Prepararsi alla “Fase 2”

L’AEI attiva nelle conversazioni tra chiese evangeliche

Roma (AEI), 1 maggio 2020 – Il governo italiano ha iniziato a dare disposizioni per la “Fase 2”, cioè quella transizione verso la ripresa della vita ordinaria. Anche per le chiese evangeliche la “Fase 2” rappresenta una sfida non da poco. Dopo due mesi di blocco, come si potrà celebrare i culti, le riunioni, gli incontri nei locali?

Insieme ad altri organismi evangelici, l’Alleanza Evangelica Italiana si è attivata per raccogliere le istanze proprie che le chiese evangeliche devono affrontare in vista della riapertura: la sanificazione, il distanziamento sociale, il mantenimento di pratiche per evitare il contagio, le attività di assistenza ai bisognosi,  ecc. In una serie di incontri informali, è in corso di redazione un documento congiunto da presentare alle autorità di governo per rappresentare le esigenze e le specificità delle chiese evangelica in vista della riapertura.

In un’intervista rilasciata a Evangelical Focus il 30/4/2020, il vice-presidente dell’AEI Leonardo De Chirico ha dichiarato che le chiese evangeliche sanno che non potranno riprendere da subito come prima. “Dovremo pensare di tenere più culti con meno persone e di mantenere a basso regime gli incontri comunitari; auspichiamo che il governo ci tratti come soggetti responsabili senza intrudere nella vita della comunità, al di là di indicare le misure sanitarie necessarie”. Pur apprezzando l’opera non facile del governo nella gestione della pandemia, De Chirico ha anche osservato che gli evangelici esprimono preoccupazione per il fatto che i provvedimenti governativi hanno avuto la tendenza a considerare la vita religiosa come “non essenziale”, secondaria. (CL)