“La preghiera per l’Afghanistan non sia solo un emoji”

Un invito da parte di un’operatrice evangelica

Roma (AEI), 18 agosto 2021 – Si intitola “La tragedia dell’Afghanistan. Non bastano le mani giunte sui social” un articolo di Valeria Marzano su www.locicommunes.it, magazine di cultura evangelica. L’autrice è coinvolta da dieci anni in un’opera evangelica (frutto della collaborazione tra chiese locali e agenzie missionarie) a favore di profughi, molti dei quali sono afghani.

Dopo aver ricordato la drammaticità della situazione nel Paese, l’articolo plaude ai tanti inviti alla preghiera che circolano sui social da parte di credenti evangelici. E’ bene e giusto pregare in questo momento in quanto la preghiera non è l’ultima risorsa, ma la prima. L’articolo, tuttavia, contiene anche alcuni inviti per far sì che la preghiera non sia solo emotiva e passeggera.

“Ad esempio, nelle grandi città ci sono comunità afgane. Le chiese evangeliche cercheranno di raggiungerle e di accoglierle o, mettendo il simbolo delle mani giunte sui social, si laveranno le mani quando queste persone busseranno alla nostra porta? Le chiese saranno pronte ad attivare le loro diaconie in progetti responsabili, in rete, imparando da esperienze già funzionanti anche se limitate?”

“Va bene far circolare appelli per la preghiera ora, ma le chiese evangeliche si metteranno insieme per pregare per l’Afghanistan, ad esempio nel corso dell’IDOP, la Giornata di preghiera novembrina per la chiesa perseguitata o nel corso della Domenica del Rifugiato, organizzata a giugno dall’Alleanza evangelica? Tra qualche mese, ci saranno incontri evangelici organizzati di preghiera nelle diverse città?”