Stop alla violenza sulle donne

Un documento dell’Alleanza Evangelica Europea a 10 anni dalla Convenzione di Istanbul

Roma (AEI), 21 maggio 2021 – Sono passati dieci anni dall’11 maggio 2011, data in cui veniva firmata la Convenzione di Istanbul da 37 paesi facenti parte del Consiglio d’Europa. Questa organizzazione internazionale che si occupa, tra l’altro, di tutela di diritti umani definì nuovi obiettivi e norme nella lotta e nella prevenzione alla violenza sulle donne e per combattere la violenza domestica.

In questo decennale, l’Alleanza Evangelica Europea (AEE) ha rilasciato una dichiarazione in cui afferma che l’omicidio, lo stupro, le molestie sessuali, il matrimonio forzato, l’aborto o la sterilizzazione forzata, il controllo coercitivo, i cosiddetti "delitti d'onore" e i contenuti degradanti dei media, sono innegabilmente sbagliati e non possono essere giustificati. L’Alleanza invita i suoi membri a raddoppiare gli sforzi per combattere questi mali. Nonostante l’AEE condivida il desiderio della Convenzione di vedere un’Europa libera dalla violenza sulle donne e domestica, si rende anche conto delle controversie nate in questi anni a causa dei presupposti lontani da quelli biblici su cui la Convenzione si fonda.

Nell’articolo “La violenza sulle donne, la responsabilità evangelica” su Loci Communes (17/5/2021), Chiara Lamberti così commenta la dichiarazione dell’AEE: “Bene ha fatto l’Alleanza Evangelica Europea a ricordare il decennale della Convenzione di Istanbul e a stimolare la presa d’atto degli evangelici europei su un tema per troppi decenni occultato o non trattato con la necessaria lucidità cristiana. Mentre la cultura tradizionalista tende a sottostimare il problema e quella progressista lo cavalca per promuovere la sua agenda gender, è cruciale per la qualità della testimonianza evangelica incoraggiare mascolinità e femminilità riformate alla luce della Parola di Dio all’interno di comunità di fede non abusive che illustrino rispetto e cura nelle loro relazioni interne e che, così facendo, contribuiscano al bene della società allargata”.