Patto Educativo Globale (II): una valutazione evangelica

Un documento del Comitato Insegnanti Evangelici in Italia

Roma (AEI), 19 ottobre 2021 – Riceviamo e pubblichiamo un documento sul Patto Educativo Globale del CIEI, Comitato Insegnanti Evangelici in Italia, associato all’AEI.

Come Comitato Insegnanti Evangelici in Italia, facciamo giungere il nostro ringraziamento ai Rappresentanti delle religioni mondali per il Saluto rivoltoci in occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti e firmato durante l'incontro svoltosi in Vaticano dal titolo «Religioni ed educazione: verso il Patto educativo globale». Desideriamo rispondere ad esso permettendoci di esprimere la nostra personale posizione sul progetto in questione che stiamo seguendo con grande attenzione e che ci interpella personalmente.

Riteniamo, infatti, che l'educazione sia un tema di assoluta importanza che deve essere sempre posto al centro dell'agenda dei governi internazionali, a partire dall'Italia. Siamo pienamente d'accordo con il bisogno che le nazioni hanno di attribuire maggior valore al compito sociale che gli insegnanti e gli educatori svolgono per il bene e la crescita delle nostre comunità. Per questi motivi preghiamo costantemente per le nostre autorità, le sollecitiamo con dichiarazioni ed inviti sui temi dell'educazione in generale e dell'istruzione nello specifico e ci impegniamo in prima persona a svolgere con impegno, amore e responsabilità il compito che in qualità d'insegnanti ci è affidato per delega dalle famiglie, cioè l'istruzione delle giovani generazioni.

Desideriamo però anche esprimere le perplessità che questo progetto fa sorgere. Il Patto Educativo Globale ci chiede di:
- sostenere la costruzione di un'educazione unica, che abbia come fine un Nuovo Umanesimo planetario, che pone al centro l'uomo quale fonte e agente primario del cambiamento del cuore e delle azioni e che di conseguenza miri alla salvezza del genere umano e del suo mondo;
- anche se riconosce l'importanza della spiritualità umana, come sentimento generale della necessità di cercare Dio e la sua guida, ci chiede però di porre Dio e gli idoli sullo stesso piano, e di riconoscere ogni religione come una via possibile per giungere a Dio;
- in nome di una fratellanza universale, ci chiede di prescindere dalla nostra specifica visione del mondo per abbracciarne una unica e omologante: quella del magistero cattolico, chiaramente esposta nelle esortazioni apostoliche, nelle encicliche papali e nei Concili, e alle quali i messaggi e gli inviti del papa e il Vademecum per il Patto con l'Instrumentum Laboris fanno esplicito e costante riferimento (si veda le citate Vangeli Gaudium, Laudato Sì, Fratelli tutti);
- di abbandonare la visione dell'educazione cristiana che la fede biblica nella sua interezza ci offre e che dalla chiesa primitiva in poi è stata tramandata per appoggiare la nuova “sana antropologia” di cui il pontefice si fa portavoce;
- di considerare le nostre istituzioni educative come “un cantiere aperto per la costruzione di un umanesimo della fraternità” , e ad affermare che “Insieme, è la parola che tutto salva e tutto compie”;
- di affermare che una vera e completa educazione del cuore e delle mani, che porti fratellanza, pace e giustizia sia possibile a partire dagli sforzi umani e a prescindere dall'opera di grazia che solo Cristo può compiere.

Affermiamo perciò di:
- contestare le motivazioni, la visione e gli obiettivi di questo Patto educativo, al quale non possiamo e non vogliamo aderire perché in coscienza, davanti a Dio, riteniamo che esso svilisca la visione dell'educazione biblica di cui siamo portatori, la corrompa e la svuoti di ogni suo significato, rendendola di fatto qualcosa di diverso e incomunicabile.
- interrogarci sull'affermazione secondo la quale “dalla qualità degli insegnanti e degli educatori dipende il futuro dell'umanità”. Pur essendo perfettamente consapevoli che il nostro lavoro implica da parte nostra grande responsabilità, professionalità, formazione e soprattutto visione, siamo anche consapevoli che mentre svolgiamo questo ruolo il nostro impegno è complementare a quello di altri (in primo luogo dei genitori) e in ultima analisi sempre secondo e subordinato all'opera che Dio, in Cristo, compie sovranamente per preparare il futuro dell'Umanità. Questa certezza di fede è anche la nostra speranza che ci permette di compiere il nostro dovere anche nelle situazioni più ardue e di fronte alle sfide più dure.

Desideriamo perciò riaffermare il ruolo fondamentale che Dio stesso ha dato all'educazione dell'uomo, non lasciandoci privi della Sua rivelazione e conoscenza: Egli per primo è un Dio che educa e ci invita a educare altri affinché riconoscano la Sua Signoria e vedano la Sua gloria.

Ricordiamo che:
- il compito primario nell'educazione dei figli è affidato da Dio ai genitori, la cui responsabilità e libertà educativa deve essere sempre garantita, promossa e sostenuta, senza discriminazione e nel rispetto della loro specifica visione del mondo;
- che il compito educativo è un compito di natura globale, che tocca l'uomo nella sua interezza (corpo, mente, spirito) e che in questo compito molti soggetti sono coinvolti con responsabilità diverse ma sempre complementari.
- il compito educativo della chiesa è quello di fare discepoli di Cristo che conoscano tutto ciò che Egli ha insegnato affinché lo mettano in pratica.
- il dovere delle istituzioni educative pubbliche è di essere luoghi di pluralismo in cui le idee si confrontano e si scontrano in modo libero e civile, non violento, senza discriminazioni, ingerenze o favoritismi per nessuno.
- la libertà dell'insegnamento di coloro che istruiscono ad ogni livello deve essere garantita, nel rispetto della dignità altrui e delle scelte educative delle famiglie;
- il dovere dei governi è di lavorare per garantire, spazi, tempi, luoghi, risorse e possibilità equi affinché ognuno dei soggetti coinvolti abbia la libertà necessaria per educare, nei modi e con i mezzi che ritiene più opportuni in accordo con la propria visione del mondo.

Ribadiamo il nostro deciso impegno, come Insegnanti Evangelici, per un'educazione integra e integrale delle presenti e future generazioni, la quale:
- riconosca le responsabilità di ogni soggetto coinvolto nella relazione educativa;
- abbia il coraggio di porre le sue fondamenta pedagogiche a partire da Dio e dalla verità della Scrittura;
- inviti tutti gli uomini a conoscere il mondo di Dio per farlo crescere e prendersene cura secondo il mandato che Egli stesso ci ha affidato alla creazione;
- invita a conoscere il solo vero Dio Uno e Trino, Creatore e Redentore dell'uomo e della donna e del mondo intero.

Richiamiamo infine tutti gli evangelici, in primo luogo i genitori, gli insegnanti e gli accademici:
- a esercitare un sano discernimento morale, intellettuale e spirituale di fronte ai tentativi umani di omologare e diluire la visione del mondo biblica;
- di esercitare un ruolo di vigilanza e responsabilità nei propri contesti di lavoro e nelle proprie istituzioni educative, nei propri ruoli di rappresentanza del popolo evangelico, così da promuovere un vero confronto e un sano pluralismo in cui tutte le visioni pedagogiche, compresa quella biblica, siano espresse e soppesate sulla base dei loro principi distintivi e fondamentali;
- di essere promotori di servizi, attività, confronti, formazione, ricerca nelle quali la visione dell'educazione biblica sia espressa, sperimentata e vissuta per il bene di tutti. Sollecitiamo i nostri colleghi europei e nel mondo ad unirsi a noi nel dare una risposta coerente con l'Evangelo all'invito che ci è stato rivolto di aderire al Patto Educativo Globale, per l'onore e la gloria di Cristo.