Evangelici e (dis)informazione

Il caso della trasmissione della RAI Pianeta dimenticato (9/3/2006) è solo l'ultimo di una lunga serie. Quando si parla di evangelici, e in particolar modo di pentecostali, se ne sentono di tutti i colori. Gruppi loschi. Sette pericolose. Manipoli di imprenditori del sacro con il profitto come divinità. Se poi l'evangelismo diventa un fenomeno di vaste proporzioni (come in molti Paesi dell'America Latina, ad esempio) i pregiudizi alimentano gli allarmismi.

Possibile che l'ignoranza continui a regnare indisturbata? Possibile che il servizio pubblico, invece di dar voce agli interessati, scomodi dei sedicenti soloni che, molto spesso, non sanno ciò di cui parlano?

1. Gli evangelici, pentecostali inclusi, non sono una setta, ma sono parte integrante del cristianesimo biblico; in linea con i credi e le confessioni della chiesa antica; in sintonia con la grande riscoperta dell'evangelo della Riforma protestante; in continuità con le stagioni di risvegli religiosi che si sono verificate nei secoli successivi, di cui quello pentecostale è solo l'ultimo di una lunga serie. Perché continuare a dire che sono una setta?

2. Gli evangelici, pentecostali inclusi, sono parte di un grande movimento evangelico diffuso in tutto il mondo ed in rapida crescita. Solo l'Alleanza Evangelica Mondiale rappresenta quasi 400 milioni di credenti, per la maggior parte nei Paesi del Sud del mondo. Non si tratta di gruppi sperduti, ma di un grande popolo di credenti in Gesù Cristo. Perché continuare a trattarli come se fossero un branco di persone dai contorni indefiniti?

3. Gli evangelici, soprattutto i pentecostali, sperimentano una fede viva con frequenti manifestazioni straordinarie e fenomeni carismatici (tra cui il parlare in lingue). Questa non è una novità moderna, ma è semplicemente il cristianesimo del Nuovo Testamento in cui si verificavano fenomeni simili. Perché allora screditarli additandoli come sottoprodotti di una religiosità spuria? Non dovrebbero essere tutti i cristiani a sperimentare una fede vibrante e partecipata, anche emotivamente?

4. Come tutti i gruppi umani, anche gli evangelici hanno al loro interno personaggi e movimenti che hanno commesso azioni riprovevoli, ma che non devono macchiare l'integrità e l'onorabilità di tutti. Se c'è qualche approfittatore, non per questo gli evangelici sono tutti così. Sarebbe come dire che, siccome nella Chiesa cattolica si sono preti pedofili, la chiesa intera sia composta da pedofili. Nessuno si sognerebbe di dire una tale idiozia. Perché questo non vale per gli evangelici?

5. Gli evangelici sono una realtà significativa anche nel nostro Paese. Ci sono migliaia di comunità di credenti, molte iniziative sociali e culturali, una rete di chiese e associazioni che operano in molti settori. Il problema è che, sin qui, essi non hanno avuto voce nei mass-media che, invece, si sono accontentati molto spesso di nutrire pregiudizi e praticare la discriminazione. Non sarebbe ora che, come da tempo sostiene l'AEI e in nome di un pluralismo compiuto, tutte le componenti religiose abbiano spazi adeguati nel servizio pubblico?

 

Past. Roberto Mazzeschi
Alleanza Evangelica Italiana
Vicolo S. Agata 20
00153 Roma

Roma, 15 marzo 2006