“Solo Cristo”, cardine permanente della fede cristiana

Dibattito evangelico-cattolico a Roma su un caposaldo della Riforma

Roma (AEI), 16 giugno 2017 – Riuscito il secondo incontro-dibattito organizzato da chiese e organizzazioni evangeliche romane, col patrocinio dell’Alleanza Evangelica Italiana, sul significato dei “cinque sola” della Riforma protestante in occasione del 500° centenario (1517-2017). Dopo il confronto sul “Sola Scrittura” (8/4/2017) è stata la volta del “Solo Cristo”. Cosa vuol dire credere e vivere il primato di Gesù Cristo nella chiesa e nel mondo?

Di fronte ad un folto pubblico riunito in un auditorium della parrocchia di San Cipriano a Roma, il 15 giugno si sono confrontati mons. Marco Gnavi, consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani nonché parroco della Basilica di Santa Maria di Trastevere, e Leonardo De Chirico, teologo evangelico e vice-presidente dell’AEI, moderati dal past. Augusto Melini e da don Mario Sanfilippo.

De Chirico ha riassunto il messaggio biblico che la Riforma ha voluto ribadire in un tempo di confusione dottrinale: solo Cristo è vero Dio e vero uomo e solo Lui è il mediatore della salvezza che Lui stesso ha compiuto. Cinquecento anni fa come oggi, mentre il primo aspetto non costituiva un problema, almeno in apparenza, era sull’esclusività della mediazione di Cristo che ci fu lo scontro col cattolicesimo. Secondo la chiesa di Roma la schiera di mediatori era affollata con le figure dei santi e di Maria che altro non erano che l’espressione della mediazione della chiesa stessa. Cristo era quindi avvicinabile solo in virtù di altre mediazioni che, di fatto, spostavano l’attenzione dalla persona e dall’opera di Gesù. Il fatto che la questione non sia superata è dimostrata dall’ancor più incoraggiata venerazione di Maria e delle altre figure mediatoriali da parte del cattolicesimo contemporaneo, per esempio nell’insegnamento degli ultimi papi.

Gnavi ha posto l’attenzione sulle sfide che il mondo contemporaneo pone ai cristiani (ad esempio: il bricolage religioso, la spiritualità liquida dei giovani, la persecuzione in molti parti del mondo) e sull’esigenza dell’unità per farvi fronte dando per acquisito un raggiungimento di convergenza tra tutte le anime del cristianesimo contemporaneo.  Il dibattito franco e amichevole che è seguito ha mostrato due accezioni dell’unità cristiana: da un lato, quella cattolica, secondo cui le questioni poste dalla Riforma sarebbero superate e le rimanenti differenze dovrebbero essere comprese come diversità di enfasi, comunque compatibili; dall’altro, quella evangelica, secondo la quale l’unità è sempre figlia della verità e della carità e quindi le istanze dell’autorità suprema della Scrittura e dell’unicità di Gesù Cristo mantengono tutta la loro pertinenza e sono lungi dall’essere patrimonio comune delle chiese. La domanda di Gesù ai suoi discepoli: “chi dite che io sia?” è ancora decisiva per la fede. E’ Cristo il solo Signore e Salvatore e Mediatore? Se sì, è possibile mantenere in piedi un complesso sistema di mediazioni che inficia il “solo Cristo”?

Il prossimo incontro della serie verterà sul “Sola grazia” e sarà tenuto nel mese di ottobre. Seguirà comunicazione dettagliata.