Gran Bretagna: Sviluppi nei rapporti stato Chiese evangeliche

Che non siano solo parole!

In questi ultimi anni, il costante e rilevante lavoro di testimonianza svolto anche nella “pubblica arena” da parte dell’Alleanza evangelica inglese sta portando i suoi frutti.

     Il direttore generale dell’Alleanza inglese, Joel Edwards, è stato molto incoraggiato dal discorso d’insediamento di David Blunkett, neo-eletto ministro dell’Interno inglese, il quale è convinto che una maggior collaborazione fra governo e comunità cristiane sia essenziale al rinnovamento della società civile.

     In un articolo su The Guardian, uno dei maggiori quotidiani britannici, Edwards ha dichiarato: “Se ciò implica un ruolo maggiore delle comunità cristiane nell’affrontare le cause della delinquenza e delle divisioni all’interno della società, allora dico «Amen!»”.

     L’esternazione del ministro Blunkett fa seguito alla campagna, in corso da mesi e lanciata dalla chiesa Oasis di Steve Chalke (in collaborazione con l’Alleanza evangelica inglese e altre organizzazioni), che chiede al governo di riconoscere il contributo vitale delle chiese. Il punto culminante di questa campagna è stata la presentazione di una petizione (firmata da migliaia di chiese e di credenti) al n. 10 di Downing Street (cioè, la sede del Primo Ministro).

     Nonostante la buona “apertura” da parte del governo, secondo Martyn Eden, responsabile degli Affari Pubblici, rimangono irrisolti due importanti problemi: come comportarsi con le istituzioni pubbliche che si rifiutano di lavorare con gli evangelici, e come affrontare il fatto che il governo voglia collaborare con le chiese sulla base dei propri criteri.

     Evidentemente, alla richiesta di collaborazione, il governo deve ancora far seguire una prova di stima e di fiducia, ma queste cose si conquistano sul campo e con il tempo.

N.C.