Così come sono, l’autobiografia di Billy Graham

Un viaggio nella vita del grande predicatore americano

Ripubblichiamo una recensione di Pietro Bolognesi al volume di Billy Graham, Così come sono. L’autobiografia di Billy Graham, Marchirolo, EUN 2000, pp. 653. Tratto da Studi di teologia NS XIV (2002/1) N. 27, pp. 106-108.

Billy Graham (1918-2018) non ha bisogno di presentazione. E’ molto noto all’interno del mondo evangelico e anche al suo esterno molti identificano il mondo evangelico proprio con lui. In questa autobiografia l’A. traccia l’itinerario della propria vita, ma offre anche uno spaccato del mondo evangelico visto da uno dei suoi più noti esponenti. Essa va ad aggiungersi alle biografie esistenti (J. Pollock 1966; Marshal Frady 1979; W. Martin 1981, la migliore; quella di Patricia Cornewell su Ruth Graham 1997) e consente un’utile integrazione. L’editore va dunque felicitato per aver messo a disposizione del pubblico italiano un volume rilegato di più di seicento pagine che mantiene sostanzialmente le caratteristiche dell’edizione inglese. Diversi errori potevano essere evitati come la traduzione del titolo di giornali ed istituzioni (Christianity Today diventa Cristianesimo oggi; Christian Century diventa il Secolo Cristiano, il Southern Baptist Seminary diventa la Facoltà battista meridionale; la All Souls diventa la chiesa di Tutte le anime!) e la resa un po’ cattolica di certe espressioni. Inoltre avrebbe potuto essere mantenuto l’indice finale dei nomi e dei luoghi per un miglior utilizzo del testo, ma questo non inficia l’importanza dell’impresa.

Alcuni potrebbero forse chiedersi perché l’A. non ha fornito maggiori spiegazioni su avvenimenti così importanti per l’evangelicalismo mondiale come il Congresso di Berlino e di Losanna. Altri avrebbero forse desiderato trovare maggiori elementi sulla nascita e sul significato di organismi come il Fuller Theological Seminary in cui Billy Graham ha avuto un ruolo molto importante. Cinquant’anni non sono pochi e Billy Graham ha partecipato a molti momenti significativi del mondo evangelico. Per questo un libro come questo stimola una riflessione su questo periodo della storia evangelica e merita grande considerazione. Billy Graham offre infatti l’opportunità d’individuare forze e debolezze non solo di un personaggio, ma anche di un fenomeno come quello evangelico con cui è intrecciata la sua vita.
I punti di forza sono numerosi. Attraverso il messaggio evangelistico di Billy Graham milioni di persone hanno potuto ascoltare l’Evangelo. Libri come Pace con Dio o Soffia vento di Dio, per citare solo due titoli, sono stati tradotti in moltissime lingue. Le sue campagne evangelistiche, le sue trasmissioni, le sue iniziative hanno permesso a molte persone d’avvicinarsi al messaggio dell’Evangelo. Billy Graham è anche stato un catalizzatore delle forze evangeliche.

Pur non essendo un intellettuale, ha svolto un ruolo di primo piano nel promuovere la crescita culturale degli evangelici proteggendo gli studiosi dalle endemiche pieghe dell’antintellettualismo e favorendo il loro lavoro nelle varie istituzioni. Come catalizzatore delle varie risorse, ha permesso la transizione dal fondamentalismo delle origini all’evangelicalismo. Il suo ministero mostra che non basta “vincere le anime, ma che bisogna convertire le menti”.

Attraverso il suo ministero Billy Graham ha avuto contatto non solo con la gente comune, ma anche con le personalità più note del mondo politico, religioso, sociale, non solo nel suo paese d’origine, ma anche in moltissime altre parti del mondo. Si può così affermare che anche attraverso di lui gli evangelici hanno ottenuto maggiore visibilità. Se si è parlato di loro con un certo rispetto, lo si deve anche all’impatto di questo evangelista che ha rotto un certo isolamento nei confronti del «mondo».

Il suo itinerario lascia però anche trasparire punti di debolezza. Il primo riguarda il carattere un po’ individualistico del suo messaggio. La sua organizzazione paraecclesiale ha avuto un impatto importante, ma questo è spesso avvenuto a scapito della dimensione ecclesiale. A questo va evidentemente collegato l’orientamento aconfessionale delle «campagne evangelistiche» che ha contribuito a indebolire la coscienza storica e non ha sempre consentito d’avere ben presente lo spessore degli interlocutori.

Un altro elemento di debolezza sembra essere il carattere «spirituale» del suo impegno. E’ possibile frequentare un così alto numero di presidenti degli Stati Uniti accontentandosi d’interagire solo sul piano “spirituale”? Quale senso hanno realmente avuto i contatti con gli alti personaggi del potere? L’accento necessario sulla conversione non ha forse favorito la frammentazione nell’approccio alle questioni? La proiezione verso la salvezza individuale è andata di pari passo con una specie d’insensibilità culturale con conseguenze non trascurabili. Si capisce perché la questione dello spessore culturale di buona parte dell’evangelismo americano costituisca un argomento dibattuto tra le persone più avvertite.

Quando Billy Graham tentò di realizzare una «campagna d’evangelizzazione» in Italia, ci fu chi sollevò alcune obiezioni, ma il libro non offre risposte neppure ora a tali interrogativi. Avrebbe avuto senso una «campagna d’evangelizzazione» in una paese come l’Italia senza aver chiara la situazione del cattolicesimo romano? L’eco di una conversazione tra l’evangelista e Giovanni Paolo II lascia aperti molti interrogativi. Va bene per aggiungere una fotografia ad un album fotografico, ma non si ha l’impressione che in tale occasione sia stato svolto un vero e proprio ministero d’evangelista. Avrebbe avuto senso una «campagna d’evangelizzazione» in Italia senza rendersi conto della posta in gioco sul piano culturale?

Da un lato si ha l’impressione di una strategia segnata da molta intraprendenza, dall’altro vi sono questioni solo sfiorate da Billy Graham. Un lato della medaglia sembra estremamente brillante, l’altro sorprendentemente semplicistico. Questa è forse una caratteristica americana diffusa, ma è possibile, per un credente, andare al di là di certi condizionamenti culturali? Il giudizio storico su Billy Graham deve attendere, ma questo libro offre l’occasione per una riflessione e potrebbe anche dar luogo a un Seminario per discutere del periodo 1950-2000 per il mondo evangelico. Quali sono stati i cambiamenti più significativi e quali dovrebbero essere le prospettive per il futuro? Il libro non risponde a molte questioni del lettore, ma dà un’idea delle preoccupazioni e delle benedizioni di un uomo che pregava «credendo in fondo all’anima che Dio avrebbe benedetto e onorato la sua Parola se l’avessi predicata fedelmente».