella pubblicizzata a livello internazionale dal regime turco. Le sanzioni inflitte dagli Stati Uniti, hanno inferto duri colpi all’economia turca, provocando dure reazioni contro le “potenze straniere” da parte dei media. L’opinione pubblica si è maggiormente accanita contro i cristiani stranieri residenti in Turchia, costringendone molti a lasciare il paese. Il clima generale di tensione nei confronti degli stranieri è cresciuto al punto da limitare non solo gli arrivi da parte di nuovi stranieri, ma di rendere quasi impossibili i rinnovi dei permessi di soggiorno per chi è già residente da anni.

Ci sono casi di cristiani stranieri espulsi o banditi dalla Turchia senza alcuna motivazione o con spiegazioni generiche in quanto persone “pericolose per l’ordine pubblico”. Molte chiese turche sono guidate da pastori missionari stranieri ed è quindi reale il rischio che nel prossimo periodo possano restare senza guide

Preghiamo:
    • Che i cristiani in Turchia abbiano la forza e la resistenza per vivere nella fragilità e nell’incertezza
    • Che la legge sui permessi di soggiorno in Turchia venga applicata con giustizia ed i cristiani espatriati riacquistino il diritto di tornare
    • Che le chiese a rischio di perdere i loro pastori siano incoraggiate ed abbiano la saggezza nel gestire l’emergenza
    • Che i cristiani tra i curdi deportati dalla Siria vengano liberati.

Focus Iraq

L’Iraq ha una popolazione di circa 40 milioni, quasi totalmente musulmana sciita (oltre il 60%) e sunnita (oltre il 30%). I cristiani ed altre minoranze religiose costituiscono meno del 5%.  La Costituzione stabilisce l'Islam come religione di stato e la legge islamica come riferimento per la legislazione civile. Nessuna legge può contravvenire ai principi islamici ed è sancita una sorta di “libertà di coercizione religiosa” (quindi politica e intellettuale). Il governo è tenuto preservare la santità dei siti religiosi, incluso quelli cattolici. Ai gruppi religiosi non musulmani, riconosciuti dalla Costituzione, è consentito, attraverso il controllo di un sistema di tribunali religiosi, il libero esercizio del culto e la libertà di definire leggi interne secondo i propri riti.

La legge islamica proibisce ai musulmani di cambiare religione e le loro donne non sono autorizzate a sposarsi con non-musulmani. Dall’ottobre 2015, nonostante non ancora in vigore, viene applicato nella pratica un disegno di legge per cui, se marito o moglie si convertono all’Islam, anche i relativi figli sono automaticamente considerati musulmani.
L’avanzata e l’offensiva militare del Daesh (il cosiddetto “stato islamico”), nel giugno del 2014, ha causato l’esodo di massa dei cristiani da Mosul e dalla pianura di Ninive. Per poter rimanere in quell’area, avrebbero dovuto convertirsi all’Islam e pagare una tassa di sottomissione (jizya), ma hanno chiaramente scelto di fuggire per non farsi sopraffare o uccidere. Negli ultimi mesi, dopo la sconfitta del Daesh, si sta assistendo ad un lento ritorno dei cristiani, non senza difficoltà. Le città sono distrutte e le milizie sciite non garantiscono la sicurezza del loro stanziamento e delle loro attività di ricostruzione.

Preghiamo:
    • Che le guide della chiesa in Iraq vivano e trasmettano la fiducia nel Signore davanti alle continue pressioni
    • Che i cristiani iracheni resistano forti e coraggiosi davanti alle intimidazioni ed alle minacce
    • Per il rientro dei cristiani nei propri villaggi e per la ricostruzione delle loro case e della loro rete sociale
    • Per una cultura di maggiore pluralismo e tolleranza verso le minoranze da parte della società irachena.

Focus Europa

In diverse parti dell’Europa si registra una crescita di atti vandalici contro le chiese evangeliche, segno dell’odio e dell’opposizione verso la fede cristiana da parte di una cultura che si vorrebbe invece radicata nei valori del cristianesimo. Un quotidiano finlandese ha riportato informazioni su tentativi di incendio, distruzione di simboli, sfregi alle strutture, rapine ed altri numerosi episodi avvenuti negli ultimi mesi in diverse città d’Europa.
Nell’Irlanda del Nord, a Ballyclare, a seguito di interventi del pastore contro la criminalità diffusa tra i giovani, l’edificio di una chiesa presbiteriana ha subito molti danni nel giro di poche settimane. In tutta la nazione, i distretti di polizia hanno registrato oltre quattrocento crimini contro persone e cose collegate con le chiese. particolarmente preoccupante è la situazione di Belfast, dove anche rappresentanti di altre religioni denunciano continui atti di vandalismo.

In Inghilterra, il quotidiano “The Guardian” riferisce di attacchi alle chiese, soprattutto a Londra, dove quattro chiese hanno subito incendi la cui responsabilità è stata rivendicata da gruppi satanici. L’Osservatorio sull’intolleranza e la discriminazione dei cristiani in Europa (OIDAC), che raccoglie dati sui crimini commessi contro cristiani, chiese cristiane e proprietà delle chiese in Europa, rivela che negli ultimi mesi a Friburgo e Neuenburg, in Germania, si sono moltiplicati i casi di rapine ai danni di chiese. Non lontano da queste città, a Stoccarda e Francoforte, sono stati annullate dalla polizia alcune manifestazioni religiose pubbliche, a causa di minacce terroristiche molto serie e attendibili. Anche in Francia il tasso di crescita della violenza contro le chiese è allarmante e purtroppo si tratta spesso di attacchi provenienti dal mondo islamico. In Spagna, continua l’OICAD, gli attacchi agli edifici sono aumentati negli ultimi tre anni.

Secondo l’OICAD, ci sono motivi di preoccupazione legati alla radicale e crescente intolleranza verso chi confessa pubblicamente e con franchezza la propria fede, soprattutto perché la maggior parte degli episodi sono legati allo scontro culturale con il mondo musulmano. Come analizzato dal segretario del Comitato per i diritti umani della Pentecostal World Fellowship (comunione pentecostale mondiale), nelle grandi aree urbane vengono spesso contrastate le conversioni al Cristianesimo degli immigrati perché la maggior parte di loro proviene dall’Islam. La cultura musulmana ritiene la conversione ad altre religioni un peccato imperdonabile e quindi combatte con forza sia chi si converte, sia chi prova a comunicare loro l’Evangelo.

A prescindere dalla loro origine e dalla loro provenienza, le ostilità contro i cristiani in tutta l’Europa sono sempre più frequenti e drammatiche. È un fatto che non si può trascurare con superficialità e richiede un’attenzione particolare da parte di tutti i cristiani confessanti d’Europa. La Giornata internazionale di preghiera per la chiesa perseguitata offre quindi l’occasione per sapere e, soprattutto, per pregare uniti da obiettivi comuni

Preghiamo quindi
    • per la promozione di leggi e comportamenti favorevoli alla libertà religiosa;
    • per l’elaborazione di politiche per l’immigrazione rispettose del vero pluralismo;
    • per la crescita di comunità evangeliche caratterizzate dall’ascolto e dalla pratica della Parola di Dio;
    • per l’attività dell’ufficio di rappresentanza della Alleanza Evangelica Europea a Bruxelles.

Informazioni liberamente tratte da Evangelical Focus.

Focus Italia

Nel 2019 c’è stata la ricorrenza dei 90 anni dalla firma dei Patti Lateranensi e, in questa occasione vogliamo cogliere l’opportunità per pregare per il nostro paese dove, seppur non perseguitata, la fede evangelica, in quanto minoranza religiosa, non gode ancora della totale libertà. I Patti Lateranensi, con la loro affermazione della religione di stato, aprirono la porta alle susseguenti legislazioni repressive in tema religioso favorendo poi molte altre questioni, che rimangono ancora sul tavolo, in quanto non risolte dal nuovo Concordato del 1984, quali l’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica a totale carico dello Stato, gli ambigui meccanismi di finanziamento, l’assenza di una Legge italiana sulla Libertà Religiosa e i numerosi privilegi riservati ad una sola confessione.

Ad oggi, dato questo sfondo, nel nostro paese si verificano episodi molto gravi che minano il principio di libertà religiosa. Infatti, quest’estate nonostante la Corte Costituzionale avesse bocciato, la legge regionale lombarda dell’11 marzo 2005, n. 12, che sancisce regole molto severe per aprirne nuovi locali di culto, dichiarandola discriminatoria ed illegittima, la chiesa “Punto Luce” di San Giuliano Milanese (MI) è stata costretta a chiusura. La chiesa, che conta circa 60 membri, aveva fatto domanda all’amministrazione comunale per l’ottenimento un edificio di culto, ma non solo non le è stato concesso, si è anche vista dichiarare illegittima.
Se in Italia una Regione può approvare una legge in questi termini, è evidente che la libertà religiosa è largamente incompiuta nel nostro Paese, e che è ancora più urgente discutere ed approvare una Legge sulla Libertà Religiosa.

Le confessioni acattoliche prive di intesa con lo Stato trovano, difatti (ed ancora), la fonte della loro disciplina all’interno della “Legge sui culti ammessi” del 24 giugno 1929, n. 1159.

Inoltre, in merito a tali confessioni non munite di intesa, è rimasta irrisolta la questione del riconoscimento da parte dello Stato dei ministri di culto. Poiché  per procedere alla nomina di ministri di culto, il numero di fedeli base è quello di 500 membri, facendo riferimento inopportunamente “all’ordinamento del culto più diffuso in Italia”, e cioè quello cattolico, ignorando completamente le realtà molto piccole largamente diffuse sul nostro territorio.

Un altro grave fronte di disparità è l’imperante presenza della chiesa cattolica sulle reti di trasmissioni di servizio pubblico  e la quasi totale assenza di altre minoranze religiose.

Punti di preghiera:
-Ringraziamo il Signore per le libertà di cui il paese già gode e per la possibilità che molte chiese hanno di proclamare il Vangelo.
-Preghiamo affinché le autorità possano impegnarsi a riconoscere i principi di laicità e di libertà religiosa in modo concreto e definitivo.
- Preghiamo affinché le restrizioni introdotte possano essere definitivamente abrogate
-Preghiamo affinché le scuole, le televisioni e tutti gli altri spazi pubblici possano emanciparsi dal monopolio cattolico ed essere presidi di laicità.
-Chiediamo al Signore che, nonostante le difficoltà che la sua chiesa vive in quanto minoranza religiosa, l’Italia possa conoscere un avanzamento importante del Vangelo.

(Questo Speciale IDOP è stato curato da Sergio De Blasi e Chiara Lamberti)


A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
Tel. redazione: (+39) 333 8558174
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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