La storia

L’idea di un’Alleanza Evangelica finalizzata alla comunione e cooperazione di cristiani evangelici di diversa denominazione nasce per la prima volta in Inghilterra nel 1848. L’iniziativa verrà imitata in un numero sempre crescente di nazioni. Gran parte di queste alleanze evangeliche nazionali, convergeranno poi nella World Evangelical Alliance (Alleanza Evangelica Mondiale), già World Evangelical Fellowship.

Riteniamo perciò utile di delineare qui la storia dell’Alleanza Evangelica come fu fondata in Inghilterra.

Ancora oggi in italiano viene usata l’espressione “fare un quarantotto” per indicare un grande subbuglio, un trambusto, grande confusione. Essa ebbe origine da quanto avvenne nell’anno 1848, quando si ebbero in Italia ed in altre nazioni europee vari moti rivoluzionari e tumultuosi sconvolgimenti politici. Quello, però, fu anche l’anno in cui venne fondata per la prima volta a Londra l’Alleanza Evangelica, e non a caso, perché molti leader cristiani evangelici, 800 rappresentanti in tutto, da dieci paesi, proprio nel contesto della situazione politica in Europa di quei giorni, avevano sentito di formare così un fronte comune. Secondo le loro stesse parole, essi intendevano creare “una cosa nuova nella storia della chiesa, un’organizzazione ben definita per l’espressione dell’unità fra singoli cristiani appartenenti a chiese diverse”. Era stata loro espressa intenzione non di creare unità fra i cristiani, ma di confessare l’unità che la Chiesa di Cristo già possiede come Suo corpo.

I fondatori dell’Alleanza Evangelica dichiaravano di essere “profondamente persuasi della desiderabilità di formare una confederazione sulla base dei grandi principi evangelici da loro sostenuti in comune”, la quale potesse “fornire ai membri della Chiesa di Cristo l’opportunità di coltivare amore fraterno, di godere rapporti cristiani e di promuovere quegli obiettivi” sui quali in seguito si sarebbero accordati “per procedere insieme”. Per questo si formò “una confederazione sotto il nome di Alleanza Evangelica”. Fu poi così stilata una base di fede che esprimesse le loro persuasioni come cristiani evangelici.

Una delle prime difficoltà incontrate in quest’impresa era la differenza di opinione nei loro ranghi al riguardo della legittimità della schiavitù. Il progresso dell’Alleanza Evangelica durante il diciannovesimo secolo fu significativo. Furono tenute grandi ed ispiranti assemblee nella maggior parte delle capitali d’Europa e d’America, e l’Alleanza velocemente si affermò come corpo degno di rispetto nel mondo religioso. Nel corso del primo secolo della sua esistenza l’Alleanza concentrò la sua attenzione su un certo numero di progetti diversi, incluso il sostegno di minoranze protestanti perseguitate, la promozione di settimane unite di preghiera in tutto il mondo durante la prima piena settimana di ogni gennaio, la difesa del cristianesimo biblico, e la promozione dell’opera missionaria.

Fra le due guerre mondiali l’Alleanza conobbe un periodo di stasi, ma rifiorì di nuova vita dopo la seconda guerra mondiale. Il primo notevole suo progetto nel dopoguerra fu la Manifestazione Evangelistica Unita nella Central Hall di Westiminster, nel 1951, che coincise con il Festival of Britain e che conquistò l’appoggio di numerose società. Nel 1952 l’Alleanza aprì il suo primo ostello per studenti stranieri a Londra, e un altro fu aperto nel 1963. Sponsorizzò pure le crociate evangelistiche di Billy Graham nel 1954-55 ed ancora nel 1966-67. In seguito l’Alleanza si impegnò nell’opera di evangelizzazione attraverso il cinema che portò il messaggio dell’Evangelo - fra l’altro - nelle carceri e fra le forze armate. Un altro risultato delle crociate evangelistiche fu l’organizzazione di conferenze per pastori in cui ministri di diverse denominazioni sono stati incoraggiati all’opera evangelistica nelle loro rispettive località. Un’altro progetto dell’Alleanza fu il lancio di una rivista mensile dal titolo Crusade, che riuscì ad affermarsi fra il pubblico cristiano, particolarmente fra i giovani.

Un altro novevole sviluppo durante il periodo post-bellico fu la formazione dell’Alleanza Evangelica Missionaria (1958) che collega quasi tutte le società missionarie evangeliche, sia denominazionali che interdenominazionali, e l’organizzazione comune della Cena del Signore nella Royal Albert Hall di Londra. Sono state pure organizzate diverse Assemblee nazionali di evangelici in cui delegati di chiese e società affiliate all’Alleanza si riuniscono per discutere di problemi di comune interesse. Sono state portate a queste assemblee per la discussione documenti che trattano di evangelizzazione, opera missionaria della Chiesa e organizzazione di nuove chiese locali. Probabilmente una delle attività più pubblicizzate dell’Alleanza è il lancio dell’agenzia di soccorso TEAR FUND che fornisce un canale attraverso il quale i cristiani evangelici possono inviare in diverse parti del mondo i loro doni per il soccorso di popolazioni in particolare necessità.

Sebbene l’Alleanza sia impegnata su diversi fronti e progetti, la sua vera ragion d’essere è rimasta inalterata - la comunione nell’Evangelo. L’Alleanza ha sempre sottolineato il fatto che i cristiani evangelici possono godere di una significativa comunione indipendentemente dalla loro denominazione di appartenenza. Quando fu fondata l’Alleanza si poteva esserne membri su base individuale, e rimase così per molti anni. Fino al 1912 i candidati a divenirne membri dovevano manifestare il loro pieno ed inqualificato consenso alla base dottrinale dell’Alleanza concordata sin dalla sua fondazione. In quell’anno, però, il Consiglio generale optò per una formula più semplificata: “Sono benvenuti come membri dell’Alleanza Evangelica (organizzazione britannica) coloro che riconoscono l’ispirazione divina, autorità e sufficienza delle Sacre Scritture, credono in un solo Dio - il Padre, il Figlio, il Signore Gesù Cristo nostro Dio e Salvatore che morì per i nostri peccati e risorse; e lo Spirito Santo, attraverso il quale essi desiderano avere comunione con tutti coloro che formano l’unico Corpo di Cristo”. Nel 1970 la base dottrinale fu riveduta ed espressa con una terminologia più adatta ai tempi senza in alcun modo allontanarsi dalla sua posizione evangelica dottrinalmente conservatrice.

Possono oggi diventare membri dell’Alleanza comunità evangeliche locali, società, denominazioni e chiese individuali in accordo con la base di fede e con gli scopi ed obiettivi dell’Alleanza. Coloro che partecipano alle assemblee nazionali lo fanno come delegati di diverse società e chiese.

L’Alleanza Evangelica fu uno dei membri fondatori della World Evangelical Fellowship, formata nel 1951 (ora World Evangelical Alliance). Attraverso questo strumento essa gode della comunione con organizzazioni simili nel mondo, come l’Associazione Nazionale degli Evangelici negli USA, la Comunione Evangelica dell’India, e varie alleanze europee. La rivitalizzazione dell’Alleanza dopo la seconda guerra mondiale coincise con il sorgere del movimento ecumenico e la formazione neln 1948 del Consiglio Ecumenico delle Chiese. Sin dal suo sorgere i cristiani evangelici non sono stati concordi sulla valutazione da darsi al Consiglio Ecumenico delle Chiese, e questo fatto è risultato i numerose tensioni nell’Alleanza stessa. L’Alleanza ha perseguito coerentemente l’obiettivo di cercare d’unire tutti i cristiani evangelici indipendentemente dalla loro denominazione di appartenenza. Questa politica non è stata accettata da alcuni, con il risultato che il British Evangelical Council ha attirato meglio l’attenzione di coloro che non vogliono avere contatti - direttamente o indirettamente - con il Consiglio Ecumenico delle Chiese o con denominazioni ad esso affiliate, mentre l’Alleanza si estende ad un raggio maggiore.

(Da Gilbert W. Kirby, The Evangelical Alliance, in Dictionary of the Christian Church, edito da J. D. Douglas, Grand Rapids, Michigan: Zondervan, prima edizione 1974, p. 359).


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