Accolti da Cristo per accogliersi a vicenda

Le sfide dell'integrazione in un seminario dell'Alleanza Evangelica Italiana

La chiesa evangelica più numerosa a Roma è romena; la seconda cinese. In Toscana, la chiesa più grande è a Prato, anche qui di lingua cinese. Nel Nord-Est per ogni evangelico italiano ci sono almeno 15 evangelici immigrati. Questi ed altri dati sono emersi nel corso del Seminario che l'Alleanza Evangelica Italiana ha organizzato il 16 gennaio a Roma. Circa 60 pastori ed operatori nel campo hanno dato luogo ad un incontro che molti hanno giudicato strategico e lungimirante.

Non serve un grande acume per rendersi conto che la presenza di credenti evangelici che risiedono in Italia e che provengono da altri Paesi è un fenomeno che ha cambiato, sta cambiando e cambierà profondamente i connotati dell'evangelismo italiano. Le opportunità che esso presenta sono tanto grandi quanto grandi sono le sue sfide.

Nell'introdurre il seminario, Roberto Mazzeschi, presidente AEI, ha letto la meditazione della Settimana Mondiale di Preghiera dell'Alleanza Evangelica e ha ricordato come l'AEI desideri incoraggiare la condivisione delle esperienze, costituire un luogo di incontro e favorire la reciproca conoscenza tra credenti evangelici.
Il presupposto non è una generica cultura dell'accoglienza, ma la conseguenza dell'essere stati accolti da Cristo nell'unico corpo di cui è il capo.

Giuseppe Rizza, coordinatore AEI del Nord-Est, ha ricordato come la relazione possa avvenire in due modi: l'integrazione “protesi” e “trapianto”. Nel primo caso, il collegamento è artificiale, esterno e statico. Nel secondo caso, c'è un innesto che porta ad un riconoscimento reciproco e ad un organico sviluppo. La sfida è grande.
Per partire ha presentato il fascicolo “Stranieri con noi”, Studi di teologia - Suppl. N. 7 (2009).

I numerosi interventi hanno sottolineato diversi aspetti della questione, non nascondendosi i problemi ed arricchendo il quadro complessivo. Al termine del seminario sono state individuate alcune piste di lavoro per il futuro: provare a costruire una mappatura il più possibile capillare del fenomeno, partendo dai dati già disponibili; provare a costituire un gruppo di lavoro tra gli operatori già attivi nel settore e che riunisca diverse competenze; collegarsi con esperienze già attive nel mondo evangelico in modo da non duplicare i servizi, ma semmai arricchendoli.
Paul Schafer, del gruppo Cristo è la Risposta e già da anni impegnato nella tessitura di relazioni con le chiese etniche, è stato nominato come delegato AEI per l'integrazione.

Il tema sarà tra i punti prioritari dell'agenda evangelica dei prossimi anni e decenni. Quello che sarà la testimonianza evangelica nel nostro Paese dipende in gran parte da come riusciremo o non riusciremo a favorire l'integrazione in Italia delle chiese e di credenti che provengono dall'estero.

Roma, 18 gennaio 2010