Assemblea Federale (III): quale presenza evangelica nel mondo della comunicazione?

L’importanza di fare “squadra” in questo settore cruciale

Roma (AEI), 3 maggio 2019 –  La terza tavola rotonda ha avuto come tema la sfida della presenza evangelica nel mondo della comunicazione. Chiara Lamberti, redattrice di Ideaitalia, ha moderato la conversazione e l’ha aperta con la citazione dell’Impegno di Città del Capo e della Dichiarazione di Brea in cui si incoraggiano gli evangelici ad essere utenti responsabili della comunicazione e capaci di costruire ministeri impattanti.

Elpidio Pezzella, pastore e coinvolto in progetti di comunicazione tv e sui social, ha aperto il suo intervento ricordando che nonostante la Dichiarazione dell’ONU sulla libertà di stampa contenga molti buoni principi, la situazione italiana è caratterizzata da una situazione nella quale il 95% dello spazio radiotelevisivo pubblico è dato alla chiesa cattolica; la comunicazione degli “altri” è strutturalmente annichilita. E poi: andare sui media ma a fare che cosa? Occorre mettere assieme le energie, ma per fare che cosa? E poi è bene che ci sia una varietà per colmare vari linguaggi. C’è bisogno di “nuova pentecoste”; la possibilità di parlare lingue diverse nello stesso tempo senza combatterci tra noi. Un progetto possibile per avanzare in questo campo è realizzare una sorta di “church advisor” evangelica: una app in cui ci siano tutte le chiese e opere che sono interessate a farne parte.

Il secondo intervento è stato di Davide Bogliolo, coordinatore AEI Centro, che si è soffermato sul tipo di messaggio che vogliamo comunicare. L’Impegno di Città del Capo incoraggia alla creatività nell’uso dei media. Ognuno per conto suo non va da nessuna parte nella comunicazione. Un progetto su cui lavorare potrebbe essere un portale che prenda spunto dal modello spagnolo-internazionale di Focus evangelico in cui i talenti, gli stili, le varietà emergano all’interno di una proposta comunicativa evangelica.