Ideaitalia - Nuova serie, Anno IV · n. 50 · 22 dicembre 2020
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IRC e scuola statale: l’anormalità italiana continua
Un commento del Comitato insegnanti evangelici italiani al concorso indetto
Roma (AEI), 22 dicembre 2020 – Riceviamo e volentieri pubblichiamo un articolo del Comitato insegnanti evangelici italiani, associate all’AEI, del 22 dicembre 2020:
Se questo è un paese normale …
Quando nel 2003 fu approvata la legge 18 luglio n. 186 che istituiva l’immissione nei ruoli pubblici degli insegnanti di religione cattolica, poi seguita da una anomala procedura concorsuale, gli insegnanti evangelici impegnati nella scuola statale hanno reagito prontamente per la grave violazione della laicità che si stava verificando. Era uno scandalo che, a differenza degli insegnanti di altre materie, quelli di religione cattolica entrassero di ruolo attraverso un concorso che prevedeva un’idoneità conferita dal vescovo. Si delineava allora una chiara violazione della Costituzione, in quanto si assumevano nei ruoli pubblici persone selezionate da enti privati, quali sono le diocesi cattoliche. E tutto questo mentre (era allora Ministro l’On. Letizia Moratti) si tagliavano decine di migliaia di posti di insegnanti di altre materie, in nome della “razionalizzazione” della scuola. Questo trasformò la “religione facoltativa” in una materia in tutto e per tutto curricolare, cioè inserita di default nel curricolo scolastico, mentre la possibilità di astenersi e di optare per altre attività era schiacciata in fondo alla listadelle discrezionalità.
Gli anni trascorsi da allora sono stati quelli della sopportazione attiva, cioè della paziente denuncia di ogni atto di discriminazione nei confronti degli studenti che non si avvalevano dell’Irc, della difesa delle libertà di coscienza e di religione, dell’attenzione per le legittime richieste di “attività alternative” scritte sulla carta ma evase nella realtà, della rivendicazione di parità di trattamento agli esami tra studenti avvalentisi e studenti non avvalentisi, della protesta per gli atti di culto in orario scolastico, innumerevoli sono stati i pronunciamenti pubblici per denunciare la condizione infelice di chi decideva di non frequentare l’IRC.La verità della discriminazione nella scuola di questi alunni (e dei genitori) che osano non avvalersi dell’Irc è palese e grida vendetta.
Anche se i problemi da noi sollevati hanno certamente infastidito molti, altri forse si sono posti la questione per la prima volta, altri ancora si sono spinti finanche a darci ragione, ma nella sostanza, lentamente ma inesorabilmente, si vuole far passare questo scandalo come“normalità”. Invece, in un paese normale, le persone normali avrebbero normalmente un sussulto davanti a simili intrighi e non si accontenterebbero delle timide reazioni di una parte degli evangelici.
Oggi, a diciassette anni dall’ultima volta, il Miur comunica che sarà bandito il concorso per
l’assunzione degli insegnanti di religione cattolica. La Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, e il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), il Cardinale Gualtiero Bassetti, hanno sottoscritto l’Intesa sul concorso per l’assunzione degli insegnanti di Religione Cattolica. Nulla è cambiato: ancora oggi tra i requisiti di partecipazione alla procedura concorsuale “è prevista la certificazione dell’idoneità diocesana rilasciata dal responsabile dell’ufficio diocesano competente”. E ancora oggi, una volta assunto in ruolo dallo Stato, l’insegnante che perda questa idoneità ha il diritto di continuare a insegnare un’altra materia, senza aver superato alcuna prova di idoneità disciplinare.
No, non ci rassegniamo a questa paradossale e distorta “normalità”. E non ci vengano a ripetere la necessità di stabilizzare i docenti di Irc che sono precari, la stabilizzazione semmai toccherebbe al Vaticano, essendo in tutto e per tutto agenti del cattolicesimo collocati nelle scuole statali. Nulla di personale, gli insegnanti di Irc sono bravi e competenti più o meno come gli altri, è una questione di principio, di giustizia, di libertà e di verità. Oggi l’Italia non ha più una religione di stato, tutte le religioni, anche la mancanza di religione, devono essere considerate equivalenti, perché attengono alla libertà di scelta della persona. E non solo a motivo degli immigrati stranieri ma anche a motivo dei moltissimi italiani che sono non credenti, o “diversamente credenti”.
Quindi continueremo a dire e ad affermare ciò che abbiamo sempre sostenuto: l’insegnamento di una qualsiasi religione deve stare fuori dal curricolo e dall’orario scolastico. Lo Stato non agisce con giustizia quando prende in carico una delle parti, e non si astiene da ciò che non gli compete, e l’insegnamento religioso non è competenza dello stato o della scuola. Ci sono le famiglie, le parrocchie, le comunità religiose apposta per questo. La cultura italiana è tanto cattolica quanto pagana, tanto atea quanto agnostica o superstiziosa. Ogni cultura dovrebbe essere ritenuta di uguale dignità, perché è incarnata da persone vere, che ne sono portatrici.
Questa verità brilla come una fiamma inestinguibile, e gliinsegnanti evangelicinon si rassegneranno a vederla tremolante o debole, ma contribuiranno a tenerla ben accesa.
Partono anche in Italia i “Gruppi d’impatto” del Movimento di Losanna
In vista della conferenza europea del 2021
Roma (AEI), 22 dicembre 2020 – A novembre 2021 si terrà a Wisla, Polonia, la Conferenza del Movimento di Losanna a dieci anni dall’Impegno di Città del Capo. Sarà l’occasione, per i leader evangelici europei, di conversare e condividere quello che sin qui è stato fatto e quello su cui c’è ancora da lavorare nel nostro continente in particolare. Saranno 800 gli invitati a partecipare dal vivo, ma il Movimento di Losanna ha pensato al modo di ampliare in modo esponenziale la partecipazione, il coinvolgimento e la chiamata all’azione. Ogni partecipante è stato infatti invitato a formare un gruppo di una decina di persone interessate all’avanzamento del regno di Dio nel proprio Paese e sul proprio territorio per ampliare la conversazione in modo che molte più persone possano partecipare all'ascolto, alla riflessione e alla condivisione di ciò che Dio sta facendo in Europa. L’ intento è quello di prendere le idee e le proposte che verranno generate da questi “Gruppi d’impatt” (Impact groups) alla Conferenza e trasformarle in azioni concrete che avranno un impatto sulle comunità locali negli anni a venire.
Tra gli altri partecipanti italiani invitati alla Conferenza del 2021, Damaris Marletta ha raccolto la sfida e ha formato un gruppo di circa 13 persone con l’intento di far conoscere ed elaborare i temi sollevati dal Movimento di Losanna (Il “Patto di Losanna” del 1974; Il “Manifesto di Manila” del 1989 e l’“Impegno di Città del Capo” del 2010). Il gruppo, che si incontrerà con cadenza mensile, sarà impegnato nello studio dei materiali inviati dal Movimento, nella preghiera per l’Europa e l’Italia e nel formulare proposte per la chiesa italiana ed europea. La preghiera è che questi gruppi, in giro per l’Europa, favoriscano l’alfabetizzazione diffusa dei documenti di Losanna e incoraggino risposte di rete e sostenibili alla sfida di promuovere una testimonianza evangelica vigorosa. (CL)
Un piccolo aiuto in tempo di crisi
Distribuzione di pacchi alimentari a Roma
Roma (AEI), 21 dicembre 2020 – Le attività promosse dai soci AEI, insieme a chiese evangeliche locali e opere, sono tante anche in questo periodo festivo. Sabato 19 dicembre, ad esempio, l’Organizzazione di Volontariato “Missione Tabita” ha inaugurato i nuovi locali nella zona est della capitale, organizzando un evento di distribuzione pacchi alimentari insieme alla chiesa Evangelica Buona Notizia (di Torre Angela) e alla chiesa ADI (di Colle Prenestino). Sono stati donati 60 pacchi (con all'interno olio, pasta, formaggio, latte, ecc, per generosa donazione dell'associazione "Matteotti") unitamente a mascherine, kit dentistico, abiti per bambini, busta con cioccolatini, il Vangelo di Giovanni ed una parola di speranza.
L’occasione è stato anche un modo per stringere ulteriormente i rapporti con i vari comitati di quartiere e poter far conoscere l’operato di “Missione Tabita” e delle due chiese. Preghiamo che questo piccolo aiuto, in questo momento difficile, possa essere una benedizione e un incoraggiamento per le tante famiglie raggiunte e che i rapporti che la comunione fraterna del Corpo di Cristo possano essere sempre più un sostegno e una testimonianza per molti. (DB)
“Pericoloso diffondere l’idea che i pazienti terminali siano un peso”
L’Alleanza Evangelica Spagnola sulla recente approvazione dell’eutanasia
Roma (AEI), 22 dicembre 2020 – Il Parlamento spagnolo ha approvato la legge che introduce l’eutanasia nell’ordinamento del Paese. Prendendo come modello la legge olandese, ora anche la Spagna ha legalizzato la richiesta e la somministrazione dell’eutanasia. Durante il dibattito che ha preceduto il voto, l’Alleanza Evangelica Spagnola aveva espresso contrarietà alla proposta di legge.
Pur non nascondendosi la realtà della domanda di eutanasia, l’Alleanza aveva proposta di investire nelle cure palliative e nel sostegno economico delle famiglie di pazienti terminali. “Il numero di pazienti che chiedono l’eutanasia diminuisce drasticamente se il dolore viene alleviato e se il malato e la sua famiglia ricevono adeguati sostegni relazionali ed economici”, si legge nel documento evangelico inviato al Parlamento. “E’ pericoloso per una società sostenere che i pazienti terminali siano un peso insopportabile e che l’eutanasia sia un modo per eliminarli”. Il documento dell’Alleanza Evangelica Spagnola sostiene anche che sia difficile considerare come decisione veramente “libera” quella di un malato grave e che la sua assolutizzazione esclude la possibilità che altri criteri e altri soggetti intervengano per mitigare la richiesta di eutanasia. (LDC)
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A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.
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