L'AEI sul documento battista–valdese sull'omosessualità

Prendendo spunto dall’invito al confronto e alla riflessione contenuto nel “Documento sull’omosessualità” dell’Assemblea battista/Sinodo valdo-metodista (Nev, 7/11/2007),

  1. Condividiamo totalmente i punti 4 e 5 quali necessarie condizioni (la condanna della violenza e della persecuzione) e finalità (le iniziative che promuovono la cultura del rispetto) su cui tutti gli evangelici devono e possono impegnarsi in modo congiunto. Ciò non vuol dire soccombere alla cultura del “politicamente corretto” che impedisce il libero (ancorché rispettoso) scambio di idee e bolla come “omofobe” tutte le visioni (compresa quella biblica) che non si adeguano al relativismo etico.
  1. Rileviamo che, nonostante vi siano state prese di posizione da parte di altri organismi rappresentativi dell’evangelismo italiano sull’omosessualità (ad esempio il documento “Omosessualità: un approccio evangelico” dell’Alleanza Evangelica Italiana del 2003[1]), questi testi sono stati ignorati nel documento preparatorio del GLOM e nella discussione che ha preceduto l’Assemblea/Sinodo. Il dialogo tra componenti diverse dell’evangelismo italiano dovrebbe passare dalla conoscenza documentata delle posizioni altrui. Esprimiamo pertanto rammarico per questa ulteriore occasione mancata di confronto.
  1. Notiamo nei punti 1 e 2 alcuni “vuoti” nella presentazione della prospettiva biblica sull’essere umano. E’ giusto il richiamo alla relazione come tratto fondamentale dell’antropologia biblica, ma manca il riferimento alla complementarietà dei generi maschile e femminile quale cornice della relazione d’amore che include la sfera sessuale. Dio ha creato l’essere umano “maschio e femmina” (Genesi 1,27) ed è questa relazione matrimoniale di coppia (“una stessa carne”, Genesi 2,24) che riceve la promessa di benedizione di Dio (Genesi 1,28). E’ vero che il peccato ha infranto la complementarietà facendola diventare un luogo di conflitto tra uomo e donna (Genesi 3,16) e che la mascolinità e la femminilità sono soggetti a gravi distorsioni. Ma è altresì vero che, grazie all’opera di Gesù Cristo e nella potenza dello Spirito Santo, la complementarietà è ristabilita nell’ordine della redenzione (Matteo 19,4-5; Efesini 5,22-31; Colossesi 3,18-19; Ebrei 13,4). Nel contempo, sempre nell’ordine della redenzione, sono considerati peccato tutte le relazioni sessuali (sia eterosessuali, sia omosessuali) che fuoriescono dal patto matrimoniale. Quindi affermare che una generica “relazione d’amore”, ancorché reciproca e libera, sia sostenuta dalla promessa di Dio è monca rispetto all’insegnamento biblico se omette di indicare quale sia la cornice biblica della relazione d’amore benedetta dal Signore e le distorsioni dell’adulterio e della fornicazione da cui la Parola di Dio mette in guardia.
  1. Consideriamo bello il richiamo dei punti 1, 2 e 6 all’accoglienza reciproca basata sull’accoglienza di Dio. Anche qui, tuttavia, manca il riferimento all’appello alla “conversione” dalle varie forme d’idolatria a cui tutti gli esseri umani sono asserviti nel peccato alla libertà dei figli di Dio. Chi viene accolto da Dio intraprende un cammino di cambiamento e non rimane quello che è. Ciò vale per tutti, in quanto non esiste una persona che sia sessualmente “normale”. Tutti coloro che s’incamminano nella via del discepolato cristiano sono chiamati a ricostruire la propria identità di genere e di relazione sulla base del disegno biblico della complementarietà.
  1. Riteniamo che l’invito a riconoscere i diritti civili delle coppie da parte dello stato (punto 7) debba avere come criterio la non equiparazione tra il matrimonio e altre forme di convivenza[2] e che i diritti debbano semmai essere riconosciuti alle libere scelte di individui nell’ambito di contratti privatistici.
  1. Accogliamo con interesse l’invito a proseguire il confronto e la riflessione sul tema dell’omosessualità (punto 8) e condividiamo la base di partenza della discussione (“una lettura approfondita ed esegeticamente attenta della Scrittura”). Ci permettiamo di aggiungere che l’ascolto ubbidiente ed intellingente della Parola deve praticare i principi evangelici del tota Scriptura (non selezionando i testi, ma accogliendoli tutti) e del Scriptura sui ipsius interpres (non leggendoli in modo avulso, ma nell’ambito di tutto il consiglio di Dio).

Roma, 10 dicembre 2007

Il Consiglio Esecutivo Federale

Alleanza Evangelica Italiana

Vc. S.Agata 20

00153 Roma 

www.alleanzaevangelica.org

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Appendice 1

 Assemblea/Sinodo: documento sull'omosessualità

La 4a sessione congiunta dell'Assemblea generale dell'UCEBI e del Sinodo delle Chiese metodiste e valdesi:

  1. crede in un Dio d'amore che per primo ci ha accolti chiamandoci ad una vocazione all'accoglienza nello spirito del passo di Romani che dice: "Perciò accoglietevi gli uni gli altri, come anche Cristo vi ha accolti per la gloria di Dio" (15:7);
  2. crede che l'essere umano sia fondamentalmente un essere in relazione con Dio e con il suo prossimo, e che la relazione umana d'amore, vissuta in piena reciprocità e libertà, sia sostenuta dalla promessa di Dio;
  3. esprime apprezzamento per il fatto che molte chiese locali, associazioni regionali battiste e circuiti delle chiese valdesi e metodiste abbiano affrontato, sulla base del documento prodotto dal Gruppo di lavoro sull'omosessualità, in incontri anche congiunti, il tema dell'omosessualità, serenamente, senza preclusioni e pregiudizi;
  4. mentre confessa il peccato della discriminazione delle persone omosessuali e delle sofferenze imposte loro dalla mancanza di solidarietà, condanna ogni violenza verbale, fisica e psicologica, ogni persecuzione nei confronti di persone omosessuali;
  5. invita tutte le credenti e tutti i credenti a sostenere quelle iniziative tese a costruire una cultura del rispetto, dell'ascolto e del dialogo;
  6. invita le chiese ad accogliere le persone omosessuali senza alcuna discriminazione;
  7. invita le chiese, nell'ottica di uno Stato laico, a sostenere e promuovere concretamente progetti e iniziative tesi a riconoscere i diritti civili delle persone e delle coppie discriminate sulla base dell'orientamento sessuale;
  8. auspica che il confronto e la riflessione, informati ad una lettura approfondita ed esegeticamente attenta della Scrittura, proseguano ancora nel futuro, partendo dal riconoscerci sorelle e fratelli nella comune fede in Gesù Cristo.

 


 

[1] Disponibile sul sito www.alleanzaevangelica.org, pubblicato su Studi di teologia – Suppl. 2 (2004) pp. 2-9 dove si rende conto di un’ampia bibliografia evangelica sull’argomento e ripubblicato in Ideaitalia XI (2007/1).

[2] Si veda la “Dichiarazione sui Di.Co.” della Federazione della Chiese Pentecostali (4/4/2007) accessibile dal sito www.fcpitalia.org e i documenti dell’Alleanza Evangelica Italiana “Gli evangelici e le unioni di fatto” (18/9/2005) “Dico: tra ambiguità e para-matrimonio” (13/2/2007) accessibili dal sito www.alleanzaevangelica.org e pubblicati in Ideaitalia XI (2007/1).