Ideaitalia - Nuova serie, Anno VI · n. 21 · 23 novemre 2022

SI al sostegno della famiglia, ma solo nel rispetto di pluralismo e laicità

L’AEI interviene sulla proposta della Lega di bonus ai soli matrimoni religiosi

Roma (AEI), 23 novembre 2022 – La proposta di legge condotta dell’On. Furgiuele ed altri deputati della Lega Nord, volta a finanziare spese connesse alla celebrazione di matrimoni religiosi, denota luci ed ombre dell’iniziativa politica contemporanea.

Se infatti è indubbio che essa vuole esprimere un aiuto concreto alla famiglia quale “nucleo fondamentale della società” (Art. 16 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo), d’altro canto spinge lo Stato ad entrare arbitrariamente in scelte di coscienza che competono agli individui ed invadere sfere di sovranità che riguardano la famiglia stessa e le confessioni religiose.

Pensare ad un sostegno per le spese matrimoniali permetterebbe di superare le difficoltà embrionali alla formazione di una nuova famiglia, ma limitare il sostegno alla celebrazione del solo “matrimonio religioso” è irrispettoso sia del principio costituzionale di terzietà nei confronti delle confessioni religiose, ma anche irrispettoso verso le confessioni prospettando un ruolo paternalistico dello stato verso la sfera religiosa.

Giustificarsi con la possibilità di modifica ed estensione da effettuarsi in Parlamento durante la discussione denota un atteggiamento tardivo e volontario, visto che la proposta era stata già formulata tre anni fa durante la precedente legislatura ed ora è riproposta nella 19a legislatura esattamente con lo stesso vulnus.

Inoltre, più che concentrarsi su spese secondarie quali passatoia, libretti, l’addobbo floreale o l’acconciatura, ed in questo modo incoraggiare un approccio consumistico, il bonus sarebbe certamente più efficace se rivolto a quelle spese che costituiscono il progetto di vita assieme dei nubendi.

Come ricordato nella dichiarazione Quale famiglia per quale testimonianza? Un sostegno alla famiglia “attraverso adeguate politiche fiscali e idonei sussidi economici” ed in linea con gli art. 29, 30 e 31 della Costituzione Italiana è più che necessario, ma va condotto rispettando pluralismo e laicità. (GC)


IDOP e problemi di libertà religiosa irrisolti in Italia

Una riflessione a margine della Giornata internazionale di preghiera per la chiesa perseguitata

Roma (AEI), 23 novembre 2022 – L’IDOP, la Giornata Internazionale di Preghiera per la Chiesa Perseguitata, quest’anno si è tenuta il 6 e il 13 novembre e si sta sempre più stabilizzando nel calendario delle chiese evangeliche italiane. Incoraggiata da organismi come l’Alleanza Evangelica Italiana e Porte Aperte Italia è un monito costante a ricordare quella parte del popolo di Dio che ancora non gode delle fondamentali libertà conquistate dalle moderne democrazie. Prima fra tutte proprio la libertà religiosa senza la quale milioni di uomini, donne e bambini e intere comunità religiose sono soggetti ad ogni sorta di sopruso, abuso o violenza.

La libertà religiosa ha sia una accezione positiva per quanto riguarda l’affermazione, la celebrazione e la condivisione del proprio credo, sia un’accezione negativa per quanto riguarda il rifiuto di compiere atti che contrastano le convinzioni profonde, cioè atti contro coscienza. Non dobbiamo dimenticare cosa sia realmente la libertà religiosa perché altrimenti non saremo in grado di comprendere quando essa è negata proprio sotto il nostro naso, in casa nostra.

Mentre continuiamo a pregare per la chiesa nel mondo che soffre persecuzioni estremamente violente e la cui libertà di culto e di coscienza è schiacciata in modi brutali e vistosi, dobbiamo mantenere un discernimento spirituale vivo anche nel nostro paese per saper riconoscere e educare altri a riconoscere quando essa è oppressa anche nei luoghi meno sospetti.

Un luogo adatto a misurare lo stato di salute della libertà di religione nel nostro paese è la scuola, il luogo per eccellenza che è stato deputato alla formazione dei cittadini. Osserviamo un gruppo di bambini, raccolto in un corridoio della scuola mentre la loro insegnante prende il caffè incurante di rispettare la richiesta dei genitori di avere un programma alternativo alla religione cattolica. Un ragazzo di scuola media è costretto a scegliere di parteggiare per una divinità greca nel corso di una lezione di Storia, anche dopo aver dichiarato all’insegnante che questo lede la propria coscienza. A una coppia di genitori è impedito di far uscire da scuola la propria figlia, nonostante abbiano fatto regolare richiesta di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica e che li pone nello stato di “non obbligo” nei confronti della scuola durante quelle ore.

Tutti questi soggetti hanno qualcosa in comune, cioè professano una fede diversa dalla cattolica: potrebbero essere musulmani, evangelici o persino atei.

Si assiste a scene come queste regolarmente nella scuola statale italiana, ma quando si alza la bandiera della libertà di religione e di coscienza nessuno sembra capire di cosa si stia parlando, come se la scuola dello Stato sia superiore a questo diritto umano fondamentale, probabilmente il più fondamentale di tutti i diritti. Un genitore che sceglie di non avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica per il proprio figlio lo fa sulla base di profonde convinzioni, le stesse che non sono tenute in conto nel caso di un alunno o un insegnante che è obbligato dalla scuola ad affermare qualcosa in contrasto con ciò in cui crede o che è costretto ad assumere un comportamento contrario alla propria coscienza. Nei programmi didattici non manca lo studio della Costituzione Italiana, e nei programmi interdisciplinari di educazione civica si studia l’Agenda 2030, ma la realtà è che nella scuola italiana manca l’ABC della libertà religiosa e il suo riconoscimento e rispetto, perciò non può essere in crescita.

Affianco alle iniziative legate all’IDOP dovremmo forse pensare altre iniziative di sensibilizzazione e alfabetizzazione alla libertà religiosa in contesti ecclesiali ma anche culturali, come le scuole. Un popolo che non conosce il vero significato e la portata della “madre di tutti i diritti” non sarà capace neppure di vedere, partecipare e combattere in favore delle sofferenze altrui. (LS)


R20 a Bali e il ruolo delle religioni nel mondo globale

Anche l’Alleanza Evangelica Mondiale ha partecipato

Roma (AEI), 23 novembre 2022 – Anche l’Alleanza Evangelica Mondiale ha partecipato al R20, il forum di leader religiosi che si è incontrato prima del G20 a Bali (Indonesia). Di questi appuntamenti ne parla un articolo su Loci Communes (21/11/2022).

Nell’articolo si legge: “Al R20 ha partecipato anche l’Alleanza Evangelica Mondiale. Contrariamente ad incontri inter-religiosi (come quelli a cui partecipa il papa sulla scia del documento sulla fratellanza umana siglato tra lui e leader islamici) che includono la preghiera e la retorica della sostanziale compatibilità di tutte le religioni all’interno di una pan-religione globale, lo R20 non ha avuto carattere “spirituale”. Per questa ragione, anche l’Alleanza Evangelica Mondiale ha partecipato. Si è trattato di un tavolo di confronto, tra l’altro ospitato dall’Indonesia che è il Paese con il più alto numero di musulmani al mondo e regione dagli equilibri religiosi delicati”.

E ancora: “Cosa è emerso dal R20? Un comunicato finale sintetizza i contenuti dei temi discussi. Si parla di impedire che le religioni infiammino le situazioni di conflitto e siano, semmai, al servizio della pace e della convivenza. Si parla di fare tutti gli sforzi per sviluppare rapporti “civili” tra le religioni in modo da favorire canali di dialogo e di confronto. Si parla della responsabilità delle religioni di promuovere stili di vita solidali e rispettosi dell’ambiente. Purtroppo, nel documento non c’è alcun riferimento alla libertà religiosa come madre di tutte le libertà. Questo è l’occhio cieco del R20. Mentre parla in modo pomposo sul ruolo delle religioni, omette di citare il punto di partenza da cui, forse, tutto il resto dipende: la libertà religiosa”.


A cura dell’Ufficio stampa dell’Alleanza Evangelica Italiana
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Redazione: Lucia Stelluti, Chiara Lamberti, Leonardo De Chirico, Giovanni Marino, Stefano Bogliolo, Sergio De Blasi, Carine Francq.

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