Ideaitalia - Nuova serie, Anno V · n. 25 · 7 settembre 2021

Elio Milazzo (1923-2021), primo presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana

Un uomo che si è speso per collegare l’Italia evangelica internamente ed esternamente

Roma (AEI), 7 settembre 2021In occasione della scomparsa del past. Elio Milazzo, figura storica dell’evangelismo italiano contemporaneo, abbiamo chiesto al prof. Pietro Bolognesi (che ringraziamo) di tratteggiarne un profilo. Altri contributi sull’attività di Milazzo saranno pubblicati su successivi bollettini di Ideaitalia. Il Consiglio Esecutivo Federale dell’Alleanza Evangelica Italiana, a nome di tutti gli associati, si unisce al cordoglio della famiglia Milazzo nella certezza della resurrezione promessa dal Signore Gesù e a cui anche il pastore Elio parteciperà.

Il 29 agosto 2021 il Signore ha chiamato a casa il pastore Elio Milazzo. Era nato a Roma nel 1923 e dopo la conversione, avvenuta a Firenze, si era impegnato molto presto nella predicazione dell’evangelo a Firenze e altre località. Aveva poi esercitato il ministero pastorale nella chiesa del Nazareno (Firenze), per poi impegnarsi come pastore della chiesa Mennonita (collegata ad Harrisonburg, Virginia, Stati Uniti). Accanto al ministero pastorale aveva svolto anche un’intensa attività evangelistica. In questa cornice va collocato il suo impegno nel ministero radiofonico con “Parole di vita” trasmesse da Radio Montecarlo. Qualcuno ricorderà anche la registrazione di tutto il NT su cassette con la sua possente voce.

Negli anni ’60-70 aveva avuto contatti con l’evangelismo mondiale e aveva svolto il ministero di traduttore di personaggi come Billy Graham. Non si contano le sue partecipazioni a congressi a partire da quello mondiale sull’evangelizzazione di Berlino (Berlino 1966; Losanna1974, Singapore 1987). Dopo le incertezze iniziali cercò di svolgervi un ruolo di raccordo con l’evangelismo italiano. Seppe individuare gli esponenti evangelici significativi a livello mondiale dando così prova d’indubbio discernimento spirituale.

Dopo il Congresso europeo sull’evangelizzazione di Amsterdam (1971) e la consistente partecipazione di italiani, riprese quello che era stato un grande sogno come quello di un’unità degli evangelici sulla base delle fondamentali verità bibliche. Veniva così ripreso il sogno di un’Alleanza evangelica le cui origini risalivano al XIX secolo e che aveva anche avuto strascichi significativi in Italia. Nel 1974 veniva fondata l’Alleanza Evangelica Italiana. Milazzo ne divenne il primo presidente con un Comitato esecutivo di cui facevano parte rappresentanti delle realtà evangeliche del Paese (Torio, Scognamiglio, Piccolo, Capecchi, Moretti, Santonocito). In un contesto anche segnato da meschinerie da condominio non era facile aprire a un immaginario così arioso come quello rappresentato dall’Alleanza evangelica. Non era semplice liberarsi dalle ataviche tendenze al localismo, all’individualismo e al narcisismo dell’evangelismo italiano, e questo fu certamente un tentativo benedetto dal Signore. Mentre suonavano forte i flauti del gretto conservatorismo e della rivoluzione, della chiusura settaria, dell’impegno politico e del fascino carismatico sganciato dalle fondamenta evangeliche, Milazzo diede fiato alla costruzione di un polo evangelico impegnato a costruire la propria identità e a porsi senza complessi nei confronti di altre concezioni della fede.

Si deve a lui l’idea di un notiziario (Idea [1978-1989], progenitore di quello che sarebbe poi diventato Ideaitalia) che desse conto dell’ampio respiro dell’evangelismo mondiale e permettesse anche al mondo estero evangelico sano di rapportarsi in modo più responsabile all’evangelismo italiano (cosa che avvenne con progetti di solidarietà in occasioni di calamità naturali).

Sempre in questo contesto si colloca anche l’impegno di Milazzo per la formazione teologica (era presente al primo congresso della Comunione dei teologi evangelici europei, Louvain 1976) che aveva sostenuto con entusiasmo anche in Italia (era presente alle prime Giornate teologiche, Roma 1978).

Intratteneva rapporti con le varie realtà evangeliche anche se non lesinava le sue preoccupazioni per forme d’evangelizzazione superficiali. In questa cornice esercitò un ruolo di discernimento spirituale nei confronti di certi slittamenti liberali e portò quindi avanti un ministero di vigilanza nei confronti della nuova traduzione del Nuovo Testamento (Tilc) formulando le proprie riserve sul metodo delle equivalenze dinamiche.

Fu anche usato dal Signore per frenare i rischi di compromesso col cattolicesimo romano da parte dell’evangelismo mondiale. Furono sue le denunce che portarono poi a una presa di posizione ufficiale da parte della Commissione teologica dell’Alleanza evangelica mondiale sul cattolicesimo romano (Singapore 1986).

È evidente che questo tipo di rigore non poteva sempre essere adeguatamente apprezzato e che ad esso sono evidentemente associati anche rischi non sempre facili da evitare, ma la storia dell’evangelismo sano ha registrato con Milazzo un aiuto significativo. Potrebbe essere interessante analizzare più in profondità le vicende dell’evangelismo di quegl’anni da un punto di vista storico, ma è evidente che per Milazzo parole come “unità”, “formazione”, “evangelico”, ecc. non avevano valore retorico, ma implicavano scelte concrete ed esigenti.

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