Francesco Toppi, Michele Nardi. Il Moody d'Italia, Roma, ADI-Media 2002

Informazioni editoriali

Francesco Toppi, Michele Nardi. Il Moody d’Italia, Roma, ADI-Media 2002, 77 p.

Già da alcuni anni, l’A. ha promosso la pubblicazione della biografia di alcuni pionieri del Risveglio pentecostale italiano. Le figure affascinanti di uomini come Luigi Francescon, Pietro Menconi, Giacomo Lombardi, Michele Palma, Massimiliano Tosetto, Pietro Ottolini, Giuseppe Beretta, sono state rievocate non solo per onorarne la memoria, ma anche, o forse soprattutto, per apprezzarne la fede evangelica genuina e la dedizione all’opera cristiana.

All’interno di questa collana meritevole, questo libro è incentrato sulla vita del romagnolo Michele Nardi (1850-1914). Garibaldino, immerso negli ideali del Risorgimento, partecipa alla battaglia di Mentana a soli diciassette anni. Nel 1873, emigra negli Stati Uniti, dove, qualche anno più tardi, conosce l’Evangelo a Philadelphia, e si converte a Cristo.

Animato da un forte desiderio di conoscere le Scritture, s’immerge nello studio solitario e comincia a frequentare riunioni di Risveglio in varie città. L’incontro con il pastore presbiteriano A.B. Simpson è significativo per gli sviluppi successivi. Anche se non entra a far parte di nessuna organizzazione evangelica, Nardi diventa un predicatore evangelista, schietto e infaticabile. Animato da un’autentica passione evangelistica, organizza e conduce missioni rivolte agli italiani in diverse città americane, a tal punto da essere considerato “il Moody d’Italia”. Anche i suoi viaggi in Italia lo vedono impegnato nell’opera di evangelizzazione, fino alla sua morte nel 1914.

Nel presentare la vita di Nardi, l’A. fa riferimento al clima di grande collaborazione evangelica che si respirava negli USA, ma anche in Italia, nei decenni a cavallo tra l’Otto e il Novecento. L’impegno comune di tutti gli evangelici “nati di nuovo” era di raggiungere le anime con il semplice Evangelo della salvezza in Cristo, pur in presenza di diversità teologiche.

Toppi lo chiama giustamente “l’ecumenismo dello Spirito Santo” (p. 33): una comunione tra credenti che onoravano l’insegnamento biblico della nuova nascita e riconoscevano l’ispirazione plenaria e l’autorità infallibile della Scrittura. Michele Nardi era un evangelico così.

Questo tipo di ecumenismo non è solo una vaga memoria di un passato sepolto, ma è una realtà attuale, che accomuna il popolo evangelico che si riconosce nella fede che fu anche di Nardi. Michele Nardi è un personaggio che andava oltre gli steccati denominazionali, sapendo che l’unità cristiana si fonda sull’Evangelo della grazia. La storia successiva a Nardi ha visto l’evangelismo italiano non liberale perdere progressivamente quel senso di unità.

Perché non riscopriamo l’attualità di un ecumenismo evangelico dello Spirito Santo, per un rinnovato slancio della testimonianza nel nostro Paese?

L.D.C.