La sfida del Covid-19 (II): come cambia la vita della chiesa?

I cambiamenti, i rischi e le opportunità

Roma (AEI), 1 marzo 2021 – La diffusione del COVID-19 ha comportato per la chiesa un riadattamento repentino a condizioni di vita e abitudini assolutamente nuove e inaspettate. È quanto è emerso dalle testimonianze condivise durante la tavola rotonda del 26 febbraio. Svuotandosi i locali di culto, la chiesa riscopre di non essere legata ad un luogo ma a molti luoghi diversi che deve imparare ad abitare, parlando linguaggi diversi che deve apprendere per comunicare efficacemente l’evangelo (Rino Sciaraffa, Chiesa Apostolica in Italia); gli incontri digitali si trasformano in opportunità di raggiungere persone e luoghi irraggiungibili fisicamente e la vita comunitaria deve trovare nuove forme di convivialità per coltivare l’unità fraterna, il discepolato e la cura reciproca (Giovanni Donato, Comitato italiano del Movimento di Losanna).

La mancanza di luoghi non impedisce però di ripensare le attività di diaconia, di sostegno e di cittadinanza responsabile sul territorio da parte della chiesa, annunciando l’evangelo proprio occupandosi dei bisogni delle persone più deboli (Giovanni Caito, Chiesa Bethel Bari). Inoltre, ora che i grandi eventi non sono possibili è evidente l’importanza e il bisogno di una evangelizzazione relazionale, di prossimità, che sappia coltivare la dimensione personale e diretta della testimonianza del credente (Daniele Scarallo, Chiese Elim in Italia).

La crisi sembra aver rafforzato il bisogno religioso degli Italiani; la chiesa però deve saper cogliere questa esigenza per indirizzarla a Dio per mezzo di una forte e chiara predicazione dell’Evangelo, che parli di peccato, salvezza e speranza; ciò implica vite cristiane che sappiano vivere biblicamente in ogni ambito della vita, nel lavoro e nella cultura (Chiara Lamberti, Chiesa Evangelica Breccia di Roma). (LS)