Ddl omotransfobia: l’AEI in audizione al Senato

Il documento presentato in Commissione Giustizia

Roma (AEI), 27 maggio 2021 – Si è svolta oggi pomeriggio l’audizione dell’Alleanza Evangelica Italiana alla Commissione Giustizia del Senato sui ddl Zan e Renzulli sul tema del contrasto della discriminazione o violenza per sesso, genere o disabilità. Il presidente Giacomo Ciccone ha parlato esponendo i contenuti di questo documento che è stato depositato agli atti:

In merito alla discussione in corso sulla legge contro l’omotransfobia, l’Alleanza Evangelica Italiana, organismo di collegamento e cooperazione degli evangelici italiani stabilmente presente in Italia dal 1974 e parte dell’Alleanza Evangelica Mondiale che rappresenta circa 600 milioni di evangelici nel mondo:

Ringrazia la Commissione Giustizia del Senato per le audizioni di tanti soggetti della società italiana, tra cui le voci espressioni del movimento evangelico italiano. Questo è un segno di discussione plurale e di ascolto ai fini di una più consapevole deliberazione da parte del Parlamento.

Ricorda di avere più volte contribuito al dibattito sui temi collegati alla discussione attuale, primariamente con il documento “Omosessualità: un approccio evangelico” (2003) in cui si ribadisce che nessuno è “sessualmente normale” e che tutti noi viviamo una sessualità disturbata (che la Bibbia chiama “peccato”) e bisognosa di guarigione; che il cammino di guarigione è possibile nella redenzione che Gesù Cristo è venuto a portare per chi crede in Lui. Altri documenti prodotti sono Legge sull’omofobia e libertà di parola. Si possono conciliare? (2013) e Omofobia: le pericolose incertezze e i necessari chiarimenti a seguito di un convegno (17/1/2014). Il 6 marzo 2020 l’AEI aveva emesso un comunicato a commento della discussione parlamentare: “Combattere l’omofobia sì, imporre il pensiero unico no”. Il 3/7/2020 l’AEI ha organizzato un confronto pubblico con il relatore del ddl (on. Alessandro Zan) e altre personalità politiche e culturali (sen Lucio Malan, on. Annalisa Tardino e prof. Leonardo De Chirico). La registrazione video di questo dibattito è disponibile sul canale You Tube dell’AEI. Questo a testimonianza del carattere aperto e plurale del nostro interesse per i temi in discussione.

Concorda sulla necessità di prevedere sanzioni contro chi calunnia, ingiuria o denigra le persone in base al loro orientamento sessuale e sull’opportunità di approvare una legge contro l’omotransfobia. È ancora radicata nella società una cultura del disprezzo dei comportamenti altrui e delle loro persone che talvolta sfocia in comportamenti violenti contro le persone. Questo è un “peccato” odioso e inaccettabile, che va denunciato e fermato.

Ritiene che tale tutela e protezione delle persone non debba andare a discapito della libertà di pensiero e di parola. In una società laica e plurale, deve essere riconosciuto a tutti il diritto di pensare e di esprimere le proprie convinzioni, anche in materia di orientamento sessuale. La legge non può impedire che alcuni cittadini, associazioni, chiese e gruppi sociali chiamino “peccato” e pertanto denuncino come immorale un comportamento che la loro fede e la loro coscienza ritiene tale. Il punto sta nel creare le condizioni di un dibattito pubblico che può essere aspro, ma sempre rispettoso delle persone, di tutte le persone, non nel sanzionare chi la pensa diversamente rispetto ad una nuova “ortodossia” culturale sul “genere” che rischia di diventare “ideologia di Stato”.

Esprime preoccupazione per alcuni elementi presenti nel ddl Zan (n. 2005). I termini impiegati nel ddl sono vaghi, generici e una specie di contenitore in cui poter mettere tutto o quasi. Si parla di “discriminazione” contro le persone LGBTI: ma cosa vuol dire in concreto? Mentre l’istigazione alla violenza va combattuta penalmente e soppressa, cosa vuol dire “discriminare”? Non è un concetto troppo “emotivo” per essere oggetto di una fattispecie di reato? E poi, il ddl parla di contrasto alla discriminazione in base al “sesso, genere, identità di genere, orientamento sessuale”. Mentre il sesso ha connotati sufficientemente stabili, le altre espressioni sono fluide e non c’è accordo sul loro significato. Questa vaghezza cosa comporterà?

Ecco alcuni possibili scenari:

  • Sarà la magistratura che definirà i termini lasciati in sospeso. Si può lasciare ai tribunali il compito di definire tutto, quando c’è di mezzo un reato?

  • Si creerà un clima di intimidazione culturale al rovescio verso le voci che non si allineano alla teoria gender.

  • Si caricherà la scuola pubblica di “educare” in modo coatto al pensiero LGBTI, restringendo il pluralismo e la responsabilità dei genitori.

  • Si avrà la tendenza a criminalizzare le differenze ideologiche sull’identità umana, sessualità, matrimonio, educazione dei bambini, con la spada di damocle della denuncia penale per chi non è d’accordo con le tendenze “politicamente corrette”.

Una legge che crea così tante ambiguità, lascia così tanto spazio d’intervento alla magistratura, crea un clima fazioso e “invade” la scuola, non è una buona legge.

Invita il Parlamento ad approvare una legge che contrasti l’omotransfobia, ma che non imbavagli la libertà fondamentale di pensiero e di parola. Ci pare che il ddl Ronzulli (n. 2205) vada in questa direzione. Sarebbe rovinoso pensare che la tutela di alcune persone debba pagare il prezzo della privazione della libertà di tutti. Il rispetto di chi la pensa diversamente, anche quando non lo condividiamo, deve valere in tutte le direzioni. Sotto il fascismo, gli evangelici italiani sono stati colpiti dal “reato d’opinione” e quindi sono consapevoli dei rischi di sanzionare la libera circolazione delle idee. Dopo essere stata vittima di un’ideologia religiosa di Stato (quella cattolico-romana), l’Italia corre il rischio di piombare in un’ideologia di genere imposta per legge. Da uno Stato Etico ad un’Etica di Stato. A farne le spese è la possibilità di una società plurale e laica in cui le diverse visioni si confrontino senza criminalizzazioni non nelle aule di tribunale, ma nella società. Questo è il contributo che la minoranza evangelica vuole dare alla discussione in corso.

Giacomo Ciccone, Presidente
Alleanza Evangelica Italiana
www.alleanzaevangelica.org

Roma, 27 maggio 2021